noia libro il diritto di annoiarsi anna silvia bombi daniele malaguti

TROPPI STIMOLI, SIAMO ANNOIATI – BOMBARDATI DI INFORMAZIONI E STIMOLATI DALLE APP, ORMAI SIAMO SEMPRE PIÙ INCAPACI DI APPREZZARE IL QUOTIDIANO ED ESSERE ANCORATI AL PRESENTE – NEL LIBRO “IL DIRITTO DI ANNOIARSI”, ANNA SILVIA BOMBI E DANIELE MALAGUTI SPIEGANO PERCHÉ, NONOSTANTE L'IPERSTIMOLAZIONE, NON RIUSCIAMO A ESSERE PIENAMENTE COINVOLTI NEL “QUI E ORA” CHE CI PORTA A SPIPPOLARE SUL CELLULARE: UNA MICROATTIVITÀ CHE HA UN EFFETTO TEMPORANEO, MA…

Estratto dell’articolo di Giuliano Aluffi per “Il Venerdì di Repubblica”

 

la noia 

[…] quasi ogni mese esce un articolo in cui si dice che dovremmo ritrovare il tempo di annoiarci, per diventare più creativi. Ma la realtà, secondo la scienza, è un po' diversa: paradossalmente ci stiamo annoiando sempre di più.

 

«Un indizio? Nel 2000 gli studi sulla noia avevano un migliaio di citazioni, nel 2020 erano nove volte tanto» spiega Anna Silvia Bombi, psicologa dello sviluppo, che con lo psicoterapeuta Daniele Malaguti ha scritto il saggio Il diritto di annoiarsi (Il Mulino, pp. 176, Euro 13). […] Aggiunge Malaguti: «In questi anni ci siamo trovati in una condizione di impoverimento delle esperienze e della socialità. Questo ha reso tutti noi più sensibili a un disagio che non è nuovo, ma si è nettamente acuito: è già da una ventina d'anni che in psicologia si parla di riscoperta della noia».

Il diritto di annoiarsi Anna Silvia Bombi daniele malaguti

 

Ma che cos'è la noia? «Un'emozione legata a doppio filo al nostro bisogno di agire in modo fruttuoso con l'ambiente, ricavandone sia benefici che un senso di efficacia personale» risponde Bombi. «Se questo bisogno è frustrato, per causa nostre interne come l'incapacità a prestare attenzione, o esterne, come un contesto privo di ogni stimolo, allora avvertiamo la noia». Che è diversa dall'apatia, perché l'apatia basta a sé stessa, mentre la noia ci rende insoddisfatti, ci fa cercare qualcosa da fare, è insomma quello che Tolstoj definiva "un desiderio di desideri".

 

L'eccesso di pungoli digitali non è la soluzione ma un nuovo problema: «L'iperstimolazione produce difficoltà a mantenere l'attenzione, che a sua volta rende più difficile sentirsi pienamente coinvolti nel "qui ed ora"» spiega Malaguti. «Così il momento presente mi sembra vuoto, mi annoia. Questo fastidio mi impedisce di fermarmi a riflettere, e mi spinge invece a cercare nuovi stimoli, che non sono necessariamente significativi, ma possono essere trastulli momentanei come guardare l'email, controllare quanti "mi piace" ha ricevuto il mio ultimo post sui social, e così via».

noia

 

Ma queste microattività hanno effetti molto limitati e temporanei. «Anche perché ormai siamo assuefatti alla sovrastimolazione digitale» osserva Malaguti. «Si è alzata la soglia da superare perché qualcosa attiri la nostra attenzione, e così ci annoiamo più facilmente».

[…]

Le neuroscienze confermano l'idea che la noia sia una specie di sentinella.

Danckert e Eastwood hanno mostrato che la mente annoiata assomiglia molto alla mente a riposo: c'è poca o nulla attività nella rete cerebrale preposta al focalizzarsi su un pensiero o un'azione (detta "rete di salienza" e composta dall'insula e dalla corteccia cingolata anteriore dorsale) e sono invece molto attivi i circuiti cerebrali tipici dei pensieri casuali, dell'ozio e delle fantasticherie, ovvero il Default Mode Network (DFM), rete cerebrale composta da più aree (come il lobo temporale mediale, la corteccia prefrontale mediale e quella cingolata posteriore).

Il linguaggio del corpo parla di noia

 

«Durante la giornata, questi due stati si alternano, e l'interruttore che ci fa passare dall'uno all'altro è l'insula» spiega John Eastwood. «Però perché l'insula possa fare al meglio il suo lavoro ci serve autocontrollo per agli stimoli che cercano di renderci passivi. Questo è il motivo per cui, come evidenziano diverse ricerche, i bambini e gli adolescenti si annoiano di più dei ventenni e degli adulti: la loro corteccia prefrontale, cruciale per l'autocontrollo, è ancora incompleta […]».

 

SESSO E NOIA

Quanto alla credenza che la noia renda più creativi, è tutta da rivedere: «Gli studi che lo sostengono sono controversi, ad esempio non fanno distinzione tra l'annoiarsi e il sognare a occhi aperti, ed è quest'ultima attività che è associata alla creatività» commenta Danckert. «La noia non ci rende più creativi, ma quello che si può dire è che le persone creative si annoiano di meno».

SESSO E NOIA

 

[…] «Le persone più portate ad annoiarsi spesso hanno dei modelli mentali poco aderenti alla realtà […] i narcisisti che amano parlare soltanto di sé senza interessarsi minimamente all'interlocutore». Insomma quelli che, dopo avervi stordito con il racconto minuzioso delle loro giornate, aggiungono sornioni: "Ma adesso basta parlare di me, parliamo di te: cosa pensi tu di me?".

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