IL MAGGIO IN OSTAGGIO! – COME DAGO DIXIT, LA NOMINA DI CARLO FUORTES A SOVRINTENDENTE AL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO NON È STATA GRADITA DAI “FRATELLI DI TOSCANA” TRAINATI DA “MINNIE” DONZELLI. RISULTATO? SANGIULIANO NON HA RATIFICATO LA SCELTA DEL CDI – MATTIOLI: “AL MAGGIO NON C'È PIÙ IL COMMISSARIO E NON C'È ANCORA IL SOVRINTENDENTE. E L'EDIZIONE NUMERO 86 SI INAUGURA FRA MENO DI TRE SETTIMANE. IL TEATRO È BLOCCATO, NON C'È NESSUNO CHE POSSA PRENDERE DECISIONI O METTERE UNA FIRMA: PARALISI TOTALE…”
Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “La Stampa”
gennaro sangiuliano carlo fuortes foto di bacco
Tutti a giocare al totonomine della Scala e nessuno ricorda che, intanto, un'altra istituzione prestigiosissima come il Maggio musicale fiorentino è acefala. Riassunto delle puntate precedenti: dopo la gestione spericolata di Alexander Pereira, il commissariamento per evitare il crac e il buon lavoro del commissario Ninni Cutaia, dal 5 marzo la fondazione ha un nuovo Consiglio d'Indirizzo che, all'unanimità tranne un voto, ha scelto Carlo Fuortes come nuovo sovrintendente. Apparentemente, era il nome in grado di mettere tutti d'accordo: sia il centrosinistra di Comune e Regione Toscana sia il centrodestra del ministero.
TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
A sorpresa, però, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, non ha ratificato la scelta del CdI, chiedendo non meglio precisati approfondimenti sul modo con cui era maturata, e dopo due settimane ancora non ha approfondito né firmato. Stranissimo. A suo tempo, Sangiuliano aveva provato a sistemare Fuortes al San Carlo di Napoli, ma l'operazione non andò in porto, perché il ministro non riuscì a sloggiarne il detestatissimo Stéphane Lissner. Sangiuliano era, pare, anche d'accordo su Fuortes al Maggio (e del resto non si capisce perché mai gli andasse bene a Napoli e non a Firenze), ma non ha fatto i conti con i Fratelli di Toscana.
Il leader locale, Giovanni Donzelli, lo ha dichiarato esplicitamente alla Nazione: nessuna preclusione sulla persona, ma «il sindaco non avrebbe dovuto forzare la mano e annunciare la scelta, come se il ministro Sangiuliano avesse dovuto solo ratificare una decisione presa dal sindaco Nardella». Posto che la decisione non l'ha presa il solo Nardella ma il CdI, il problema, insomma, sarebbe non il designato ma il metodo.
Sta di fatto che al Maggio, inteso come Fondazione lirica, non c'è più il commissario e non c'è ancora il sovrintendente. E l'edizione numero 86 del Maggio, inteso come festival, si inaugura fra meno di tre settimane, il 13 aprile, con un concerto di Daniele Gatti. Ordinaria amministrazione a parte, affidata al direttore amministrativo, il teatro è bloccato, c'è nessuno che possa prendere decisioni o mettere una firma: paralisi totale.
giovanni donzelli mima gardini 1
Nel frattempo, Gatti sta dirigendo per la stagione d'opera «ordinaria», diciamo così, un Don Pasquale di Donizetti di una bellezza rara e commovente, dove Orchestra e Coro fiorentini esibiscono dei suoni gloriosi. La tradizione, l'identità, la storia e insomma la grande civiltà italiana vivono in quelle note molto più che in mille proclami nazionalsovranisti. Ma la gloriosa istituzione e i suoi magnifici artisti sono ostaggio dei giochetti dei Sangiuliano e dei Donzelli. […]