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“LA VARIANTE INDIANA IN ITALIA È SOTTO L’1%”. PER FORZA, NON LA SEQUENZIAMO! – IL CAPO DIPARTIMENTO DI MALATTIE INFETTIVE DELL’ISS, ANNA TERESA PALAMARA, PROVA A TRANQUILLIZZARE SULLA VARIANTE DELTA E ANNUNCIA: “STA PARTENDO LA RETE ITALIANA ANTI-EPIDEMICA” MA COME, PARTE ORA, DOPO UN ANNO E MEZZO DI PANDEMIA? ANNAMO BENE!
(ANSA) - ROMA, 19 GIU - "Al momento la variante indiana, classificata come Delta, non costituisce un particolare pericolo per l'Italia. A patto di continuare con le attività di tracciamento dei casi e isolamento dei contatti". Lo sottolinea Anna Teresa Palamara, a capo del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, in un'intervista al Corriere della Sera.
"In Italia il numero dei casi è contenuto e circoscritto a focolai che fortunatamente sono tutti legati a positivi asintomatici. Questo fa ben sperare. Attualmente la variante predominante è la alfa, l'inglese, identificata nell'80% dei casi. La Delta è sotto l'1%", aggiunge. Contro la minaccia delle mutazioni virali sta partendo la rete italiana anti-epidemica (Ria).
"Abbiamo lavorato intensamente per mettere a punto col ministero della Salute e la struttura commissariale coordinata dal generale Figliuolo un presidio di contrasto alla pandemia che vuole diventare permanente per scongiurare le prossime emergenze - prosegue - Sono coinvolti i laboratori di microbiologia presenti sul nostro territorio.
È un network che permetterà di lavorare tutti insieme e di garantire un'azione di sorveglianza equilibrata in tutte le Regioni. Obiettivo principale, individuare precocemente le varianti e arrivare a sequenziare il 5% dei campioni positivi nei periodi ad alta circolazione del virus e il 20% in quelli a bassa circolazione".
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