luca palamara alessandro sallusti il sistema

L'AZIONE POLITICA DELLA MAGISTRATURA C'ERA. COME NEL CASO DI DE MAGISTRIS: SI È PREFERITO ALLONTANARE MAGISTRATI 'NON IN LINEA', COSÌ VALE PER BERLUSCONI..." - LUCA PALAMARA VUOTA IL SACCO CHE MOLTE TOGHE PREFERISCONO TENERE CHIUSO: “I PROTAGONISTI RIUNITI ALL'HOTEL CHAMPAGNE ERANO GLI STESSI CHE HANNO PARTECIPATO ALL'ELEZIONE DI ERMINI, MA NESSUNO HA AVUTO DA RIDIRE. IL MIO SPOSTAMENTO A DESTRA E LA ROTTURA CON LA COMPONENTE DI SINISTRA DEI COLLEGHI HA CREATO LA FRATTURA CHE HA PORTATO A QUESTO. I MECCANISMI DI POTERE SONO REGOLATI DA UN’OLIGARCHIA DI CUI FACEVO PARTE” 

 

 

 

 

Francesco specchia per “Libero quotidiano”

luca palamara

 

Luca Palamara, romano, classe '69, ex enfant prodige dell' Associazione Nazionale Magistrati e membro del Csm, ha l' aria allegra dell' angelo sterminatore. In questi giorni infiammabili d' apertura dell' anno giudiziario col suo libro scritto con Alessandro Sallusti "Il sistema" (Rizzoli) ha spalmato di napalm quell' intreccio vischioso di magistratura e politica di cui è stato per anni centro di gravità.

 

ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA LUCA PALAMARA - IL SISTEMA

Palamara, lei è stato espulso dalla magistratura per le note vicende che partono dalla "degenerazione correntizia" al pilotaggio politico delle nomine. Ma il suo memoir vende, e spacca la magistratura. Perché?

«Ho scritto questo libro, oltre che per i cittadini, anche e soprattutto per venire incontro alle richieste di molti magistrati - 24 di loro mi hanno scritto un lettera aperta (la più nota è Clementina Forleo, ndr) - dove che mi chiedevano di mettere a nudo il meccanismo della giustizia italiana, di raccontare di come davvero stavano le cose.

 

Che non erano solo quelle della notte dell' Hotel Champagne (che poi non era notte, ma sera tarda); ma si trattava di una sorta di ragnatela di potere che coinvolgeva chiunque avesse una rappresentanza. Ecco, l' idea è che debba esserci una seria riflessione su questo, mi pare giusto specie per quei colleghi che rimangono ai margini perché non si identificano nelle correnti, soprattutto le correnti di sinistra».

luca palamara luca lotti

 

Dove vuole arrivare con le denunce del suo libro? Vuole vendicarsi di avversari come il vicepresidente del Csm Ermini che la giudica "una scoria", di chi - come dice lei - ora la attacca e prima le chiedeva favori?

«Non capisco chi mi imputa di voler scardinare la magistratura. Questo è un libro a favore della magistratura. Ma se lei mi chiede se ora la magistratura è credibile, bé, è un altro paio di maniche. La magistratura è fatta di posizionamenti, collateralismo, gerarchie».

Il "sistema", appunto.

luca palamara

 

Quindi ammette che esisteva un "sistema Palamara" con cui si gestivano le carriere in nome di un consociativismo con la politica?

«Certo, ma non era il "sistema Palamara". E "sistema", da vocabolario, non è un' organizzazione criminale, ma una relazione fra più soggetti. L' idea che una sola persona potesse decidere - io, nella fattispecie - stride con la realtà. Il sistema è quello delle correnti, e i meccanismi di potere sono regolati da un' oligarchia di cui io facevo parte.

 

David Ermini

Chi era fuori dalle correnti non contava. Ma non c' ero solo io, ripeto. Le pare possibile che, parlando di intrecci tra magistrati e politici, i protagonisti riuniti all' Hotel Champagne erano gli stessi che hanno partecipato all' elezione di Ermini, ma lì nessuno ha avuto da ridire. Sono diventato il capro espiatorio. Ma non è che "se esce Luca risolviamo i problemi", così non funziona».

 

Spiazza che lei esca con un libro di denuncia in un momento in cui i suoi colleghi devono ancora pronunciarsi definitivamente sulla sua espulsione. Non teme di complicare la sua situazione?

cosimo maria ferri

«Non ho alcun timore, le assicuro. Se l' ho fatto, è esclusivamente per dover di verità. Ho le carte. Posso dimostrare, per dire, che Gigliotti e Ermini stesso (entrambi Csm, ndr) mi contattarono per avere il sostegno per la nomina del vicepresidente del Csm. E lo fecero anche dopo che Il Fatto Quotidiano aveva pubblicato l' inizio dell' inchiesta».

 

L'Anm l'ha cancellata per corruzione. Dice che lei ha avuto la sua possibilità di essere audito ma che è stato vago. Cosa succederà quando e se riaprirà il suo caso?

«L' audizione presso l' Anm è stata fatta davanti a 100 persone su 9000 membri, tra l' altro tutti di un' unica corrente. Non so quanta rappresentatività possa avere quell'organo. D' altronde, quando il presidente Grasso si è solo permesso di sollevare dubbi sul sistema senza essere troppo duro col sottoscritto, venne fatto dimettere dalla corrente di sinistra».

 

luca palamara giuseppe cascini

La mia domanda era un' altra, però.

«Io ho fiducia che il nuovo presidente dell' Anm, il dottor Santalucia, esponente di Magistratura Democratica, che conosce bene sia la mia storia personale che quella del dottor Fava (pm coinvolto anch'egli nel processo disciplinare, ndr), dato che eravamo insieme a Reggio Calabria, faccia un' indagine a 360° non solo su di me ma su tutto il sistema. Santalucia, quando parla di magistrati che hanno agito "per tornaconto personale", non si riferisce a me ma a quei colleghi che hanno fatto carriera in ruoli pubblici o privati».

 

Giovanni Bianconi, firma giudiziaria del Corriere della Sera, scrive che la sua ricostruzione è parziale con «episodi chirurgicamente selezionati». Parla di «tossine in circolo»

«Aspetto di fare sentire la registrazione audio tra me e Bianconi del 21 maggio scorso, quella intercettata dal trojan. Ne farò esplicita richiesta».

 

luca palamara francesco cossiga

Quando Berlusconi denunciava l'accanimento giudiziario, lei era un avversario. Il presidente Cossiga a SkyTg24 la prese addirittura a sberle metaforiche, rise ferocemente di lei. Avevano ragione?

«Non sono mai entrato nel merito dei processi, ma certo l'azione politica della magistratura c' era. Come nel caso di De Magistris è indubbio che si è preferito allontanare magistrati "non in linea", così vale per Berlusconi.

 

de magistris

L' Anm, anche con me presidente, ha agito spesso ha senso unico, diciamo svolgendo un ruolo di opposizione politica. E, certo, fui amareggiato da quello che ritenevo un attacco personale di Cossiga; ma onestamente, devo dire che ho compreso politicamente le sue ragioni».

 

Un risultato l' ha ottenuto: le toghe sono in subbuglio. Si aspetta che la chiami il Csm per sentirla?

«Il procuratore di Napoli Riello mi invita a non denunciare attraverso i libri ma attraverso le Procure. Ma io l' ho fatto. Prima di scrivere il libro i magistrati erano stati ampiamente informati. E, dato che l' attività del Csm su nomine e valutazioni e molto altro è basata sulle mie chat, tanto vale che io venga sentito direttamente. Mi metto a completa disposizione con nomi, date, documenti. Che mi chiami, il Csm».

PIETRO CURZIO

 

Il presidente della Cassazione Curzio sostiene che oggi la giustizia è inadeguata e urgono riforme. Il Consiglio d' Europa ci avverte che i nostri processi sono i più lenti del continente, che il 50% degli italiani non si fida dei magistrati. Arriveranno le riforme, o è il solito fumo?

«Servirebbe non parlare genericamente di "riforme" e entrare nel dettaglio. Per esempio, ci sono cose da rivedere come l' ingiusta detenzione alla base degli errori giudiziari.

david ermini

Poi c' è la mancanza di personale che causa disagio. Poi c' è la lentezza dei processi che impedisce agli investitori stranieri di avvicinarsi. Infine ci sono le riforme ordinamentali, che non si toccano mai. E quante volte ha sentito della riforma sulla legge elettorale del Csm? L' unico modo per scardinare le correnti e il sistema era il sorteggio, da me caldeggiato, ma non l' hanno mai adottato».

 

E la separazione delle carriere, e le "porte girevoli" delle toghe che vanno in politica e rientrano

«La separazione è già in atto da qualche anno: di fatto, chi sceglie la carriera di giudice finisce con quella, idem per i pm. Mentre sulle "porte girevoli" bisogna prendere una decisione definitiva: non si può - è vietato dalla Costituzione - impedire ai magistrati di candidarsi in politica, ma si deve bloccargli il rientro».

nino di matteo alfonso bonafede

 

Il ministro Bonafede nella sua relazione sulla giustizia non ha parlato di prescrizione, ha appena accennato ai detenuti del 41 bis a casa per Covid, e poco altro? Doveva entrare più nel merito?

«Bonafede è la rappresentazione plastica del fatto che questo momento storico ha reso monco il dibattito sulla giustizia».

 

Palamara, scusi, ma lei perché è entrato in magistratura?

«Grazie all' esempio di mio padre, magistrato prematuramente scomparso. E l' ho fatto, chiaramente, sulla scorta dei suoi insegnamenti basati sul rispetto della giustizia e della legge, della tenuta delle regole, della necessità di comprendere le cose fino in fondo e non solo al primo sguardo per comprenderne la verità».

luca palamara

 

Giustappunto, l' etica. Gliela metto giù secca: considerando tutto, non si sente, come magistrato, di aver fatto qualcosa di eticamente sbagliato?

«Io mi sono comportato esattamente secondo i meccanismi - noti a tutti, ripeto - che il sistema imponeva. Ma non ho ottenuto vantaggi di carriera o politici, non ho avuto incarichi altisonanti; certo, sono diventato un personaggio pubblico, ma le assicuro che ne avrei fatto volentieri a meno. Credo che il mio spostamento a destra e la rottura con la componente di sinistra dei colleghi abbia creato la frattura che ha portato a questo».

 

Ho capito, non sfugga. Era il sistema di cui faceva parte, che lei ha avuto comunque il merito di denunciare. Ma rifarebbe quel che ha fatto?

«Io pensavo di poter cambiare il sistema da dentro, non ci sono riuscito. Mi assumo la mia quota di responsabilità, ma pensavo di agire per il bene di tutti».

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…