ursula von der leyen giorgia meloni teresa ribera

L’URSULA BIS VA SUBITO A SBATTERE – LA VON DER LEYEN NON SI FARÀ INFINOCCHIARE DAGLI ECO-ESTREMISTI: LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE VUOLE FAR ABBASSARE LA CRESTA ALLA SUA VICE, LA SPAGNOLA TERESA RIBERA E CHIEDERÀ, PRIMA AL CONSIGLIO EUROPEO E POI AL PARLAMENTO,  DI RINVIARE LA DATA DEL 2035 COME TERMINE ULTIMO PER PRODURRE AUTO A BENZINA E DIESEL - IL SETTORE AUTOMOTIVE È IN PANNE: LA VOLKSWAGEN LICENZIA A MANETTA, STELLANTIS STA COME STA E MIGLIAIA DI LAVORATORI DELL'INDOTTO RISCHIANO DI RIMANERE A CASA. L'EUROPA NON PUÒ FARE UN ALTRO MEGA-REGALO AI COSTRUTTORI CINESI (GLI UNICI CHE POSSONO INONDARE DI AUTO ELETTRICHE A BASSO COSTO IL MERCATO EUROPEO)

1 - DAGONOTA

ursula von der leyen votazione al parlamento europeo sui commissari

L'Ursula bis rischia già di andare a sbattere? La domanda non è affatto peregrina, se si guardano agli ultimi som-movimenti in atto a Bruxelles. A scatenare il caos nelle ultime ore è stata la vicepresidente socialista, Teresa Ribera, che ha la delega alla transizione ecologica.

 

La sinistrata spagnola, di fronte alle molte resistenze degli Stati europei allo stop ai motori diesel e benzina dal 2035, che sarebbe l'ultimo chiodo sulla bara delle compagnie automobilistiche del Vecchio continente, non vuole fare marcia indietro: "Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione". 

 

Teresa Ribera Rodriguez

Peccato che sia la sua diretta superiore a prendere in considerazione un pragmatico stop al bando: Ursula von der Leyen sta studiando le contromosse. L'industria automobilstica e il suo indotto è con le pezze al culo, Volkswagen licenzia a manetta, Stellantis sta come sta, e l'Europa non può regalare il mercato ai cinesi, gli unici in grado di produrre auto elettriche a un costo accessibile a (quasi) tutti. E così, la presidente della Commissione europea, vuole chiedere al Consiglio europeo prima (i capi di Stato e di Governo si riuniranno il 19-20 dicembre), e al Parlamento poi, di modificare il divieto, estendendo la possibilità di produrre auto "inquinanti" ben oltre il 2035. Teresa Ribera  e gli altri eco-estremisti dovranno farsene una ragione

 

 

2 - LA COMMISSIONE UE DEBUTTA E GIÀ LITIGA SULL’AUTO

Estratto dell’artico di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse

Primo appuntamento a gennaio. Per discutere con i tutti i soggetti coinvolti nel settore automobilistico quali misure adottare. E immediata creazione di una «Task force» sulla competitività europea. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, vuole accelerare per affrontare prima possibile la crisi dell’automotive. E per questo intende fare la prima mossa dopo la pausa natalizia il primo incontro.

 

[…] nonostante la materia sia teoricamente sotto la competenza del commissario greco Tsitsikostas e quindi del vicepresidente esecutivo Fitto, la leader dell’esecutivo europeo l’ha avocata a se. Un orientamento formalmente riaffermato nella “decisione” emanata l’altro ieri sull’organizzazione delle responsabilità dei membri del Collegio, in cui si sottolinea che sarà una sua esclusiva la «creazione di una nuova Task Force» per dare seguito al Rapporto Draghi. All’interno del quale figura anche il pacchetto riguardante il futuro dell’auto.

 

transizione ecologica - auto elettrica

Oggi si riunirà per la prima volta la nuova Commissione. E inevitabilmente uno degli argomenti sarà proprio la crisi che sta coinvolgendo le industrie automobilistiche. Anche perché dopo tutte le richieste avanzate da diversi Paesi - l’Italia in testa, ma non la Germania e la Francia - ieri la vicepresidente esecutiva spagnola, la socialista Ribera, che detiene anche la delega alla transizione ecologica ha stroncato l’idea di rinviare la data del 2035 come termine per i motori a benzina e diesel.

 

Teresa Ribera Rodriguez

«Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione - ha avvertito - e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione». A suo giudizio, semmai, «la questione sul tavolo è come accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni».

 

Una dichiarazione che testimonia della spaccatura evidente su questo punto dentro la Commissione e tra i 27 Paesi membri. Basti pensare che l’altroieri il Ppe, il principale partito europeo, aveva reso pubblica la sua richiesta: «Il prossimo divieto previsto per il 2035 sui motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, consentendo così un mix di tecnologie». Arrivare ad una mediazione non sarà dunque semplice e questo è solo l’inizio della discussione. […]

 

3 - L’UE CONFERMA IL BANDO A BENZINA E DIESEL NEL 2035 MORATORIA SULLE MULTE

Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”

 

RAFFAELE FITTO ALL EUROPARLAMENTO

Il «tavolo von der Leyen» sull’auto non cambia la strada tracciata dall’Europa. Dopo che la presidente della Commissione Europea ha avocato a sé il piano d’azione industriale della Ue sul settore automotive, prima nelle mani del nuovo commissario dei Trasporti Apostolos Tzitzikostas, ieri la vicepresidente Teresa Ribera ha chiarito che non verrà innestata la retromarcia sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035: «Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione», ha detto la commissaria con delega alla Transizione pulita. […]

 

Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, i tecnici di Bruxelles starebbero lavorando a un congelamento delle multe alle case automobilistiche e valuterebbero l’introduzione di carburanti alternativi.

 

Il regolamento

motore auto elettrica

Ue approvato l’anno scorso, oltre allo spegnimento del motore endotermico, prevede per l’anno prossimo una riduzione del 19% delle emissioni per chilometro per le auto nuove e del 55% nel 2030. Pena una serie di sanzioni ai carmaker che li costringerebbe a sborsare 15-17 miliardi di euro, ha calcolato l’associazione dei costruttori europei Acea.

 

In realtà le ipotesi più concrete per evitare che la crisi delle quattro ruote si acuisca, desertificando un settore da 13 milioni di posti di lavoro, le ha fornite al Financial Times Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo dell’Ue per la Prosperità e la Strategia industriale: «La Commissione si concentrerà sulla standardizzazione delle batterie e sulla creazione di infrastrutture di ricarica mentre per quanto riguarda la domanda, esaminerà i programmi di “leasing sociale”, come quello fortemente sovvenzionato che si sta sperimentando in Francia».

 

TERESA RIBERA

L’ultimo tassello della risposta immediata sarà concentrarsi sulle flotte aziendali, utilizzate da aziende come Uber o Dhl. «Il problema è che non abbiamo un mercato secondario per le auto elettriche — ha argomentato Séjourné —. E questo è un vero problema in Europa. Il prezzo (dei veicoli a batteria, ndr ) è molto dissuasivo e non c’è altro che il nuovo in vendita. Dobbiamo quindi creare un mercato dell’usato e il modo migliore è utilizzare le flotte professionali, che poi finiscono ai privati».

 

Qualsiasi mossa verrà intrapresa dalla Commissione, dovrà tuttavia tenere conto dei partiti di destra, che chiedono di revocare il divieto al 2035. L’Italia, con il ministro Adolfo Urso, assieme alla Repubblica Ceca ha chiesto di anticipare all’inizio del 2025 la revisione, già prevista per la fine del 2026, del Regolamento Ue sulle emissioni e scongiurare le sanzioni. La proposta è stata supportata da altri 7 Paesi. E su una posizione simile è lo stesso Ppe di von der Leyen. […]

Auto elettrica ricarica

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