torino incidenti corteo centri sociali

TU CHIAMALE, SE VUOI, EVERSIONI – IL QUESTORE DI TORINO SUGLI INCIDENTI DI SABATO SERA HA PARLATO DI UN CORTEO COMPOSTO DA “GENTE ADDESTRATA ARRIVATA DA TUTTA EUROPA”- AL CORTEO C’ERA ANCHE UNA CONSIGLIERA COMUNALE EX M5S –LUCA BEATRICE: “SONO I 5 STELLE I VERI RESPONSABILI POLITICI DI QUANTO ACCADUTO SABATO SERA. COME PUÒ LA LEGA, IL PARTITO DELL' ORDINE E DEGLI SGOMBERI, CONTINUARE A GOVERNARE CON I FIANCHEGGIATORI DEI CRIMINALI? ORA DAVVERO BASTA” - VIDEO

 

Michela Allegri per il Messaggero

 

torino incidenti corteo centri sociali

Pugno duro del Viminale contro «i centri sociali occupati da delinquenti: li chiuderemo», annuncia il vicepremier Matteo Salvini, che attende nelle prossime settimane un dossier già chiesto a prefetti e questori di tutt' Italia sulle realtà a rischio. Alcuni dati ci sono già: i gruppi anarco-insurrezionalisti sovversivi sono concentrati soprattutto a Torino, Milano, Padova, Bologna. E a Roma, dove il centro sociale più attivo e, per gli inquirenti, pericoloso, è il Bencivenga, nel quartiere Nomentano, lo stesso dove nel 2014 venne arrestato il terrorista spagnolo Xabier Gonzalez Sola, uno dei leader del Collettivo Bandiera Nera.

 

«Dalle parole ai fatti, i teppisti in galera», promette il ministro dell' Interno, per allontanare dall' Italia lo spettro di un moto di rivolta in stile parigino che preoccupa chi le indagini le conduce. Perché il questore di Torino, Francesco Messina, commentando i disordini che hanno seguito lo sgombero del centro sociale l' Asilo - il bilancio è di 11 manifestanti arrestati e 215 identificati -, ha parlato di un corteo composto da «gente addestrata e venuta in piazza per mettere in atto strategie sovversive, giunta da tutta Europa, da Francia, Spagna, Croazia e Serbia. C' è stata una chiamata alle armi, sono state usate tattiche militari».

 

torino incidenti corteo centri sociali

Ma il dettaglio che più allarma è un altro: «In quella che non si può definire protesta sociale, c' erano soggetti che nulla hanno a che vedere con l' ideologia anarco-insurrezionalista. Una solidarietà che non mi spiego. C' erano addirittura una consigliera comunale di Torino - Deborah Montalbano, ex M5S - e una di Giaglione - paese della Val Susa interessato dai cantieri della Tav -, c' erano centri sociali come Askatasuna e Manituana, i comitati No Tav, gli Studenti Indipendenti».

 

 

NUOVI SCONTRI Ieri si sono verificati nuovi scontri, culminati in un incendio provocato dal lancio di molotov e petardi da parte di un gruppo di anarchici nel carcere di Le Vallette, dove si trovano gli arrestati. Mentre sui muri della città sono comparsi messaggi di solidarietà «ai compagni» ed è stato lanciato un comunicato sul web: «Non finisce qui, il corteo di è solo l' inizio, ora è il momento per fare partire una lotta serrata che dalle ceneri di questa operazione repressiva faccia nascere un nuovo fiore».

 

Una manifestazione, quella dei gruppi insurrezionalisti, organizzata da giorni. Perché lo sgombero dell' Asilo di via Alessandria, occupato dal 1995, è cominciato con la notifica con la notifica di 7 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, ma è arrivato in concomitanza con un altro appuntamento giudiziario importante: l' inizio questa mattina nell' aula bunker di Torino della requisitoria del processo Scripta Manent, che vede altri 7 anarchici della Federazione Informale Fai/Fri a processo con l' accusa associazione con finalità di terrorismo, per avere pianificato e attuato attentati con l' uso di esplosivi. Un' inchiesta della Digos che aveva portato a perquisizioni e arresti in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria.

 

salvini

L' INTELLIGENCE A lanciare l' allarme per «le possibili spinte anti-sistema provenienti dai circuiti anarco-insurrezionalisti» è anche l' ultima relazione del Dis al Parlamento: «Gli ambienti più radicali sono stati impegnati nel tentativo di rilanciare l' area sul piano operativo, a seguito dell' operazione Scripta Manent», iniziata nel settembre 2016.

 

In concomitanza con gli arresti, è scattata una campagna sul web «mirata alla solidarietà per i compagni inquisiti» e culminata nell' invio di due plichi esplosivi ai pm di Torino. Mentre dall' inizio del processo è partita «una rinnovata mobilitazione a sostegno dei militanti, accompagnata da un appello internazionale apparso sui siti d' area», a cui sono seguite azioni dimostrative e rivendicazioni.

 

 

GLI ATTENTATI Il Dis sottolinea inoltre il ritorno in scena negli ultimi due anni «della Fai/Fri, che ha rivendicato, con la sigla Cellula Santiago Maldonado (dal nome di un attivista argentino), l' esplosione di un ordigno rudimentale 7 dicembre 2017 davanti alla Stazione dei Carabinieri San Giovanni, a Roma». Un attentato a cui ne sono seguiti altri due, nel gennaio 2018, contro i commissariati Prati e San Lorenzo. Nel comunicato «si riaffermava la necessità del ricorso all' azione diretta distruttiva, si stigmatizzavano le politiche repressive e militari dello Stato italiano e, in particolare, gli accordi del Ministro dell' Interno con i sanguinari colonnelli libici in funzione di contrasto all' immigrazione illegale e si lanciava, nel contempo, una campagna internazionale di attacco contro uomini, strutture e mezzi della repressione».

 

LUCA BEATRICE

Solo due giorni prima dall' attentato di Roma, era comparso sul web un comunicato intitolato «Chiamata al Dicembre Nero», contenente «un Appello internazionale alla galassia anarco-insurrezionalista per un mese di azioni dirette contro il dominio, attaccando le sue strutture e i suoi rappresentanti e confermata, più in generale, dai numerosi interventi di solidarietà rivoluzionaria registrati da tempo all' estero in sostegno dei compagni italiani».

 

 

2. L'ESTREMISMO È IL COLORE DEI GRILLINI

 

Luca Beatrice per il Giornale

 

asilo di torino sgomberato

L' abitudine a chiudere un occhio su certi estremismi deriva da sinistra. Per anni il Pd torinese aveva tollerato l' abusivismo dei centri sociali, teatri di spaccio con libero accesso per delinquenti, quasi come un male necessario, perché alla fine serbatoio di voti utili a vincere le elezioni.

 

Oggi invece, seppur ci sia in giro ancora qualche «intellò» post-comunista che non manca di difendere le occupazioni come spazio di «cultura libera» (c' è da piangere!), i nuovi conniventi hanno un solo e unico nome: Movimento 5 Stelle. Sono loro i veri responsabili politici di quanto accaduto sabato sera a Torino, il centro preso d' assalto dai cosiddetti anarchici manifestanti contro lo sgombero - legale e legittimo - dell' Asilo, occupato per 24 lunghi anni. Un corteo sfociato in durissimi scontri quando la polizia ha sbarrato l' accesso al ponte di corso Regina Margherita.

 

torino incidenti corteo centri sociali

Erano poco più di mille gli insurrezionalisti. Briciole se si pensa alla marea umana che ha invaso piazza Castello per le due manifestazioni Si Tav dei mesi scorsi. Eppure di questa minoranza Torino (e non solo) è letteralmente in ostaggio, e non da ieri. E il sindaco Appendino che fa? Niente, nonostante il suo background borghese e benpensante. Niente, non può fare niente, perché questa parte impunita della città le consente di ostentare la maggioranza a Palazzo Civico.

 

Se non lei è il suo gruppo politico a mostrare più di una parentela con i centri sociali. Non una sola voce istituzionale si è levata dall' assordante silenzio, non un solo grillino si sia sentito in dovere di stigmatizzare con forza quanto accaduto, al massimo qualche lieve imbarazzo, persino qualcuno (non val neppure la pena di nominarli) ha osato parlare di «politica fatta con ruspe e manganelli».

asilo di torino sgomberato

 

Torino sta pagando un prezzo troppo alto alla delinquenza comune sostenuta dalla politica. Novità di sabato, a fianco degli anarchici si è vista una discreta pattuglia di africani, sfrattati dalle case popolari, gente che ha reso off-limits la vita nei quartieri periferici. Eppure, neanche loro si possono toccare, nonostante nella stessa giornata i torinesi di Barriera di Milano abbiano ribadito il loro no ad altre moschee nel quartiere. Se le ore di terrore sono rimaste tali, se i danni sono stati in qualche modo contenuti, c' è solo da ringraziare le forze dell' ordine, il loro sangue freddo e la dedizione al lavoro.

 

Ci vorrebbe che la Lega sciogliesse un nodo che si sta facendo troppo ambiguo. Come può il partito dell' ordine, della disciplina, del prima gli italiani, degli sgomberi continuare a governare con i fiancheggiatori dei criminali? Torino sabato sembrava quella degli anni '70. Ora davvero basta.

torino incidenti corteo centri socialiasilo di torino sgomberato

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...