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"TROPPI DRINK, NON CAPIVO NIENTE, MI SENTIVO MORTA" - IL VERBALE DELLA 18ENNE DI RAVENNA CHE RICOSTRUISCE LA NOTTE DEL PRESUNTO STUPRO, DAL MISTERIOSO PRIMO DRINK ALLA VOMITATA LUNGO LE SCALE FINO ALLA VIOLENZA – IL ROMENO SOTTO ACCUSA SI DIFENDE: "DOPO LA DOCCIA SI ERA RIPRESA, FU LEI A BACIARMI". PER IL TRIBUNALE NON CI FU REATO - COME PUO' UNA DICIOTTENNE RIDOTTA IN QUELLO STATO AVER DATO UN CONSENSO VALIDO? 

Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

stupro 4

Su quel divano, Adele non era più Adele. «Mi sentivo immobile, paralizzata, un morto proprio...non capivo niente», ha spiegato al giudice il 13 novembre del 2017 durante l'incidente probatorio. L'indagine della procura di Ravenna era già a buon punto, nonostante fosse passato appena un mese dalla notte in cui la studentessa sostiene di essere stata violentata da un 30 enne romeno, lo chiameremo Cristian, conosciuto poco prima in un locale.

 

La testimonianza di Adele impressiona non tanto per ciò che ricorda, ma per quello che non ricorda. Ha dei flash in mezzo al buio, rammenta voci, sensazioni. «C'era l'acqua fredda», «mi hanno sollevato come un sacco », «vomitavo lungo la scala», «sentivo qualcuno che aveva un rapporto con me...». Il verbale di Adele A verbale la diciottenne si sforza di mettere assieme i pezzi, ma i pezzi le scivolano via dalla mente. Non è di aiuto neanche la psicologa che l'assiste.

droga dello stupro 1

 

Aveva esagerato col bere quella notte, è pacifico. L'hanno vista stare male sia al "Prosecco", il dancing dove si trovava con tre amici, sia nella casa nel centro di Ravenna dove è stata portata e dove ha avuto il rapporto sessuale sul divano del salotto. Un filmato girato col telefonino da uno dei presenti, di cui ha dato conto ieri Repubblica , documenta il suo disorientamento.

 

E tuttavia una settimana fa il Tribunale di Ravenna ha assolto i due imputati (Cristian e il 31 enne senegalese che ha fatto i video) perché "il fatto non costituisce reato". Secondo il collegio di tre giudici composto da due donne e un uomo, i due non volevano abusare della ragazza o non sapevano che fosse in uno stato tale da non essere in grado di esprimere coscientemente il consenso. In attesa delle motivazioni, l'avvocata di Adele Elisa Cocchi non si spiega la sentenza se non come «retaggio patriarcale». Il misterioso drink di troppo Le prime ore al Prosecco sono ricostruite con lucidità dalla studentessa. «Siamo arrivati alle dieci con la macchina, abbiamo bevuto tre o quattro calici di vino bianco a testa, ci siamo messi a ballare».

stupro 6

 

Al gruppetto si avvicina il pr del locale che offre ad Adele il drink di troppo. «Non so cosa fosse, era un alcolico... dopo quel drink non ricordo niente, ho solo dei flash». Le analisi del sangue non hanno evidenziato tracce di sostanze stupefacenti in quantità tali da far pensare che abbia ingerito a sua insaputa la droga dello stupro, ma è anche vero che le ha fatte quattro giorni dopo. «Il primo ricordo che ho dopo il drink è di essere stata sollevata a testa in giù, presumo in spalla a qualcuno. Ho fatto le scale e ho vomitato. Dopo si è spento tutto, fino a quando mi sono ritrovata stesa sul divano».

 

Le due docce e il sesso Intorno alle 4 di notte, nell'appartamento, ci sono Adele, l'amica Sara e i due trentenni. La trascinano sotto la doccia per farla riprendere dopo l'ennesima vomitata. «Mi ricordo l'acqua fredda, mi hanno fatto due docce. Non so chi avevo intorno. Ero senza vestiti, solo con le mutande e il reggiseno... lo so perché sentivo freddo». La riportano sul divano. «Mi sentivo immobile, paralizzata».

 

Chiama il nome del suo fidanzato, più e più volte. «Una voce mi risponde: sono io». Ma il fidanzato non c'è, è a casa sua. «Il ricordo successivo è di qualcuno che mi tira giù i pantaloni e ha un rapporto con me. Vedevo a fatica la faccia di lui sopra la mia... era il ragazzo seduto nel tavolino (al Prosecco, ndr ) un po' più in là, mai visto prima, né ci ho mai parlato».

 

stupro 5

Quando il giudice Piervittorio Farinella le chiede come faccia a dire di aver avuto un rapporto sessuale proprio allora, risponde: «Perché sentivo la sensazione di qualcuno che aveva il rapporto con me, ma solo quella, non ero in me». Dopo le fanno bere un caffè e Adele vomita ancora. «Il flash successivo è di qualcuno che mi aiutava a camminare, mi sorreggeva e mi faceva uscire dall'appartamento, mettendomi sul sedile posteriore della macchina».

 

Si addormenta e si risveglia alle sette e mezzo della mattina su un letto matrimoniale, con il senegalese che dormiva accanto a lei. La versione del ragazzo La versione di Cristian, durante l'udienza di convalida del suo arresto e prima di essere rimesso in libertà dal Riesame, è molto diversa. Riconosce sì che Adele inizialmente stava male («Era completamente sporca di vomito, credo che si sia sentita male in macchina non perché aveva bevuto ma perché soffriva il mal d'auto e io guido veloce nelle curve ») però, a parer suo, dopo la doccia si era ripresa.

 

stupro 2

«Si è risvegliata e sembrava molto lucida. Rispondeva alle mie domande. A un tratto ha cominciato a toccarmi e abbracciarmi, baciandomi sul collo. Le ho chiesto se volesse fare sesso, e lei ha detto sì. Ho utilizzato il preservativo. Dopo il rapporto si è rivestita e siamo scesi giù, camminava normalmente». Il Tribunale di Ravenna gli ha creduto e lo ha assolto.

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