morte

PERCHÉ ABBIAMO PAURA DELLA MORTE? – MELANIA RIZZOLI: “I BAMBINI NE PARLANO PRATICAMENTE SENZA PAURA; NELL' ADOLESCENZA INIZIANO LE PRIME ANSIE E RIFLESSIONI LEGATE ALLA FINE E NELL'ETÀ ADULTA SI CONSIDERA UN VERO E PROPRIA TABÙ. SI CHIAMA 'TANATOFOBIA' ED ESISTONO ALCUNE FASI DI TRANSIZIONE NELLE QUALI…”

Melania Rizzoli per “Libero Quotidiano”

 

morte 1

Si chiama "tanatofobia" e colpisce milioni di persone in tutto il mondo. È la paura della morte e/o della propria mortalità, ed è un timore correlato che ad un certo punto della vita accompagna l' individuo generando un pensiero ricorrente, uno stato d' ansia silente ed ossessivo, una paranoia mascherata da scaramanzia, con inconfessabili sensazioni scatenate dal terrore di imbattersi nell' ignoto.

 

Durante la vita esistono alcune fasi di transizione nelle quali si può essere più inclini ad avere paura della morte, e questo dipende da diversi motivi, tra cui l' età, la religione, il livello di sensibilità personale, lo stato di salute, l' esperienza della perdita e così via, ma in alcuni casi la paura si trasforma in una forza così potente che potenzialmente può influire e condizionare ogni azione quotidiana.

melania rizzoli

 

Solo in questi casi si parla di tanatofobia, che è diversa dalla necrofobia, che invece rappresenta la paura delle persone che muoiono o delle cose morte, ma, pur essendo due concetti correlati, sono entrambi fobie provocate da emozioni profonde relative al futuro, da riflessioni che scuotono la coscienza e che spesso rendono la paura della morte peggiore della morte stessa.

 

Tutti noi conosciamo la transitorietà della vita, ed ognuno di noi sa che prima o poi dovrà affrontare la morte, ma non per questo ci pensiamo ogni giorno o ci lasciamo influenzare il quotidiano da questa preoccupazione.

 

morte

Da giovani non si ha quasi mai paura della morte, della quale si prende coscienza tra i 4 e i 6 anni, ma quando gli esseri umani raggiungono l' età adulta si sono fatti un' idea abbastanza precisa del suo significato, anche se nessuno sa per certo cosa si prova e come ci si senta a morire, ed è proprio questo mistero quello che spaventa, quel buio della fine al quale non si è mai davvero preparati.

ultima foto di bowie prima di morire

 

Perché anche se abbiamo assistito al decesso di una persona cara, se abbiamo ascoltato il suo ultimo battito cardiaco, visto esalare l' ultimo respiro, e l' abbiamo osservata mentre scivola inerme nell' immobilità della morte, con gli occhi vitrei e spenti per sempre della luce di vita, noi non solo non sapremo mai cosa ha provato, ma ricorderemo in eterno quel momento, il nostro dolore, lo sconcerto dell' abbandono, la disperazione del vuoto definitivo della sua presenza, e l' angoscia di un corpo e di un' anima che volano via insieme chissà dove, umiliando in quell' attimo tutte le nostre difese cognitive e razionali, che appaiono misere ed inutili di fronte a quel grande enigma.

bonnie e clyde prima di morire

 

 

Pochi di noi sanno esattamente come moriranno, se in modo rapido e indolore, o a seguito di una malattia lenta e dolorosa, a causa di un incidente improvviso, mentre si dorme o mentre si è sotto sforzo, ed ognuno di noi tende a rimuovere questo pensiero, a distrarsi dall' idea, per non convivere con un arcigno fantasma accanto, quello che san Francesco osava chiamare Sorella Morte.

 

Eppure è strano che un fondamento così reale, così concreto, forse l' evento più certo delle nostre vite, venga costantemente rimosso, scompaia dai nostri discorsi, dalle nostre conversazioni ed elucubrazioni mentali, come qualcosa di inconfessabile, che inorridisce e disgusta, un pensiero maligno da allontanare, pur sapendo che è un appuntamento fisso del nostro seppur lontano orizzonte.

 

MORTE

ESORCIZZATA

 

Ma perché si ha paura della morte? Chi la teme tende a non parlarne, e spesso sono le persone più vicine, quelle che si amano, quelle a cui più di tutte non si osa confessare questa paura, che viene esorcizzata dalle nostre vite, anche se questa grande opera di rimozione corrisponde all' epoca in cui la morte è più rappresentata, poiché ogni giorno vediamo migliaia di morti nei tg, nelle fiction, al cinema e in televisione.

 

FACEBOOK E I PROFILI DI PERSONE MORTE

Il carattere spaventoso e terrorizzante della morte è legato al fatto che ne conosciamo l' ineluttabilità, quella che pone fine alla possibilità di vivere, di essere felici, di lasciare i nostri cari, di non poter più soddisfare i nostri desideri, di raggiungere i nostri obiettivi, oppure più semplicemente di non poter più amare, godere della vita e provare piacere.

 

L' idea della morte e il conseguente timore, cambiano con l' età.

 

la morte di adolf hitler sui giornali

I bambini ne parlano praticamente senza paura, anzi spesso li sorprendiamo mentre giocano "a fare il morto"; nell' adolescenza iniziano le prime ansie e riflessioni legate alla fine; ma è crescendo che l' essere umano diventa più consapevole dei propri limiti, e nell' età adulta, soprattutto in quella senile, si arriva paradossalmente a considerare la morte un vero e propria tabù.

 

Facciamo il possibile per allontanarla, evitando i rischi e le spavalderie della giovinezza, ci riempiamo di farmaci salvavita, facciamo analisi e controlli di sicurezza, soprattutto quando ci avviciniamo agli ultimi anni di vita, quando i dubbi che circondano la morte iniziano ad aumentare e la fine della vita comincia ad essere una realtà imminente.

 

LA MORTE

Durante l' esistenza infatti, alla morte non ci si rassegna, e la sua paura in realtà ne nasconde altre, come quella del dolore, del buio, della sofferenza, delle cose sconosciute, del nulla in cui si verrà inghiottiti, che poi è la fine di tutto, e chi pensa spesso alla morte sono soprattutto le persone avanti con gli anni e quelle malate, che ne arrivano ad avere addirittura il terrore.

 

LA MORTE

 

SCHERZARCI SU

Da sani infatti, la morte non è mai così temibile, perché appare un evento improbabile, e spesso ci si scherza su, mentre quando si è afflitti da una malattia grave, l' unico pensiero ricorrente è quello di evitarla, perché emerge forte un solo desiderio: quello di vivere.

 

MORTE

Spesso la morte è paragonata alla fine della sofferenza, ad una terapia che cancella definitivamente il dolore, e per molti parenti che assistono una persona cara è accolta addirittura con sollievo, come fosse l' unica soluzione di una agonia straziante, ma quasi mai la morte viene invocata dal malato, che ne ha paura e che la sente avvicinarsi nelle tenebre della malattia incurabile.

 

 

morte nera nel medioevo

Per i medici che la contrastano, la morte è sempre una sconfitta, che prevarica tutte le vite salvate, le sfide impossibili vinte, e resta appunto un evento mortificante, una zona di fine vita che lascia senza fiato, ed alla quale mai ci si abitua. Eppure paradossalmente la morte è dolce, perché anche se arriva violenta ed improvvisa, o se incede lentamente annunciata e prevista, essa è meno dolorosa dell' evento che l' ha provocata, in quanto spegne il cervello rendendolo inconscio, spazza via ogni pensiero e ricordo, e trascina via il corpo e l' anima nel suo placido limbo, strappandoci alla vita nell' anno, nel giorno e nell' ora segnati nel nostro destino, un appuntamento predestinato e sconosciuto, che ognuno di noi spera il più lontano possibile, e in attesa del quale non ci resta che vivere.

 

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