macron yannick jadot

MACRON, CHE SCOPPOLON – LA FRANCIA TRAVOLTA DALL'ONDA DEI SINDACI VERDI, HIDALGO RIELETTA A PARIGI, BATOSTA PER IL PRESIDENTE - NELLE MAGGIORI CITTÀ DEL PAESE VINCONO GLI ECOLOGISTI CON IL CENTRO-SINISTRA. A STRASBURGO DISFATTA PER IL MACRONISTA, ALAIN FONTANEL, APPOGGIATO DAI REPUBBLICANI. IL PREMIER PHILIPPE VINCE A LE HAVRE. DELUDENTI I RISULTATI PER IL PARTITO DI MARINE LE PEN…

LEONARDO MARTINELLI per la Stampa

 

macron hidalgo

La Francia si tinge di verde ed Emmanuel Macron incassa una bella batosta: il secondo turno delle municipali di ieri ha portato alla guida delle maggiori città del Paese sindaci verdi, sostenuti da coalizioni di centro-sinistra, in molti casi decisamente ampie (dal piccolo partito centrista dei radicali di sinistra fino alla gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon, passando per i socialisti e i comunisti, con l'Eelv, Europe Ecologie Les Verts, a fare da perno). «Quella che ha vinto stasera è la volontà di un'ecologia concreta, di un'ecologia in azione», ha sottolineato Yannick Jadot, segretario di Eelv.

 

Yannick Jadot

Sì, l'aspirazione a un «mondo nuovo» e sostenibile, che è pure il frutto dei mesi di confinamento. Ma gli elettori hanno anche voluto dire no alla politica del presidente in carica. Il suo partito, la République en Marche, nato nel 2016, che doveva rappresentare una sorta di laboratorio politico per il superamento del «divario tra destra e sinistra», da allora non è mai decollato, soprattutto a livello locale.

 

La formazione aveva già archiviato il primo turno delle municipali, lo scorso 15 marzo, con una disfatta, per poi ridursi al secondo nelle maggiori città ad appoggiare il candidato dei Repubblicani (destra). Solo a Strasburgo restava in lizza un macronista, Alain Fontanel, anche lì con il sostegno dei Repubblicani. Ma non ce l'ha fatta: sindaco del capoluogo alsaziano sarà una verde, Jeanne Barseghian.

 

A vincere, invece, a Le Havre, sua città di origine, è stato il premier Edouard Philippe, che però alla République en Marche non è iscritto. Ecologisti sono anche i sindaci eletti a Besançon (Anne Vignot) e a Bordeaux (Pierre Hurmic).

 

emmanuel macron a scuola 7

Quanto a Lione, terza città di Francia, già feudo del macronismo (ricca e industriale, dove il credo «liberal» di Macron aveva attecchito subito, durante la campagna delle presidenziali del 2017), passa a un sindaco ecologista, Grégory Doucet, che prende il posto di Gérard Collomb, un tempo socialista e poi diventato una sorta di «padre» politico per Macron. Intanto, Michèle Rubirola, ecologista, medico nei quartieri poveri di Marsiglia, è riuscita a spuntarla nella seconda città del Paese.

 

Mentre a Lilla Martine Aubry, socialista, sindaco dal 2001 (qui il candidato verde non è riuscito a fare coalizione con il Partito socialista), sarebbe riuscita a imporsi sul verde Stéphane Baly, ma solo di un soffio. Un'altra socialista, invece, ha vinto, Anne Hidalgo, confermata alla guida di Parigi, ma grazie a un'alleanza con i verdi e i comunisti e un programma ecologista. Globalmente i risultati del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, sono stati deludenti.

 

anne hidalgo

Ma Louis Aliot, già il suo compagno nella vita e il consigliere politico che per primo la spinse a imboccare la strada di uno sdoganamento dall'estrema destra pura e dura, è riuscito a farsi eleggere sindaco a Perpignano, città di 120mila abitanti ai confini con la Catalogna. L'astensionismo, comunque, in tutta la Francia è stato forte, stimato al 59% degli elettori. Quello di ieri è considerato un voto di protesta, soprattutto contro Macron. Ma, se si pensa alle affollate manifestazioni dei gilet gialli o contro la riforma delle pensioni nell'inverno scorso, i francesi sembrano più portati a protestare nelle strade che nelle urne.

emmanuel macron a scuola 6emmanuel macron a scuola 4emmanuel macron a scuola 3

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)