big venezia

ANCHE LE SUPERSTAR SI INCAZZANO - UN GRUPPO DI CELEBRITA' SCRIVE AL GOVERNO ITALIANO UNA LETTERA APERTA PER SALVARE VENEZIA - TRA I FIRMATARI MICK JAGGER, FRANCIS FORD COPPOLA, JAMES IVORY, WES ANDERSON - LA MISSIVA SI INTITOLA "DECALOGO PER VENEZIA" - PER GLI SCRIVENTI OCCORRE UNO "STATUTO SPECIALE" PER EVITARE CHE LA CITTA' SI TRASFORMI IN UN PARCO GIOCHI COME DISNEYLAND 

Pierluigi Panza per il corriere.it

 

Mick Jagger

Le capriole dei delfini all’imbocco del Canal Grande ve le potete dimenticare. A Venezia si «riparte» proprio da dove eravamo rimasti: da sabato le Grandi Navi potrebbero tornare a sguazzare in Laguna. E la prima a entrare nel bacino di San Marco, dopo più di un anno, potrebbe essere proprio quella che si schiantò sulla banchina del porto di Santa Marta nell’estate del 2019. Se non è ripartenza questa!

 

I nomi

In attesa che il «mai più alle Grandi Navi» si trasformi in dispositivo cogente, che la si finisca con le logiche speculative degli immobiliaristi e con i flussi turistici fuori controllo, un drappello di celebrities e studiosi hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, a quello del Consiglio, ai ministri dei Beni culturali e del Turismo, al presidente della Regione, al sindaco e ad altre autorità.

 

james ivory

La lettera si intitola «Decalogo per Venezia» e chi scrive sono il frontman dei Rolling Stones Mick Jagger, i registi Francis Ford Coppola, James Ivory e Wes Anderson e l’attrice britannica Tilda Swinton. Con loro, raggranellati da Toto Bergamo Rossi (direttore della Fondazione Venetian Heritage) ci sono mecenati come David Landau nonché direttori di musei e studiosi tra i quali Richard Armstrong, del Guggenheim di New York, Françoise Nyssen, già ministra della Cultura francese, Gary Tinterow, di The Museum of Fine Arts, Houston, i critici Anna Somers e Christopher Bollen, l’artista Anish Kapoor e molti studiosi e direttori di casa nostra.

 

Città inquinata

Francis Ford Coppola fotografato agli Hollywood Film Awards lo scorso anno a Beverly Hills

Per gli scriventi «occorre uno statuto speciale per Venezia, una legge che ne tuteli non solo l’integrità fisica, ma anche l’identità culturale». Chiedono che «siano preservati non solo l’immenso patrimonio artistico, ma anche la vita cittadina che conferisce l’anima». Questo obiettivo si può ottenere attraverso uno sforzo corale basato su un «Decalogo».

 

Dieci punti che riguardano altrettante criticità. Uno: considerata l’elevatissima entità dei fondi pubblici già impiegati si ritiene «doveroso ultimare il discusso Mose». Due: Venezia è la terza città portuale più inquinata d’Europa, «da marzo 2020 a causa della pandemia il traffico delle Grandi Navi è stato sospeso, ma ora sta per riprendere. Si auspica uno stop definitivo».

 

Tre: «Salvaguardia dell’ecosistema lagunare», che vuol dire cura dei fondali e attenzione alle correnti della Laguna. Quattro: gestione dell’overtourism (nel 2019 erano stati 25 milioni i visitatori) attraverso «un accesso per gruppi tramite prenotazione obbligatoria» e regole comportamentali adeguate.

 

Venezia il 1 maggio

Cinque: guerra alle affittanze, alle speculazioni immobiliari e ai bed & breakfast per riequilibrare il rapporto tra visitatori saltuari, ospiti, abitanti e ricezione alberghiera. Sei: «Facilitazioni per affitti di locali commerciali e per affitti a lungo termine per residenti» onde evitare il depauperamento del tessuto economico.

 

Sette: «Controllo delle licenze commerciali» poiché molte attività di somministrazione di alimenti e bevande e di intrattenimento turistico sarebbero gestite in modo non professionale e spesso abusivo. Otto: maggiore controllo del decoro urbano poiché Venezia rischia di essere ridotta «a un parco giochi come Disneyland».

 

Venezia, tornelli

Nove: «Una nuova gestione del traffico acqueo» per evitare i moti ondosi che provocano erosione degli edifici. Dieci: «La pianificazione degli eventi culturali dovrebbe essere organizzata attraverso la creazione di una cabina di regia».

 

In sostanza, i firmatari auspicano che il progressivo ritorno alla «normalità» diventi un’opportunità per ripensare alla gestione di Venezia.

Venezia turismo

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…