dannunzio

“NELLA SUA FRATERNA GENEROSITÀ MI DIA UN BOMBARDIERE” - LE LETTERE DEL 1925 IN CUI IL 62ENNE GABRIELE D’ANNUNZIO CHIEDEVA MOTOSCAFI E AEREI ALL’IMPRENDITORE GIAN RICCARDO CELLA: “VOGLIO FARE UN LUNGO VOLO OCEANICO. IL MIO PATROCINIO SEDENTARIO (O VERGOGNA!) E LA MIA COOPERAZIONE AEREA SI FONDANO SOPRA UNA VOLONTÀ FERMA DI…”

Davide Brullo per “il Giornale”

 

D'ANNUNZIO CON LA FIGLIA RENATA

Dopo aver cambiato la storia della letteratura, dopo aver fatto la Storia, Gabriele d'Annunzio s'inabissa dentro se stesso, nello scintillio della leggenda. Ha poco meno di sessant' anni il poeta, da ora «Il Comandante», quando, perduta Fiume, si ritira a Gardone Riviera. Il Vittoriale, amato metodicamente, con il suo arredo vizioso, ossessivo, in fondo è la mente del poeta l'epica del poeta che immagina se stesso.

 

Secondo la vulgata, gli anni del Vittoriale, dal 1921 fino alla morte di D' Annunzio, nel 1938, sono quelli dell' inesorabile decrepitezza del poeta, allontanato dalla vita viva, spiato, adornato da onori marcescenti. Nella recente biografia dannunziana pubblicata in Francia, D'Annunzio le Magnifique (Grasset, 2018), Maurizio Serra dedica più di un centinaio di pagine a «L'Agonisant», al poeta recluso nello sfarzo della sue fantasie, riscattando gli anni del Vittoriale.

 

DANNUNZIO

In realtà, pur avendo perso la partita con la Storia, D'Annunzio resta invitto. Al Vittoriale ci si avvicina, con devozione, per contattare «il mito». Il 25 maggio 1925 Mussolini fa la prima di quattro visite al poeta nella sua dimora; nel 1922 un giovane Drieu La Rochelle, insieme a Maurice Martin du Gard, ascende al Vittoriale, con «la paura di essere sorpreso in flagrante delitto d' esaltazione davanti all' uomo che avrebbe voluto essere».

 

La fama del poeta non teme ammaccature. D' Annunzio si accinge a marmorizzare la sua opera: nel 1926 viene costituito l' Istituto per l' edizione dell' Opera omnia. In quel contesto, mentre lo stile si avvia a decrittare i canyon della psiche al Notturno segue la scrittura del Libro segreto D' Annunzio lotta contro la Chiesa, fa a boxe con Dio.

 

vittoriale d'annunzio

Dal 1928 i vertici vaticani tentano di osteggiare la pubblicazione delle opere di D' Annunzio («I gravi difetti che esse hanno dal punto di vista della morale cattolica non giustificano una solenne pubblicazione promossa dal governo nazionale»). Senza successo. Ad ogni modo, tra il 1928 e il 1935 le opere di D'Annunzio vengono installate nell' Index librorum prohibitorum. «Il Comandante», francamente, con una punta di cristiana tristezza, se ne frega. Vincere la vecchiaia sulla velocità.

 

gabriele dannunzio 1

Una testimonianza della fenomenale gagliardia dell'ultimo D'Annunzio proviene da un mannello di lettere inedite, proprietà di un collezionista, inviate dal poeta all' industriale Gian Riccardo Cella, suo «patrono» e mecenate. Gian Riccardo Cella, piemontese, era azionista della Isotta Fraschini, azienda produttrice di automobili di lusso una l' ha posseduta pure D' Annunzio e di motori per aerei e motoscafi.

 

Mentre D' Annunzio era già cocktail per vermi, Cella fu protagonista di uno degli eventi capitali della Seconda guerra. Dopo aver acquistato, alla fine del 1944, Il Popolo d' Italia da Mussolini (con soldi «alleati»), Cella è il mediatore dell' incontro che si tiene, il 25 aprile del 1945, presso l' arcivescovado di Milano, tra il Duce, il cardinal Ildefonso Schuster e membri della Resistenza, per trattare la resa. A Cella, vent'anni prima la prima lettera è griffata «il Vittoriale, 29 aprile 1925» D' Annunzio chiede, con enfasi consueta («Mio caro Consolatore, nella Sua fraterna generosità...»), di avere un S55, un bombardiere-ricognitore in uso in quegli anni presso la Regia Aeronautica. E che se ne fa?

dannunzio al mare

Ovvio. Un «lungo volo oceanico».

 

«Il mio patrocinio sedentario (o vergogna!) e la mia cooperazione aerea si fondano sopra una volontà ferma di eseguire il volo con motori di struttura italiana». Vecchio di gloria, sfrenato, l' ormai più che sessantenne D' Annunzio vuole vincere l' oceano. In qualche modo, i sogni del Vate si avverano. Nel dicembre del 1928 D' Annunzio, proprio con Gian Riccardo Cella (segno di una certa amicizia tra i due) è a Washington D.C.

 

, presso l' International Civil Aeronautics Conference, per un' orazione su «Isotta Fraschini' s contribution to Italian aviation». Il Vate, va da sé, è onorato come un personaggio da romanzo, l' alfiere dell' impossibile, malinconico residuo di un' era eroica, abortita. Le altre lettere, in calligrafia ampia, fiorita, censiscono una nuova impresa di D' Annunzio, l' ennesima.

 

dannunzio al mare

Non essendoci più un «terreno di guerra», resta lo sport, la gara, a misurare le forze del poeta. Un record in velocità sul lago di Como, su motoscafo, ad esempio. «Sarò fiero di comandare, nella gara comasca, la velocissima imbarcazione» scrive il Vate. Che poi fa qualche appunto geniale creatore di slogan sul nome dell' imbarcazione da capitanare. «Non comprendo perché il battesimo sia dato col nome indefinito Alba.

 

Qualcuno mi dice che Alba sia il nome d' una vostra creatura diletta. È vero? Cerco per lei una bamboletta profumata. Io che ora comando idealmente la non vendicata Puglia, e che ho una meta silenziosamente ma irresistibilmente prefissa vorrei chiamare il motoscafo Amarissimo, se bene la gara sia in acqua lacustre, oppure Serenissima... oppure Ariel che è il mio nome d' intimità lirica e fatale».

MUSSOLINI E D ANNUNZIO

 

Probabilmente, non tutto va giusto. In una lettera seguente 10 maggio 1927 per sconfiggere il ricordo «di quel lontano ottobre della delusione», il Vate impetra «il nuovo guscio velocissimo» e invoca «la nostra iddia Rapidità che un tempo esaudiva il mio inno». D' Annunzio punteggia la sua vita di anniversari. Spesso fa riferimento alla Beffa di Buccari; celebra la Marcia di Ronchi. Il suo cuore è a Fiume, l' episodio che ha fatto tremare le radici delle «plutocrazie» europee.

 

DAnnunzio a Verona con Mussolini

Le lettere sono sigillate con i tanti «motti» dannunziani, vergati dal geniale Adolfo De Carolis. «Memento Audere Semper», con il braccio che emerge dal mare stringendo una corona di rami di quercia; «Ti Con Nu, Nu Con Ti», il motto della Squadra San Marco, con l' Evangelista che svolazza in oceano di luce; «Sufficit Animus», icona della Prima Squadriglia navale, con lo sperone di nave sostenuto da ali d' aquila.

 

Tutto si riferisce a un mondo bellico risolto nel ricordo. Eppure. Nell' ultima lettera al facoltoso Cella, D' Annunzio rilancia. Si impunta nel «mio proposito di acquisire il primato della velocità acquatica". "Ho rotto la mia prigione" scrive, con innocente veemenza, "il Comandante". "Ormai corro tutte le vie e disegno tutte le scie". Allo sprint, D'Annunzio, il primatista, vince l'oblio, mette all'angolo la morte. 

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…