millennials

MILLENNIALS GENERATION - HANNO LA STESSA ETÀ DEL WEB E TRASMETTONO SAPERI, COMPETENZE E STILI DI VITA AGLI ADULTI: CON I NATIVI DIGITALI I PADRI DIVENTANO FIGLI DEI PROPRI FIGLI - SECONDO UNA RICERCA SCRIVONO MOLTO PIÙ DELLE GENERAZIONI PRECEDENTI E, SOPRATTUTTO, HANNO ELABORATO LINGUAGGI E CODICI CHE BYPASSANO LA SCUOLA

MILLENNIALS 1MILLENNIALS 1

Marino Niola per “la Repubblica”

 

Più che una generazione, sono una specie in mutazione. Con il cambiamento epocale scritto nel nome. Li chiamiamo millennials, con una definizione che evoca le incognite delle grandi svolte, l’inquietudine del numero mille. L’attesa millenaristica, le insidie del millennium bug, il debutto del nuovo millennio, con il suo carico di angosce paralizzanti e innovazioni esaltanti.

 

Un triplo concentrato di storia allo stato puro in undici lettere e quattro sillabe. Di più zippato c’è solo il poema di Aramis, il più letterato dei tre moschettieri, ventimila versi in una sillaba sola.

 

Nata nei primi anni Novanta come millennial generation, in origine l’espressione designava coloro che sarebbero diventati adulti con l’avvento del Duemila. Gli inventori, William Strauss e Neil Howe, avevano bisogno di un’etichetta semplice per classificare nella loro teoria delle culture generazionali i bambini nati fra il 1982 e il 2004. Ragazzi che hanno la stessa età, e lo stesso dna, di internet. Tanto è vero che li hanno identificati anche come generazione internet e, in seguito, come nativi digitali.

MILLENNIALSMILLENNIALS

 

Perché a disegnarne il profilo collettivo e a definirne il destino storico è la rete. Che ne ha fatto i protagonisti di un testacoda generazionale senza precedenti. Perché per la prima volta i figli della galassia virtuale hanno invertito i flussi di trasmissione della cultura e dei valori. Perché sono fatti a immagine e somiglianza del web, ne compartecipano l’orizzontalità, la simultaneità e l’assenza di autorità. E perché si sono fatti maestri di se stessi. Ma anche nostri.

 

Una volta i modelli culturali, i contenuti dell’insegnamento, le regole del comportamento, avevano un andamento discendente. Saperi, esperienze, conoscenze, competenze passavano dagli adulti ai giovani. Oggi è sempre più vero il contrario. Le istruzioni per vivere hanno un moto ascendente, dagli under agli over. Gli stili di vita, la moda e il dress code, le aspirazioni, le emozioni, i costumi, i consumi hanno un segno sempre più giovanilista.

MILLENNIALSMILLENNIALS

 

E di questa inversione di polarità, la tecnologia è la causa efficiente e, insieme, l’icona dominante. Quella che cattura il sentimento del tempo, che linka il passaggio dall’età della stampa a quella dello schermo, dall’elettrico all’elettronico, dal pensiero analogico a quello digitale, dal mondo della diacronicità a quello della sincronicità, dalla Galassia Gutenberg alla Galassia Zuckerberg.

 

La naturalità con cui i nativi stanno di casa nella tecnologia, li ha sparati molto più avanti dei loro genitori e insegnanti. Se la simultaneità, che è la cifra profonda della società liquida, fa fuori la cronologia, l’anteriorità del prima e la posteriorità del poi, rende di fatto superfluo ogni rituale di iniziazione e revoca i fondamenti stessi dell’educazione. Addirittura oggi l’iniziazione funziona alla rovescia, nel senso che sono i nativi digitali a iniziare i loro genitori, portati dalle onde del web come migranti in cerca di approdi.

 

Richiedenti asilo in un mondo nuovo e pieno di promesse, di cui i ragazzini custodiscono gelosamente le chiavi. Sono loro a decidere se e quando aprire cancelli e cancelletti a mamme, papà e insegnanti.

 

MILLENNIALS    MILLENNIALS

È una lotta impari fra grandi che si arrampicano faticosamente, e volenterosamente, sulle scale impervie dell’alfabetizzazione tecnologica e la facilità irridente di pischelli che sembrano nati imparati e surfeggiano leggeri sulle onde del web. In fondo sono l’incarnazione tech dell’intelligenza multifunzione di Ulisse. Il grande archetipo del multitasking.

 

Non a caso Omero lo chiama polytropos, cioè ingegno multiforme. E forse, a guardarlo dalla nostra prospettiva, la sua navigazione ondivaga, piena di distrazioni e di deviazioni, fa pensare al labirinto liquido della rete dove i ragazzi dot.com amano perdersi in una simultaneità orizzontale, piena di diversioni e di seduzioni.

 

Del resto, come diceva Walter Benjamin, il labirinto è la via di chi non vuole arrivare alla meta. E proprio così ci appaiono spesso i nostri piccoli nerd. Il loro rapporto tra mezzi e fini ci spiazza e ci irrita, soprattutto quando si tratta dei nostri figli. Non riusciamo a decidere se ammirarli, invidiarli o detestarli.

MILLENNIALS  MILLENNIALS

 

Anche per questo, la loro disarmante competenza innata ci fa quasi rabbia, il loro dadaismo digitale, pieno di ironia e qualche volta di sufficienza nei nostri confronti, ci fa sentire ininfluenti, incompetenti, vagamente dementi. Mentre loro ostentano una scienza infusa che, di fatto, rottama i tutori. E li sostituisce con i tutorial.

 

Secondo una ricerca dell’Università di Stanford scrivono molto più delle generazioni precedenti e, soprattutto, hanno elaborato linguaggi, codici ed estetiche che bypassano la scuola. Adesso sono app e youtube, forum e chat che forniscono info e consulting, guide e counseling.

 

i millennials non sono troppo libertinii millennials non sono troppo libertini

Con guru under 20 che postano lezioni su tutto lo scibile, il fattibile e il pensabile. Come imparare ad usare l’ultimo programma di montaggio o avere un makeup impeccabile h24. Ma anche l’arte di fare ordine nei cassetti, corsi di pittura, fitness, compressione dei file, chitarra e perfino l’how to play per suonare Mozart.

 

E ancora, disegnare manga e intonare mantra, l’abbici del cake design, i trucchi di instagram, l’autoproduzione di cosmetici bio, come nutrirsi correttamente, le mosse del gangnam. Senza trascurare i classici, autostima e automassaggio, cucina e cucito, inglese e cinese. E la mappa concettuale per l’esame di maturità.

 

millennials 7millennials 7

In questo oceano del possibile, i ragazzi, che a 15 anni inventano start up milionarie, appaiono molto meno spaesati di quegli adulti che pontificano su di loro. O li inseguono affannosamente, nello sforzo patetico di catturarne l’attenzione, di intercettarne i valori, finendo invece per esserne catturati. E diventare, come diceva Guillaume Apollinaire, figli dei propri figli.

millennials 11millennials 11millennials 4millennials 4millennials 2millennials 2marketing millennialsmarketing millennialsmillennials 3millennials 3

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…