stasi

GARLASCO NON CI CASCO - NELLE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA IN APPELLO A 16 ANNI, I GIUDICI SOSTENGONO CHE ALBERTO STASI ABBIA UCCISO CHIARA POGGI PERCHÉ TEMEVA POTESSE RIVELARE I SUOI SEGRETI - LA GRANDE PROVA? IL RAGAZZO AVEVA IL PC PIENO DI IMMAGINI PORNO!

Claudio Bressani per “la Stampa”

delitto garlasco04 alberto stasidelitto garlasco04 alberto stasi

 

L’unico punto interrogativo alla fine resta il movente, che non è stato possibile accertare ma va ricollegato a «un pregresso tra vittima e aggressore»: «È la scena del crimine ad individuarlo in quel rapporto di “intimità scatenante un’emotività” che non può che appartenere ad un soggetto particolarmente legato alla vittima». Per il resto, invece, dall’analisi degli elementi di fatto la prima Corte d’assise d’appello di Milano non ha dubbi: è stato Alberto Stasi, «oltre ogni ragionevole dubbio», ad uccidere la fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco.

 

LO STUDENTE MODELLO

CHIARA POGGI CHIARA POGGI

Per questo è stato condannato a 16 anni di reclusione, pena calcolata partendo da una base di 24 e applicando lo sconto di un terzo per il rito abbreviato. In 140 pagine, scritte dalla stessa presidente Barbara Bellerio e depositate ieri, sono condensate le ragioni che hanno portato a ribaltare la doppia assoluzione annullata dalla Cassazione. «Alberto Stasi - si legge nel passaggio chiave - ha brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo “per bene” e studente “modello”».

 

GLI INDIZI CONFLUENTI

Gli indizi contro di lui sono tanti e sono usciti quasi tutti «rafforzati» dal nuovo processo. Soprattutto vanno valutati non «isolatamente e avulsi dal loro contesto» ma «nella loro possibile confluenza», come ha indicato la Cassazione, cioè con una «lettura congiunta». Scrive la Corte che «Chiara Poggi è stata uccisa da una persona conosciuta, che lei stessa ha fatto entrare».

VILLA 
GARLASCO
VILLA GARLASCO

 

Per come si è mosso, «l’aggressore conosceva quella casa». Inoltre «era arrivato in bicicletta» e Stasi possedeva non una ma «più di una bicicletta» nera da donna, la cui macrodescrizione è compatibile con quella riferita dalle testimoni. Tale disponibilità per altro «non ha mai menzionato» agli inquirenti. Inoltre «ha reso un racconto incongruo, illogico e falso quanto al ritrovamento del corpo», a partire dall’iniziale tentativo di far credere ai carabinieri che potesse essere stato un incidente domestico: una caduta dalle scale, per altro impossibile perché - rileva la Corte - lui stesso aveva riferito che la porta delle scale era chiusa.

 

delitto garlasco stefania cappa alberto stasidelitto garlasco stefania cappa alberto stasi

Ancora: «Sulle sue scarpe non vi erano tracce di sangue né le macchie sul pavimento erano modificate dal suo passaggio» e «sul dispenser del sapone in bagno sono state trovate soltanto due impronte, entrambe dell’anulare destro di Stasi». Sui pedali della sua bici bordeaux, risultati sostituiti, «era presente copiosa quantità di Dna di Chiara, riconducibile a materiale altamente cellulato». Infine l’imputato ha «un alibi che non lo elimina dalla scena del crimine», anzi resta «una finestra temporale compatibile con la commissione del delitto».

 

IL MOVENTE DELLA VERGOGNA

Resta la domanda più delicata: perché? Alberto, osserva la Corte, aveva il computer pieno di migliaia di immagini pornografiche. Anche di «donne incinte riprese durante atti sessuali, donne mature in pose pornografiche, orge, rapporti indotti con la forza, anche di natura omosessuale, anche raccapriccianti».

 

delitto garlasco05 famiglia poggi funeralidelitto garlasco05 famiglia poggi funerali

E tutti i giorni le visionava. «Un conto - si legge nella sentenza - sono erotismo e pornografia condivisi, e perciò consapevolmente accettati da due soggetti adulti, altro è venire a conoscenza di interessi del partner “segreti” o di natura tale da non poter essere facilmente “digeriti”». Lei potrebbe avere visto casualmente alcune di quelle immagini. O forse già «in precedenza potevano essere sorte discussioni».

 

Quale che fosse il motivo, «l’assassino si è portato di prima mattina a casa di Chiara, forse per ottenere o fornire spiegazioni verbali, che al contrario hanno fatto sì che lo stesso di vedesse “costretto” ad aggredire la vittima e a “eliminarla”».

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...