L’INVERNO DELLO SCONTENTO INGLESE – LA GRAN BRETAGNA È STATA PARALIZZATA DA OLTRE MEZZO MILIONE DI LAVORATORI CHE HANNO INCROCIATO LE BRACCIA: SCUOLE CHIUSE, LEZIONI UNIVERSITARIE SOSPESE, TRENI CANCELLATI, CODE AI CONTROLLI DEGLI AEROPORTI, MINISTERI E UFFICI PUBBLICI SBARRATI - I LAVORATORI CHIEDONO AUMENTI SALARIALI IN LINEA CON L’INFLAZIONE, CHE HA SUPERATO IL 10%, MA IL GOVERNO NICCHIA. SECONDO IL FMI L’ECONOMIA DI LONDRA SARÀ L’UNICA IN RECESSIONE TRA I PAESI SVILUPPATI: COLPA DELLA BREXIT, MA NON SOLO…
Estratto dell'articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
La Gran Bretagna è rimasta ieri paralizzata da quello che si è trasformato di fatto in uno sciopero generale: oltre mezzo milione di lavoratori hanno incrociato le braccia, una cosa che non si vedeva da più di un decennio. Risultato: scuole chiuse, lezioni universitarie sospese, treni cancellati, code ai controlli degli aeroporti, ministeri e uffici pubblici sbarrati.
Il governo ha schierato centinaia di soldati per provare a garantire i servizi minimi, almeno negli scali aerei, ma è stato uno sforzo inutile. Cortei e manifestazioni hanno attraversato Londra e le principali città britanniche, con traffico bloccato e picchetti rumorosi a Downing Street.
E non è finita: perché la prossima settimana gli scioperi si estenderanno alla sanità, con l’astensione dal lavoro degli infermieri e degli autisti delle autoambulanze.
E il calendario delle proteste si annuncia come uno stillicidio almeno fino a marzo.
Il dramma inflazione Gli inglesi ormai ci hanno quasi fatto il callo: è da dicembre che si va avanti così, facendo lo slalom fra servizi quasi inesistenti. I lavoratori chiedono aumenti salariali in linea con l’inflazione, che ha superato il 10%, ma il governo risponde che così facendo non si farebbe altro che alimentare ulteriormente la spirale inflazionistica.
È un «inverno dello scontento» che viene paragonato a quello degli anni Settanta, ma la sensazione generale, oltre al clima cupo e pessimistico, è quella di un Paese che ha perso il baricentro, la tradizionale stabilità e affidabilità.
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Il «malato d’Europa» La Gran Bretagna appare ormai come il «malato d’Europa»: lo certifica anche il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui quest’anno l’economia di Londra sarà l’unica in recessione fra i Paesi sviluppati (peggio perfino della Russia sotto sanzioni).
Gli avversari della Brexit dicono che è tutta colpa dell’uscita dalla Ue, ma è una spiegazione semplicistica: i mali sono profondi e radicati, l’economia britannica cresce poco dall’epoca della crisi finanziaria del 2008 (solo l’Italia ha fatto peggio), sconta una produttività stagnante zavorrata dai mancati investimenti in infrastrutture ed educazione.
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