“MI HANNO DISTRUTTA” - BRITNEY SPEARS TORNA A VOMITARE FIELE SULLA SUA FAMIGLIA, ACCUSANDOLA DI AVERLA FATTA SENTIRE UNA NULLITÀ: “MI DICEVANO TUTTI I GIORNI CHE ERO GRASSA, CHE LE MIE PERFORMANCE ERANO ORRIBILI E IO NON POTEVO FARE NULLA PERCHÉ ERO DIVENTATA UN ROBOT, NON MI IMPORTAVA PIÙ DI NULLA. MI MANDAVANO ALLE RIUNIONI DEGLI ALCOLISTI ANONIMI PUR SAPENDO CHE NON ERO ALCOLIZZATA. TUTTI SAPEVANO, MA MIA MADRE E MIA SORELLA…” - VIDEO
Annalisa Misceo per www.vanityfair.it
All’indomani dell’uscita del suo primo singolo da quando è tornata libera - Hold me closer, con Elton John - Britney Spears decide di dire la sua. E lo fa con un messaggio audio su YouTube, ora rimosso, nel quale racconta la sua verità sugli anni nei quali è stata sotto la tutela di suo padre.
«Stamattina mi sono svegliata e mi sono resa conto che ci sono tantissime cose nella mia testa che non ho mai condiviso con nessuno», ha detto in apertura dei suoi 22 minuti di audio, aggiungendo di aver avuto molte occasioni per parlare - «anche con Oprah Winfrey» - ma che ha sempre rinunciato a rilasciare interviste. «Mi hanno offerto molti soldi, ma a me non sarebbe bastata una intervista classica», ha spiegato: «Avevo troppa paura del giudizio degli altri per riuscire a parlare a cuore aperto, ma ora è cruciale per me condividere i miei pensieri, soprattutto per aiutare gli altri che hanno vissuto il mio stesso dramma».
Ha quindi ripercorso la timeline dei 13 anni sotto la tutela di suo padre Jamie Spears, che accusa anche di «predeterminazione». «Erano anni in cui», racconta, «non ero in grado di dire né fare nulla: niente aveva senso per me. Qualcuno ha messo in testa mio padre quell’idea, e lui e mia madre l’hanno accolta e messa in pratica. La sera in cui tutto è cominciato c’erano almeno 200 paparazzi a fotografarmi mentre mi portavano via in ambulanza. Ero sconvolta, ma in corpo non avevo né alcool né droghe. Fu un abuso vero e proprio»
Nel messaggio, Britney ribadisce tutto quello che aveva già detto ai giudici: dall’impedimento a guidare all’impossibilità di avere i soldi anche «per acquistare una candela», dall’obbligo ad andare in tour al telefono sotto controllo. Ma soprattutto la progressiva distruzione dell’autostima: «Mi dicevano tutti i giorno che ero grassa. Mi facevano sentire una nullità e io ci credevo. Mi dicevano che le mie performance erano orribili e io non potevo fare nulla perché ero diventata un robot, non mi importava più di nulla. Mi mandavano alle riunioni degli alcolisti anonimi pur sapendo che non ero alcolizzata. Mi hanno costretta ad affrontare ore di psicoterapia, sotto la loro guida. Avevo 30 anni e dovevo sottostare alle regole di mio padre. E mia madre, mio fratello, i miei amici: tutti vedevano, tutti sapevano e nessuno faceva niente».
Ed è proprio sua madre quella con cui Britney è più arrabbiata, perché Lynn avrebbe potuto e dovuto aiutarla e invece di contattare un avvocato ha solo nascosto ai media quello che accadeva: «Invece di aiutarmi, lei e mia sorella mi hanno fatto sentire come se fossi io quella cattiva», ha detto nell’audio: «È questa, credo, la cosa che mi ha ferito di più. Mi hanno buttata via, è così che mi sento: come se la mia famiglia mi avesse buttata via».
«Ma come hanno potuto farlo?» aggiunge poi quasi in lacrime. «Non mi meritavo tutto questo: ero solo debole, fragile, spezzata. Ero umana e sto dicendo tutto questo solo per far sapere a tutti che sono questo: umana. E se non lo racconto, non potrò mai guarire».
La fine del messaggio, però, invita alla speranza. «Ora ho fatto una meravigliosa canzone con uno degli uomini più geniali e sono estremamente grata di questo. Ma se anche voi vi sentite strani, esclusi, soli e abbandonati, non fatelo: abbiate fiducia. La mia vita è stata molto lontana dall’essere facile, non siete soli».
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