ali khamenei ayatollah

LE MANOVRE DI KHAMENEI: PAPPARSI UN PEZZO DI IRAQ - TEHERAN HA MESSO GLI OCCHI DA TEMPO SUL KURDISTAN IRACHENO, LA CHIAVE PER STRAPPARE L'IRAQ ALL'INFLUENZA ECONOMICO-MILITARE DEGLI STATI UNITI - IL PIANO PREVEDE ACCORDI ECONOMICI E DIPLOMATICI, SOPRATTUTTO SULLA VENDITA DI PETROLIO, PER AVVICINARE LA REGIONE ALL’ORBITA IRANIANA. LA SPERANZA E’ FAR LEVA SULL’AIUTO DEI “BRICS”, IL BLOCCO ANTIOCCIDENTALE A CUI L’IRAN SI È UNITO A INIZIO ANNO E CHE POTREBBE VEDERE PRESTO ANCHE L'INGRESSO DI TURCHIA E AZERBAIGIAN…

Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “la Stampa”

 

ali khamenei hassan nasrallah

[…] La Repubblica islamica, pur fiaccata dalle sanzioni, ha la forza di colpire, di far sentire che è viva. Ma non sa se ha la forza di rompere l'assedio. E se spreca le sue poche risorse senza riuscirci, le mancherà l'ossigeno. Per questo Khamenei ha esitato a lungo. Ieri, ha dichiarato: «Nella nostra regione la causa principale dei problemi, che porta a conflitti, è la presenza di chi afferma di sostenere la pace ovvero gli Usa e alcuni Paesi europei». Da fine luglio, quando ha ricevuto in volto lo schiaffo dell'uccisione a casa sua del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. C'era da valutare la portata della rappresaglia.

 

Massoud Pezeshkian 4

Ma anche capire quanto era profonda la penetrazione del Mossad nei ranghi dell'Asse della resistenza sciita. Sarebbe emerso solo due mesi dopo, con la distruzione dell'intera leadership di Hezbollah. E cioè, totale. A questo punto i Pasdaran gli hanno ricordato un video usato molto spesso dalla propaganda sciita. È un'intervista del generale americano Wesley Clark. Ricorda un colloquio con Paul Wolfowitz, allora vicesegretario di Stato, all'inizio del 2003.

 

«Ma avete deciso di invadere l'Iraq? Ma perché?», spiega di avergli chiesto. E la risposta lo gela: «L'Iraq è solo l'inizio. Abbatteremo, we will take down, sette stati in cinque anni: Libano, Siria, Libia, Somalia, Sudan, e naturalmente, per finire, l'Iran». Il vasto programma è stato realizzato, o quasi. I Pasdaran si sentono i prossimi.

ali khamenei

 

Khamenei […] Conosce la superiorità aerea di Israele, i suoi caccia invisibili ai radar, le bombe americane capaci di perforare una collina. […] Per rimediare il defunto Soleimani aveva puntato su due armi. La guerriglia asimmetrica delle milizie arabe sciite, lo sviluppo del programma missilistico. Con risultati notevoli, ma non abbastanza da pareggiare i rapporti di forza […] La Guida suprema ha quindi soppesato l'alternativa politica.

 

Dettata anche dalla situazione interna, crisi economica, regioni periferiche in ebollizione, esasperazione giovanile. Già a inizio luglio aveva pilotato, tra candidature negate e altre non sostenute, l'ascesa dell'outsider Masoud Pezeshkian a nuovo presidente.

Pezeshkian è di origini curdo-azere, parla in maniera fluente sia il curdo che l'azero, oltre al persiano e al turco. La sua ascesa è dovuta in parte anche a questa sua particolarità.

 

ismail haniyeh con ali khamenei

Perché Teheran ha messo gli occhi da tempo sul Kurdistan iracheno, la chiave per strappare l'Iraq all'influenza economico-militare degli Stati Uniti. In una visita a metà settembre il leader iraniano ha conversato senza interprete con il presidente della regione autonoma del Kurdistan, Nechirvan Barzani. […] La proposta di Pezeshkian a Khamenei era di rompere l'assedio per via politica, di espellere le residue forze Usa dall'Iraq con accordi economici e diplomatici, e con il grimaldello dei Brics, il blocco antioccidentale a cui si è unito a inizio anno e che potrebbe vedere presto anche l'ingresso di Turchia e Azerbaigian.

 

massoud pezeshkian 2

Con i soldi cinesi, ha spiegato, prendono forma nuove rotte ferroviarie e dell'energia. Baghdad vuole vendere il suo greggio in petroyuan, per aggirare i vincoli occidentali. Pezeshkian ha firmato accordi a Erbil, ma anche con il premier iracheno Mohammed Shia Al-Sudani. Un progetto al lungo respiro, che richiede tempo. Troppo. Quando sono partiti i missili balistici verso Tel Aviv, non è stato neppure avvertito. […] Gli ayatollah si sentono soli, in piena sindrome dell'assedio. Vorrebbero reagire e temono l'errore fatale.

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...