louvre

LOUVRE IN TILT: CRONACA DI UN TRACOLLO ANNUNCIATO PER IL MUSEO DEI RECORD - TROPPI VISITATORI, PEGGIORANO LE CONDIZIONI DI LAVORO PER I DIPENDENTI CHE ENTRANO IN SCIOPERO: “COSÌ SI SOFFOCA” – IL SINDACATO: “I VISITATORI SONO AUMENTATI DEL 20% RISPETTO AL 2009 MA IL PALAZZO NON È DIVENTATO PIÙ GRANDE E I DIPENDENTI SONO SEMPRE MENO, SCESI NEL FRATTEMPO DA 2161 A 2005….”

Leonardo Martinelli per la Stampa

louvre

Doveva finire così, l' inevitabile cronaca di un tracollo annunciato: al Louvre, altrimenti osannato come il museo di tutti i record, i dipendenti, alle prese con un numero di visitatori debordante e in continuo aumento, hanno detto basta e incrociato le braccia. Lunedì la gloriosa istituzione ha chiuso i battenti e i turisti che si sono presentati all' ingresso, dinanzi alla piramide trasparente dell' architetto Ieoh Ming Pei, da poco scomparso, sono rimasti a bocca asciutta, perfino chi aveva già prenotato online chissà da quanti mesi e dai Paesi più lontani, asiatici soprattutto.

Non c' è stato niente da fare.

 

louvre

Ieri, martedì, era il consueto giorno di chiusura settimanale. E oggi non si sa bene che cosa accadrà. Un portavoce del museo ha già messo le mani avanti: «Prevediamo ancora flussi elevati nei prossimi giorni. Solo chi ha prenotato il suo biglietto su Internet avrà la garanzia di poter entrare».

Ma in realtà neanche questo è sicuro, perché stamani, prima delle nove, l' orario di apertura, è prevista una nuova assemblea dei dipendenti. Se, come lunedì, la maggioranza deciderà a sorpresa lo sciopero, non ci sarà molto da fare, bisognerà chiudere comunque e per tutti.

Ma cosa sta succedendo?

Fino a poche settimane fa non si faceva che parlare bene del Louvre, esempio di gestione impeccabile (scrutato con una gelosia a stento malcelata dal suolo italiano). Nel 2018 ha macinato il nuovo record di visitatori, 10,2 milioni di persone, il massimo per un museo a livello mondiale.

louvre beyonce' jay-z

Proprio sfruttando la «manna» che ne consegue (il biglietto costa 15 euro e 17 se comprati sulla rete), è solo il 40% del budget totale a pesare sulle casse pubbliche, percentuale davvero bassa per un' istituzione del genere.

 

Sì, però, come sottolineato da uno dei sindacati più agguerriti, Sud Culture Solidaires, «i visitatori sono aumentati del 20% rispetto al 2009 ma il palazzo non è diventato più grande e i dipendenti sono sempre meno, scesi nel frattempo da 2161 a 2005. Il personale può constatare un degrado senza precedenti delle condizioni di lavoro e di quelle delle visite». Uno dei sorveglianti, con lo pseudonimo di Denis Becker, ha scritto un libro sulla sua esperienza da insider, che uscirà nei prossimi mesi. «Il Louvre sta diventando un marchio», aveva dichiarato in un' intervista alla Stampa , «alla fine si convertirà in un supermercato».

 

la gioconda monna lisa

Il problema (anche se teoricamente non sarebbe tale) è che il numero di visitatori continua a crescere inesorabilmente. Secondo le ultime stime, dall' inizio dell' anno ce ne sarebbero 100 mila in più al mese e la media diurna tocca ormai le 40 mila presenze. Al successo contribuiscono iniziative che da certi punti di vista sono considerate esempi di «modernità» e di «efficienza» da parte del direttore Jean-Luc Martinez, vedi la possibilità data a Beyoncé e a Jay Z di girare lì il loro nuovo video o il concorso indetto assieme a Airbnb, che ha consentito per la prima volta a una coppia di dormire dentro il museo, sotto la famosa piramide, lo scorso 30 aprile. Ma è ancora il sindacato Sud Culture Solidaires a sottolineare che «il Louvre, vittima del turismo di massa, non deve diventare una Disneyland culturale».

Più prosaicamente si segnalano ammassi di turisti che si spintonano davanti alla Gioconda , a fare la gara per il selfie più bello. E sorveglianti che gridano costantemente sui visitatori, beccati a toccare con le mani le tele del Rinascimento. «Il Louvre sta soffocando », continua il sindacato. I rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato la direzione e i rappresentanti del ministero della Cultura. Ma non si sa ancora se siano riusciti a placarli.

louvre parigimacron louvre

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…