profughi siriani

LA PROPOSTA DI MILENA GABANELLI SUL CAOS MIGRANTI: “L’ITALIA NON PUO’ FARCELA DA SOLA. SI RISCHIA LA RIVOLTA SOCIALE. SERVE UN PROGETTO DA PORTARE A BRUXELLES PER FARCELO FINANZIARE. DEVE PREVEDERE LA MAPPA DEI LUOGHI IN CUI CONVOGLIARE I FLUSSI (200 MILA PERSONE L'ANNO), NEI QUALI IDENTIFICARE CHI HA DIRITTO DI RESTARE, FARE I CORSI DI LINGUA, FORMAZIONE AL LAVORO E ALLE REGOLE EUROPEE”

Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

 

milena gabanelli e la sua ultima puntata di report  3milena gabanelli e la sua ultima puntata di report 3

Il problema dell'accoglienza dei profughi va risolto. E bisogna trasformare lo tsunami in una opportunità, attraverso un progetto complessivo, pragmatico e a gestione pubblica che sfrutti ex ospedali, caserme e luoghi tolti alla mafia. I Comuni allora sarebbero pronti a fare la loro parte. Ma l'Europa deve dire se ci saranno i fondi.

 

La situazione è esplosiva, L'Italia non può farcela da sola, La popolazione è impaurita, si rischia la rivolta sociale. Queste sono le conclusioni dei vertici politici sul tema: presa d' atto del problema. Ma la soluzione qual è? Gli sbarchi sono quotidiani, e il numero di disperati destinati a restare in Italia cresce: senza documenti in regola, dalle frontiere verso il nord Europa, non si passa più.

 

MIGRANTI ITALIA SVIZZERA 2MIGRANTI ITALIA SVIZZERA 2

Nel mondo ideale se ne uscirebbe fermando guerre e persecuzioni, in quello reale si negozia e basta, mentre milioni di disperati fuggono dai bombardamenti, e altrettanti in cerca di lavoro. L' Italia ha proposto all' Europa il migrant compact, che vuol dire: aiutiamoli creando occupazione a casa loro.

 

Ma chi va a investire in Africa se non vede un ritorno economico? Paradossalmente chi ci sta aiutando è la cinica Cina, che da 10 anni, dall' Angola allo Zambia, sta finanziando infrastrutture ripagate in risorse minerarie. Ora hanno costruito in Etiopia un polo industriale che impiega 7.000 persone; collegato con autostrada, ferrovia e il nuovo porto di Gibuti. Sono entrate in produzione 23 aziende: cinesi, indiane, olandesi, e il gruppo Unilever. Stanno investendo 500 milioni di euro nella nuova città industriale di Huajian, con la creazione diretta di 50 mila posti di lavoro.

 

italian navy rescue operation cc8de10bf5italian navy rescue operation cc8de10bf5

La convenienza sta nella manodopera a basso costo nell'industria manifatturiera. Possiamo chiamarlo neocolonialismo, ma è dentro alle organizzazioni sindacali nate nelle fabbriche che si sviluppa la consapevolezza necessaria a trasformare i regimi in democrazie; senza contare che per un africano un posto di lavoro malpagato è sempre meglio del nulla.

 

Europa e Stati Uniti hanno regalato denaro per 70 anni, senza curarsi del fatto che serviva ad arricchire i dittatori senza creare posti di lavoro. L'Africa oggi ha bisogno di tutto, mentre il nostro mercato è saturo, e nel mondo si sta facendo strada una nuova visione di sviluppo, però i tempi sono lunghi e intanto gli sbarchi nel 2016 rasentano i 190.000, contro i 153.000 del 2015. Questo è la situazione che ci attende per i prossimi 10 anni, e la nostra posizione geografica non ci consente di chiudere frontiere: il mare non lo puoi recintare. Di fatto siamo diventati l'hub d'Europa.

 

arrivo italiaarrivo italia

Lo sa il ministro dell'Interno Minniti, che 3 giorni fa ha deciso la riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione, in parte dismessi fra mille polemiche e violenze. La delega è passata al prefetto Morcone: I tempi per la riapertura sono lunghi, perché le strutture sono state vandalizzate. Intanto lo Stato continua a fare quello che ha sempre fatto, smista gli sbarcati nei Cara, nei comuni, negli alberghi o parrocchie, fra gestioni mafiose e umanitarie, con pratiche che girano da una commissione all' altra per anni.

 

Il risultato è quello che viene raccontato dalle cronache di Milano, Roma, Torino, Bologna, Genova e di tutto il Sud: un' umanità che girovaga nei parcheggi, chiede l'elemosina, quando va bene finisce nel giro del caporalato, quando va male in quello dello spaccio, e poi in carcere, dove si radicalizza. Intanto cresce l'insofferenza della popolazione, cavalcata dalla politica più populista.

 

i migranti al confine italia austriai migranti al confine italia austria

Allora proviamo a trasformare lo tsunami in una opportunità, attraverso un progetto complessivo, pragmatico e a gestione pubblica, dove il terzo settore si limita a svolgere un lavoro di supporto; un progetto da portare a Bruxelles per farcelo finanziare. Il piano deve prevedere la mappa dei luoghi in cui convogliare i flussi (stimabili in circa 200.000 persone l' anno), nei quali identificare chi ha diritto di restare e chi no, fare i corsi di lingua, di formazione al lavoro e alle regole della democrazia europea.

 

Per una migliore razionalizzazione e controllo, sono preferibili ampi spazi, che abbiamo già: i resort sequestrati alla mafia, gli ex ospedali, l' enorme patrimonio delle caserme dismesse. La caserma Montello a Milano è già operativa, ma nelle mani delle cooperative e associazioni che non prevedono né l'identificazione né la formazione.

i migranti al confine italia austria 3i migranti al confine italia austria 3

 

La caserma Lamarmora, a Tarvisio, dismessa due anni fa, dove c'è già tutto: bagni, refettorio, mensa, stanze. Poi c'è la caserma Serena a Treviso, la Gasparro a Messina, la Battisti a Sulmona; poi ci sono quelle utilizzabili in parte (la Serini nel Bresciano, la Stamoto e la Perini a Bologna), altre da ristrutturare perché disabitate da tempo. I lavori si possono fare velocemente con provvedimenti d'urgenza, con personale qualificato ad evitare la solita spartizione della torta, e la supervisione di un commissario europeo delegato.

 

È necessaria poi l'applicazione di regole rigide: obbligo di frequenza quotidiana dei corsi, e tempo massimo di permanenza nelle strutture di 6 mesi, trascorsi i quali i richiedenti asilo, provvisti di status e curricula devono essere trasferiti per quote nei diversi Paesi europei e sul nostro territorio.

 

i migranti al confine italia austria i migranti al confine italia austria

Per attuare questo piano occorre assumere circa 25.000 professionisti, fra insegnanti, formatori, addetti alla gestione, medici, e 40 giudici dedicati a stabilire chi ha diritto a restare e chi no. Costi: circa 2 miliardi di euro per la messa in abitabilità; circa 2,5 miliardi di euro all'anno, fra stipendi, manutenzione e mantenimento. Sono calcoli approssimativi, ma fatti con la consulenza di esperti dei diversi settori coinvolti.

 

i migranti al confine italia austria  4i migranti al confine italia austria 4

Se l'Italia si assumesse la responsabilità dell' identificazione e formazione, l' Europa farebbe la sua parte? Il commissario europeo Avramopoulos ha dichiarato pubblicamente che i soldi per finanziarci ci sono. E i Paesi membri si prenderebbero la loro quota? I delegati all' immigrazione da noi consultati (Carina Ohlsson per la Svezia, Inhjerd Schon per la Norvegia, Marian Wendt per la Germania) hanno espresso disponibilità. I nostri sindaci invece sarebbero disponibili a mettere a disposizione dello Stato le caserme o gli ampi spazi necessari ubicati nei loro Comuni, per realizzare il progetto, e poi accogliere i migranti in piccoli gruppi, già identificati e formati, per provvedere all' integrazione sul territorio?

 

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

Non ci sono altre alternative hanno dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala e quello di Bologna Virginio Merola. Favorevole a questa impostazione l' assessore al Welfare del Comune di Torino Sonia Schellino, l' assessore all' Urbanistica del Comune di Roma Paolo Berdini, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, quello di Prato Matteo Biffoni, di Pietrasanta Massimo Mallegni, di Zeri Egidio Pedrini. Il sindaco di Vicenza Achille Variati afferma: Questo è un esodo che durerà anni, se non vogliamo riempirci di un popolo di disgraziati e di clandestini, che vengono buttati nelle braccia della delinquenza, dobbiamo prendere per mano il fenomeno.

FILIPPO NOGARIN SINDACO DI LIVORNOFILIPPO NOGARIN SINDACO DI LIVORNO

 

Ci sto!. Ci sta anche il sindaco leghista di Cecina Susanna Ceccardi, anche se preferirebbe non vedere nemmeno un migrante sul suo territorio, e pure il sindaco di Novara Alessandro Canelli. Con tutti i distinguo del caso, anche Matteo Salvini è favorevole a una gestione pubblica centralizzata.

 

Resta aperta la questione più complessa: i migranti economici. Il rimpatrio è costoso perché gli accordi con i Paesi d' origine prevedono una contropartita. Un ricatto che finora non abbiamo mai affrontato in modo energico, e coordinato. Abbiamo fatto accordi con l' Egitto, il Gambia, e intavolato un dialogo con la Nigeria, ma le rotte si sono spostate in Libia. In quella polveriera con chi dialoghi?

 

Sui tavoli internazionali c' è la proposta di allestire i controlli direttamente alla frontiera dei Paesi coinvolti. Ma chi ci deve pensare? L' Alto Commissariato Onu per i rifugiati? Forse. E mentre si discute, noi abbiamo un problema dentro casa che ci riporta al punto di partenza.

ruspa di  salvini a pontida ruspa di salvini a pontida

 

Sono i Comuni che devono fare pressione sul governo affinché chieda all' Europa il finanziamento di un progetto d' impresa che crei le basi per una vera integrazione degli aventi diritto, in modo che anche il migrante economico, in attesa di rimpatrio, possa essere gestito tramite l' organizzazione complessiva.

 

Vantaggi: una maggiore percezione di sicurezza da parte dei cittadini, la creazione di posti di lavoro e la rivalutazione di un patrimonio, oggi destinato alla svendita o alla fatiscenza.

È l' occasione per riprenderci dignità e dimostrare al mondo che sappiamo diventare un modello, là dove gli altri hanno fallito.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…