big inps opere arte

BOERI, OGGI E DOMANI - 517 DENUNCIATI PER UNA TRUFFA ALL’INPS DA 16,5 MILIONI DI EURO. INTANTO, ESPLODE LO SCANDALO DELLE OPERE D’ARTE NEI MAGAZZINI DELL’ISTITUTO: 7MILA QUADRI DI INESTIMABILE VALORE CHE NESSUNO HA MAI CATALOGATO E TANTOMENO VALORIZZATO

1.MAXI TRUFFA ALL'INPS PER 17 MLN EURO,517 DENUNCIATI

BOERIBOERI

(ANSA) - Denunciate 517 persone, fittiziamente residenti in Italia, per aver percepito in modo indebito l'assegno sociale erogato dall'Inps. Una maxi truffa ai danni dello stato di oltre 16,5 milioni di euro. Lo rende noto la Guardia di Finanza che ha portato a termine l'operazione investigativa denominata 'Italians out', che ha interessato 19 regioni e 81 province.

 

2.L’INPS HA UN TESORO CHE NON USA

Fausto Carioti per “Libero Quotidiano

 

BOERIBOERI

Settemila opere d' arte, quasi tutte del Novecento italiano. Forse ottomila, forse persino di più: inutile chiederlo, non lo sa nessuno, nemmeno il presidente dell' Inps Tito Boeri o il suo direttore generale Massimo Cioffi. Tele firmate da nomi come Michele Cascella, Luigi Montanarini, Francesco Trombadori. Quattro dipinti del Seicento acquisiti dalla collezione Sciarra Barberini nel 1904.

 

E ancora le settecento opere di grandi del secolo scorso portate in dote nel 2012 dall' Enpals: gli astrattisti Pietro Consagra e Giulio Turcato, l' immancabile Renato Guttuso, Giuseppe Capogrossi. Capolavori e opere minori arrivati all' Inps grazie alla legge del «due per cento» (la 717 del 1949), che obbligava le amministrazioni pubbliche che commissionavano la costruzione di nuovi edifici a devolvere tale percentuale della spesa totale «all' abbellimento di essi, mediante opere d' arte».

MASSIMO CIOFFIMASSIMO CIOFFI

 

Le quali così oggi sono disperse in sedi e depositi Inps di tutta Italia, assieme alle centinaia di dipinti e sculture che, sino alla prima metà del secolo scorso, sono entrati nei palazzi dell' istituto come semplici oggetti di arredamento.

 

Un tesoro sterminato, dal quale ogni tanto spunta una sorpresa. Tipo la «tavola del XIII secolo rinvenuta recentemente» in uno dei palazzi ex Inpdap, come si legge nei documenti dell' istituto: pezzi unici che all' Inps neanche sanno di avere, e chissà quanti altri ce ne sono, tra soffitte e scantinati dei convitti e delle dimore storiche, incustoditi o lasciati a marcire.

 

WELFARTEWELFARTE

Il valore? Forse incalcolabile, di sicuro non calcolato: di tali capolavori non esiste un censimento né una stima, tantomeno una valorizzazione. Al contrario: questo patrimonio rappresenta per l' Inps (e in definitiva per i pensionati) una continua fonte di spesa.

 

Nessuno, nemmeno il raffinato economista Boeri, ha saputo o voluto trovare il modo per mettere a reddito tanta ricchezza. Nell' epoca dell'"arte come investimento", uno spreco difficile da comprendere.

 

Una parte di questo ben di Dio è stata messa in mostra proprio in questi giorni, per decisione di Boeri, con l' operazione «Welfarte»: palazzi Inps a Roma, Milano, Firenze, Anagni e Arezzo sono stati aperti ai visitatori per svelare le loro opere. Iniziativa culturalmente meritoria, ma che per ammissione dello stesso presidente dell' Inps non ha portato soldi in cassa, anzi ne ha fatti uscire: «Il costo complessivo, tra personale e allestimento, che resterà fisso per riaprire anche in futuro le sedi al pubblico, ammonta a 50mila euro».

GLI INDIFFERENTI MORAVIA BOMPIANI CON GUTTUSO jpegGLI INDIFFERENTI MORAVIA BOMPIANI CON GUTTUSO jpeg

 

Nelle loro audizioni in Parlamento i responsabili dell' Inps grondano imbarazzo. Pietro Iocca, ex sindacalista Cisl messo alla presidenza del Consiglio di indirizzo e vigilanza, due mesi fa ha ammesso davanti alla Commissione di controllo sugli enti previdenziali che non esiste un' anagrafe dei beni artistici dell' istituto: «L' Inps ha un patrimonio di circa sette-ottomila opere d' arte distribuite un po' in tutta Italia, la cui stima non è perlomeno aggiornata ai nostri giorni. Non c' è una ricognizione generale».

 

A ottobre, in quella sede, Iocca aveva detto che alcune delle «circa seimila opere d' arte» che l' Inpdap ha conferito all' Inps sono «di grandissimo valore», tanto che «potrebbero essere esposte in mostre, così come fanno molto bene i privati». Lo stesso Inps, ha azzardato, «potrebbe organizzare la formazione del proprio personale per curare mostre da realizzare con il patrimonio artistico-culturale in suo possesso e se ne potrebbero ricavare benefici economici».

LA SEDE DELL INPS LA SEDE DELL INPS

 

Insomma, la consapevolezza del problema sembra esserci: quella che non si vede è la soluzione. Lo si capisce anche leggendo il bilancio preventivo dell' Inps approvato a febbraio, che per il triennio 2016-2018 istituisce un capitolo di spesa destinato alla «Sperimentazione di iniziative rivolte a valorizzare il patrimonio artistico-culturale dell' Inps, anche mediante l' adozione di nuovi modelli di gestione e promozione».

 

INPS ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA SOCIALE jpegINPS ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA SOCIALE jpeg

Intervento dal quale non ci si attende nemmeno granché, se non una «riduzione dei costi di gestione del patrimonio immobiliare non strumentale» e un non meglio definito «miglioramento di immagine-ruolo dell' Istituto come gestore di beni artistici-culturali».

 

Non sono però quantificati né la spesa da affrontare né il beneficio che se ne ricaverebbe: il vuoto di soldi e di idee. A ulteriore conferma della confusione con cui Boeri e colleghi (non) gestiscono l' immenso patrimonio artistico che si sono trovati tra le mani.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…