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UNA TERRA FLORIDA, MA NON DI TASSE – CON IL CORONAVIRUS MOLTI LAVORATORI DELLA SILICON VALLEY SI SONO TRASFERITI A MIAMI. E HANNO INTENZIONE DI RIMANERCI! - I COSIDDETTI “NOMADI DIGITALI” HANNO TROVATO OPPORTUNITÀ E VANTAGGI CHE VANNO BEN OLTRE IL CLIMA (È ESTATE TUTTO L'ANNO). UN ESEMPIO? GLI ENORMI BENEFICI FISCALI: NON CI SONO TASSE STATALI, MA SOLO QUELLE FEDERALI E LOCALI, E CHI APRE UN NUOVO BUSINESS È FORTEMENTE AGEVOLATO…

Francesco Semprini per "La Stampa"

 

IL TWEET FISSATO DI FRANCIS SUAREZ

«Il progresso dell' ecosistema tecnologico di Miami è il prodotto di duro lavoro, relazioni e dedizione, simile a come far crescere una startup. Stiamo costruendo una comunità accogliente e solidale per aiutare le menti brillanti!».

 

È questo il «tweet fissato» di Francis Suarez, il sindaco di Miami protagonista di una campagna social volta a trasformare la città della Florida in un nuovo polo tecnologico. Uno sforzo senza eguali che sta già portando risultati: con la complicità del Covid-19 nutriti gruppi di professionisti dell' hi-tech si sono allontanati dalla Silicon Valley per trasferirsi a «Magic City» lavorando in remoto. Ora però molti di loro hanno deciso di rendere permanente il cambio di residenza, dando un contributo a quella trasformazione della città voluta con forza da Suarez.

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Ben inteso, il fenomeno in questione è diverso da quello che vede le corporation trasferire la propria sede in un contesto più favorevole. I protagonisti della nuova migrazione sono piuttosto individui, imprenditori o investitori del comparto tecnologico che scelgono Miami senza andare a inserirsi in contesti societari già esistenti, ma piuttosto creandoli da zero. Sono «nomadi digitali», i quali trovano in questa appendice degli Usa opportunità e vantaggi che vanno oltre il fatto di vivere l' estate tutto l' anno.

FRANCIS SUAREZ MIAMI

 

Chi risiede in Florida, anzitutto, non è gravato dalla tassazione statale ma solo da quella federale e locale. Oltre a questo Suarez, con la sua campagna Internet, ha promosso una serie di misure a sostegno dei nuovi arrivati, come sgravi fiscali sulle start-up o agevolazioni all' insediamento dei nuovi business.

 

C' è da dire che Miami può già contare su un substrato tecnologico che è parte integrante del suo tessuto produttivo, rappresentato da iniziative di settore come Knight Foundation, eMerge Americas o Black Tech Week. Il sindaco tuttavia vuole andare oltre, puntando a creare un ecosistema tecnologico integrato, basato sull' intreccio di sinergie tra aziende, università, istituzioni, no profit e agenzie.

 

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Un progetto che pone la città della Florida in linea con quella nuova emigrazione tecnologica che sta interessando altre realtà del Sud degli Stati Uniti, come alcune città del Texas, New Orleans e distretti dell' Arizona. Dove confluiscono sempre più esuli della Silicon Valley, che paga il costo della vita assai elevato, la tassazione non proprio vantaggiosa e un crescente sentimento di avversità specie nei confronti dei giganti di settore. E il loro riposizionamento disegna una mappatura dell' America animata a Sud da quella che viene chiamata la nuova «Tech Belt».

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