zen

E LO CHIAMANO CANE - UNA RICERCA GIAPPONESE DIMOSTRA CHE IL LINGUAGGIO DEGLI OCCHI TRA CANE E PADRONE È IDENTICO A QUELLO DI MAMMA E NEONATO - L’ADDOMESTICAMENTO DEL CANE È AVVENUTO ANCHE CON GLI SGUARDI

Danilo Mainardi per il “Corriere della Sera”

 

mikael lindnord e il randagio arthurmikael lindnord e il randagio arthur

È una ricerca per molti versi convincente quella condotta dagli scienziati giapponesi dell’Azabu University guidati da Miho Nagasawa, pubblicata su Science , che apre scenari affascinanti sull’evoluzione del rapporto fra l’uomo e il cane. I risultati sono stati ottenuti con esperimenti che hanno coinvolto cani di diverse razze, di entrambi i sessi e i loro padroni, estesi poi anche a lupi ammansiti.

 

L’addomesticamento del cane da parte dell’uomo è passato anche attraverso gli occhi. I ricercatori infatti sostengono che un ruolo importante e di rinforzo in quel legame l’hanno avuto gli sguardi reciproci carichi d’affetto, naturalmente. E con loro, il conseguente innalzamento — nell’uomo e nel cane — dei livelli di ossitocina circolante, ormone che regala benessere, appagamento, gioia. Lo stesso meccanismo biologico che si innesca nel legame tra madre e neonato.

lindord ha un nuovo amicolindord ha un nuovo amico

 

In altre parole uomo e cane condividono lo sguardo come mezzo di comunicazione. Una coevoluzione che progressivamente è andata affinando quello scrutarsi reciproco di cane e padrone, fino a premiare entrambi, all’atto della raggiunta comprensione, con una soddisfazione non solo palesata dal comportamento esterno ma sostenuta anche dai livelli ormonali.

 

arthur ha camminato per miglia per seguire le squadra svedesearthur ha camminato per miglia per seguire le squadra svedese

Comunicare con lo sguardo è di fatto usare il linguaggio degli occhi, fondamentale nelle specie sociali come è il cane — che discende dal lupo - e nell’uomo. Serve per il controllo fra membri del gruppo, per i rapporti fra madre e figlio, per l’intimo rito della coppia. Occhi che si illuminano, si stringono, si chiudono; mobilità oculare, ampiezza della pupilla. Tutto è stato selezionato per rendere diverso ed efficace ogni sguardo. E questo ovviamente funziona fra gli individui di una stessa specie.

 

Nel caso del cane e dell’uomo stiamo invece parlando di due specie diverse, ma la ricerca giapponese dimostra che è possibile scavalcare la barriera tra specie. Gli scienziati sostengono che il cane non solo è penetrato nella socialità umana ma ne ha intercettato gli strumenti di comunicazione. Lo stesso ha fatto l’uomo e così, guardandosi l’un l’altro sembrano capirsi pienamente e la spia della loro soddisfazione è nell’aumento dei reciproci livelli di ossitocina.

Il cane dopo aver fatto il bagno Il cane dopo aver fatto il bagno

 

Del resto, basta farci caso andando per strada, un cane non fa altro che guardare in faccia il proprio padrone. Ogni ammiccamento, ogni battito di ciglia è, per lui, un segnale da cogliere, rivelatore di intenzioni e umori. Sa che gli occhi chiusi significano non essere visti e, a volte, ne approfitta. Noi, al contrario, siamo spesso sbrigativi e superficiali e in più, se vogliamo, sappiamo dissimulare e controllare sguardi ed espressioni. Loro no. I loro occhi, diversamente da noi, non mentono. Il loro sguardo è sempre onesto, del tutto trasparente al loro sentire.

 

CUCCIOLO DI CANE CUCCIOLO DI CANE

Un altro aspetto interessante della ricerca giapponese è la sperimentazione analoga condotta su lupi domestici e loro padroni. I risultati sono stati deludenti e poco significativi. E non sorprende, perché è l’addomesticamento, con la sua lunga storia, ad aver originato quel percorso evolutivo del cane e dell’uomo che rimane un caso straordinario. Con l’addomesticamento del cane l’uomo ha fatto un capolavoro di costruzione biologica: ha creato un compagno di vita, di lavoro, un amico con cui comunicare, lo hanno dimostrato, alla pari. È un vero patrimonio dell’Umanità e in questo senso l’Unesco potrebbe fregiarlo del titolo.

 

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…