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UNA BRUTTA SHARIA PER NETFLIX! - ARABIA SAUDITA, EMIRATI ARABI, BAHRAIN, OMAN, KUWAIT E QATAR HANNO INTIMATO ALLA PIATTAFORMA DI STREAMING, CONSIDERATA “SPONSOR UFFICIALE DELL’OMOSESSUALITA’”, DI ELIMARE I CONTENUTI CONTRARI AI VALORI DELL’ISLAM – NON DIGERISCONO I CONTENUTI LGBTQ, CHE ORMAI SONO PRATICAMENTE IL 100% DI QUELLI PRESENTI SUL SITO: “SONO CLIP DOLOROSE PER I NOSTRI FIGLI”. NEL SENSO CHE POI LI FRUSTANO? - VIDEO

 

Da www.tag43.it

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Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Oman, Kuwait e Qatar. Sono le sei nazioni del Golfo Persico che, attraverso il Gulf Cooperation Council (GCC), hanno intimato a Netflix di eliminare i contenuti contrari ai valori dell’Islam. Sebbene la dichiarazione non scenda nel dettaglio, i media statali hanno confermato che si tratta di contenuti Lgbtq+.

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La tv di stato saudita ha infatti persino trasmesso il video sfocato di un cartone animato che presenta il bacio tra due donne. È solo l’ultimo dei tanti attacchi alle produzioni di Hollywood in Medio Oriente, che hanno coinvolto anche Disney e Marvel Studios.

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La dichiarazione del GCC non ha fornito dettagli sui contenuti, parlando solo di materiale «che contraddice i valori e i principi islamici e sociali». Le autorità hanno chiesto a Netflix di rimuoverli dalla piattaforma al più presto, minacciando provvedimenti seri in caso di inottemperanza, tra cui il bando definitivo.

 

PUBBLICITA SU NETFLIX

È stato facile però capire come il riferimento sia ai contenuti Lgbtq+. La televisione di stato saudita ha infatti trasmesso un’intervista ad una consulente comportamentale, che ha descritto il colosso dello streaming come «sponsor ufficiale dell’omosessualità». Ha corredato le dichiarazioni con un episodio – opportunamente sfocato – di Jurassic World: Camp Cretaceous che vede la presenza di un bacio fra due donne. «Si tratta di clip dolorose per i nostri figli, nipoti e per la prossima generazione». Netflix non ha ancora commentato.

 

strusciate lesbo tra madonna e la rapper tokischa 9

A Riyad, come riporta anche Associated Press, vige ancora la Sharia. La legge islamica punisce l’omosessualità con la galera, la fustigazione e persino la morte. Per questo nel corso degli anni diverse case di produzione cinematografica sono finite sotto accusa per i contenuti Lgbtq+ in film e serie tv.

 

Ad aprile, le autorità arabe avevano bandito Doctor Strange nel Multiverso della Follia dai cinema per la presenza di un personaggio omosessuale. Stesso discorso, qualche mese dopo, negli Emirati Arabi Uniti per il film di animazione Lightyear. Lo spin off di Toy Story infatti contiene una breve scena con un bacio saffico. Non finisce qui, perché a giugno le autorità di Riyad avevano anche sequestrato giocattoli e vestiario a tinte arcobaleno dai negozi del regno. Gli articoli comprendevano fiocchi, gonne e cappelli destinati ai bambini o comunque al pubblico più giovane.

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