moby prince

NESSUNA BOMBA A BORDO: IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE “FU COLPA DI UNA TERZA NAVE" (UNA CHIATTA PER IL TRASPORTO MERCI O UN PESCHERECCIO SOMALO) - APPROVATA ALL'UNAMINITÀ LA RELAZIONE FINALE DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE SUL TRAGHETTO CHE LA SERA DEL 10 APRILE DEL 1991 SI SCONTRÒ CON LA PETROLIERA AGIP ABRUZZO, PROVOCANDO LA MORTE DI 140 PERSONE – LE PERIZIE ESCLUDONO TRA LE ALTRE COSE LA PRESENZA DI ESPLOSIVO A BORDO DEL TRAGHETTO...

Luca Serranò per repubblica.it

 

moby prince foto di massimo sestini 13

"La Moby Prince è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l'incidente. Purtroppo questa nave non è ancora stata identificata con certezza".

 

 

 

Potrebbe essere vicina la verità sul disastro del Moby Prince, il traghetto della Navarma che la sera del 10 aprile del 1991 si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, provocando la morte di 140 persone. Come spiegato dal presidente della commissione parlamentare d'inchiesta, Andrea Romano, le indagini hanno accertato la presenza di una terza nave - circostanza affiorata anche nei giorni successivi la tragedia, ma mai riscontrata - che di fatto avrebbe provocato il disastro. L'imbarcazione, anche a causa della fine anticipata dei lavori della commissione, non è ancora stata identificata. Due le ipotesi, secondo Romano, su cui si dovrebbe investigare ancora: una bettolina (una chiatta per il trasporto merci), o un pescherecchio somalo.

moby prince foto di massimo sestini 12

 

"Le perizie ci dicono che l'esplosione non fu causa della collisione", ha aggiunto ancora Romano presentando i risultati della relazione finale, in cui si esclude tra le altre cose la presenza di esplosivo a bordo del traghetto. Poi, riguardo le condizioni meteo di quella notte: "Sono state ricostruite con vari documenti o misure fatte da strumenti che si trovavano in quell'area: le conclusioni sono che visibilità di fronte al porto di Livorno era buona se non ottima, vento di pochi nodi, mare calmo e corrente marina ininfluente".

 

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