aria condizionata ufficio

LA GUERRA DEL CONDIZIONATORE - NEGLI UFFICI, IN ESTATE, SI CONSUMA LA TRAGEDIA TRA CHI HA TROPPO CALDO E CHI TROPPO FREDDO - OBAMA VUOLE ALMENO 25 GRADI, ZUCKERBERG IMPONE 15 GRADI AI SUOI DIPENDENTI E AGLI INGLESI LITIGARE SUL TERMOSTATO COSTA OGNI ANNO 13 MILIARDI DI STERLINE

Elvira Serra per il “Corriere della Sera”

 

ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO  ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO

Basterebbe un buon deumidificatore. Perché poi è quello, che davvero dà noia all'organismo: l'umidità. Ma vallo a spiegare ai colleghi, che si sentono in pace solo circondati da pernici artiche. L' estate, bandita dagli uffici, dove ufficialmente non è mai pervenuta, continua a contrapporre chi ha freddo e chi ha caldo: perlopiù maschi e femmine, ma non è detto, ci sono sempre eccezioni con cui è possibile creare inattese alleanze.

 

Resta il fatto che il cambio di stagione, in un open space , è pressoché inutile. Perché i maschi, non si sa perché, quando sono al lavoro non indossano mai sandali, abiti di lino, indumenti freschi e morbidi. E le femmine si ritrovano costrette a coprire spalle abbronzate, colli sottili, gambe finalmente libere dai collant.

ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO  ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO

 

Se ne era occupata pure la rivista Nature Climate Change : anno dopo anno, a dispetto delle quote di genere e dell'emancipazione femminile, si perpetua la Great Arctic Office Conspiracy, una grande cospirazione ai danni delle donne, visto che i termostati sono tarati sulle esigenze di maschi corpulenti, pelosi e vestiti d'estate come d'inverno.

A ogni latitudine, trovare un punto di incontro sembra impossibile. Una ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2015 ha mostrato che il 42 per cento dei dipendenti pensano che in ufficio faccia troppo caldo, il 56 per cento che faccia troppo freddo. Chi ha ragione?

 

ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO  ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO

Soltanto nella Gran Bretagna, tra spegnere e accendere il condizionatore o lamentarsi si perde il 2 per cento delle ore di lavoro, pari a tredici miliardi di sterline l' anno. In Australia, scrive la Bbc , il caldo asfissiante costa 6,2 miliardi di dollari. Eppure è un dato di fatto che temperature confortevoli, dai 23 ai 25 gradi, aiutino la produttività.

 

A dispetto della versione di Zuckerberg (Mark), che nelle sue sale conferenze fa tenere il termometro a 15 gradi (forse con il sospetto che qualcuno possa addormentarsi), altri studi della Cornell University, nello Stato di New York, hanno dimostrato che con un bel calduccio di 25 gradi si fanno meno errori: il 10 per cento, per essere precisi, contro il doppio a venti gradi. Il che spiega perché il presidente Barack Obama nello Studio Ovale mantenga una temperatura tale da «far crescere le orchidee», come hanno riferito al New York Times persone a lui vicine.

 

ARIA CONDIZIONATAARIA CONDIZIONATA

«Non bisognerebbe tenere la temperatura di un ambiente troppo bassa. Se è inferiore di oltre 4-5 gradi a quella esterna ci espone al rischio di choc termico, perché il nostro corpo ha bisogno di abituarsi lentamente», spiega l' ortopedico Paolo De Giorgis, del Centro Medico Ambrosiano di Milano. A lui, dopo, tocca occuparsi delle contratture a livello di cervicale e rachide lombare. Quando il problema, invece, non riguarda le vie respiratorie.

Su questo punto interviene Gabriele Pelissero, ordinario di Igiene e organizzazione sanitaria all' università di Pavia.

 

ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO   ARIA CONDIZIONATA IN UFFICIO

Dice: «I filtri vanno puliti di frequente e le operazioni di sanificazione quotidiana devono essere fatte bene, stando attenti alle polveri che si depositano sopra gli armadi. Il flusso d' aria non deve essere mai diretto, né troppo forte. In una condizione ideale i locali devono poter essere climatizzati in modo dolce, senza vortici di aria né sovraccarichi di umidità».

Il controllo dell' umidità renderebbe superflua perfino l' aria condizionata. De Giorgis ricorda che «in ambienti asciutti, purché all' ombra, non si patisce il caldo».

 

E allora basterebbero altri accorgimenti, a partire dall' abbigliamento, come stanno cominciando a fare alcune multinazionali, qui da noi l' Eni, che nei mesi estivi aboliscono la cravatta dal dress code. Resta un sogno il local warming , con i suoi dispositivi tecnici che intervengono sulla singola postazione di lavoro: pensiamo per esempio ai bocchettoni che ci troviamo in testa sugli aerei, ma oggi esistono anche luci su misura o riscaldamento ai piedi. Troppo costosi, per adesso. Nel frattempo, neppure le mezze stagioni ci aiutano più.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…