
“LE PROVE NUOVE SONO MERE CONGETTURE, ASTRATTE” – LA CASSAZIONE TUMULA LA POSSIBILITÀ DELLA REVISIONE DEL PROCESSO A ROSA BAZZI E OLINDO ROMANO, ACCUSATI DI AVER UCCISO I VICINI DI CASA A ERBA NEL 2006: “LE NUOVE EVIDENZE NON POSSONO SMONTARE I PILASTRI DELLE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALLA CONDANNA” – ESULTA BEPPE CASTAGNA CHE, NELLA FURIA OMICIDA, HA VISTO STERMINARE LA SUA FAMIGLIA: “ABBIAMO EVITATO DI ALLUNGARE QUESTA STORIA. ADESSO NESSUNO SANO DI MENTE POTRÀ PIÙ SOSTENERE CHE ROSA E OLINDO SIANO INNOCENTI…”
Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “la Repubblica”
ROSA BAZZI OLINDO ROMANO STRAGE DI ERBA
Raffaella Castagna, Valeria Cherubini, Paola Galli e il piccolo Youssef Marzouk. È bene ripartire dai loro nomi in ordine alfabetico, come si fa quando si parla di stragi (e quella di Erba, la sera dell’11 dicembre 2006, lo fu), ora che la Cassazione ribadisce che non ci sarà revisione del processo a Rosa Bazzi e Olindo Romano, i loro vicini di casa sterminatori, come già aveva stabilito la Corte d’Appello di Brescia lo scorso 10 luglio. Ora che la Suprema Corte cristallizza, come fa il pg Giulio Monferini nella sua requisitoria, che «quelle che secondo la difesa sarebbero le prove nuove non possono in alcun modo smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla condanna », o meglio alle tre condanne nei tre gradi di giudizio canonici, «ma sono mere congetture, astratte».
OLINDO ROMANO ROSA BAZZI - TRIBUNALE DI BRESCIA
Va registrata la felicità di Beppe Castagna, che riposta sui social in memoriam un video di mamma, sorella, nipote e vicina e racconta al telefono il «sollievo perché abbiamo evitato di allungare questa storia, il senso di pace perché credo che adesso nessuno sano di mente possa più sostenere che Rosa e Olindo fossero innocenti. Dico anche — aggiunge — che nonostante siano stati riconosciuti come assassini, Rosa e Olindo meritassero una difesa migliore, che facesse capire loro gli errori commessi, invece di subire per anni un lavaggio del cervello sulla loro innocenza».
Ai coniugi la notizia arriva in cella, rispettivamente a Opera (Olindo) e Bollate (Rosa), le due strade separate intraprese dalle loro esistenze. Condannati ancora una volta, secondo il legale dei Castagna, Massimo Campa, da «un intero colonnato di elementi». Quello che fa dire ad Adamo De Rinaldis, legale degli eredi di Valeria Cherubini e dell’unico superstite Mario Frigerio, che «è finito il tormento quotidiano che hanno subito per anni», quello del dubbio sul riconoscimento che il defunto Frigerio fece a verbale, e poi in aula, di Olindo Romano.
Cade dunque e nuovamente, per «assenza del carattere di novità della maggior parte delle prove di cui le difese chiedono l’acquisizione » — lo avevano scritto i giudici bresciani Antonio Minervini e Paolo Mainardi — il tentativo degli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello di riscrivere quel film horror intriso di odio da vicinato e corroborato da confessioni dei killer e riscontri scientifici.
olindo romano e rosa bazzi entrano in tribunale
rosa bazzi e olindo romano
rosa bazzi e olindo romano
olindo e rosa bazzi
olindo romano e rosa bazzi entra in tribunale a Brescia