joe ligon

“NON TRATTATE I GIOVANI COME AVETE FATTO CON ME” – L’INCREDIBILE STORIA DELL'83ENNE JOE LIGON, CHE HA PASSATO 68 ANNI IN CARCERE PROFESSANDOSI SEMPRE INNOCENTE - FU CONDANNATO A 15 ANNI A DUE ERGASTOLI DOPO AVER PARTECIPATO A UN’AGGRESSIONE IN CUI MORIRONO DUE UOMINI E ALTRI SEI RIMASERO FERITI -  LUI, ANALFABETA E POVERO, RIFIUTÒ NEGLI ANNI LA LIBERTÀ CONDIZIONATA A VITA: “NON AVEVO FATTO NIENTE. OGGI SONO OTTIMISTA. SOPRAVVIVERÒ…”

Anna Guaita per "il Messaggero"

 

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È tornato libero a 83 anni, dopo 68 anni di carcere. Aveva appena 15 anni quando fu condannato a due ergastoli, per due omicidi che sosteneva di non aver commesso. Joe Ligon era un afro-americano analfabeta, che si era trasferito con i genitori dalle campagne dell' Alabama alla città di Filadelfia in Pennsylvania. Correva l' anno 1951, e la pedagogia era una scienza quasi sconosciuta, e Joe fu senza tanti complimenti relegato alle elementari, nonostante fosse già un tredicenne grande e grosso. Così il suo destino fu segnato. Solo, povero, umiliato, preso in giro, Joe abbandonò la scuola e finì in una banda.

 

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LE AGGRESSIONI Nella notte del 20 febbraio 1953, tre di loro si ubriacarono e commisero una serie di violenti furti, armati di coltelli. Alla fine della notte selvaggia, due uomini erano stati uccisi e sei feriti.

Joe confessò di aver partecipato alle aggressioni, ma sostenne sempre di aver solo ferito una delle vittime. Gli inquirenti non gli credettero, e comunque l' opinione pubblica voleva condanne esemplari. A Joe furono comminati due ergastoli, nonostante la giovane età, mentre le attenuanti non furono neanche citate.

 

Joe Ligon ha sempre sostenuto di non essere un omicida, tanto che quando ha avuto la possibilità di accettare la liberazione con la condizionale, ha rifiutato. Gli sarebbe infatti stato imposto di restare sotto continua sorveglianza, e di non lasciare lo Stato della Pennsylvania, mentre lui voleva trasferirsi nel New Jersey per vivere vicino alla sua sorella minore e alla nipote. E poi non ha un buon feeling con lo Stato: «Il mio fratello minore è stato ucciso a Filadelfia, mio padre è stato ucciso in Pennsylvania. Mio fratello Jesse ha sposato una donna che è stata uccisa in Pennsylvania e anche il padre di lei è stato ucciso in Pennsylvania. Possiamo dire che la Pennsylvania ha portato molto crimine dentro la mia famiglia».

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La condanna di un minore all' ergastolo è stata giudicata anticostituzionale dalla Corte Suprema nel 2012. La Pennsylvania si era però rifiutata di applicare la sentenza retroattivamente. E solo dopo un nuovo ricorso, anche questo Stato ha dovuto accettare il parere dei giudici, ma ha offerto a tutti gli ergastolani condannati da minori solo lo sconto a 35 anni di detenzione con la coda della libertà condizionata a vita. E questo Joe l' ha rifiutato: «Non è libertà, se possono rimetterti subito in prigione se ti sposti nello Stato accanto per un giorno».

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Il suo rifiuto, nel 2017, aveva fatto rumore, e vari ex ergastolani sono andati a trovarlo in prigione per convincerlo ad accettare il compromesso. Uno di questi, John Pace, che nei suoi venti anni da carcerato vicino a Joe era diventato suo amico, si è rifatto una vita ed è diventato un assistente sociale specializzato nell' aiutare ex detenuti a rientrare nella società.

 

È stato lui, insieme all' avvocato difensore Bradley Bridge, ad aiutare Joe a trovare casa e riprendere contatto con la città una volta che gli è stato riconosciuto di aver portato a compimento la condanna con i 35 anni già scontati, senza bisogno di condizionale.

 

LA LIBERTÀ A quel punto, quando finalmente la libertà è arrivata, Joe era il detenuto più anziano negli Usa condannato all' ergastolo da minorenne. Uscito, Joe ha incontrato un giornalista del Philadelphia Inquirer nell' ufficio del suo avvocato, all' ottavo piano di un grattacielo: «Tutto questo è nuovo per me, non c' erano tutti questi palazzi negli anni Cinquanta» ha commentato Joe, che si è augurato che la sua vicenda serva a evitare che altri giovani «siano trattati così male».

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«Non sono un uomo cattivo» ha spiegato, e ha aggiunto che quando la polizia gli aveva detto che avrebbe fatto bene a confessare, non gli aveva precisato che sarebbe significato l' ergastolo.

Mentre era in prigione, Joe Ligon ha imparato a leggere e a scrivere, ed è diventato un pugile, seguendo un rigidissimo regime di allenamento anche adesso che ha 83 anni: «Sono ottimista - ha promesso all' avvocato che gli è stato accanto per anni gratuitamente - Penso che riuscirò a sopravvivere».

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