joseph lanni thomas gambino

IL NUOVO PADRINO DI NEW YORK – JOHN GOTTI E FRANK CALÌ HANNO UN NUOVO EREDE: IL 48ENNE JOSEPH LANNI, DETTO IL “CAPTAIN”, È IL RAMPANTE EREDE DEL CLAN GAMBINO CHE SOGNA DI RICONQUISTARE PALERMO, RIUNENDO GLI AFFARI DI FAMIGLIA TRA SICILIA E USA – MA ADESSO LO SCENARIO È CAMBIATO RISPETTO AL PASSATO: IL “CAPTAIN”, CHE INSIEME A PIETRO INZERILLO AVEVA MESSO IN PIEDI UN SITO DI SCOMMESSE ONLINE, DOVRÀ VEDERSELA CON LA 'NDRANGHETA CANADESE E…

Salvo Palazzolo per “la Repubblica”

 

joseph lanni

New York ha un nuovo padrino. L' erede di John Gotti e di Frank Calì, i boss che hanno reso sempre più influente la famiglia Gambino, nonostante gli arresti e i processi. Adesso, è il momento di un altro rampante italo-americano a capo del clan: si chiama Joseph Lanni, avverte l' Fbi, che nei mesi scorsi ha inviato una nota riservata al servizio centrale operativo della polizia per fare il punto sugli ultimi movimenti del "captain", il capitano.

 

È uomo di grandi affari e misteri, Lanni, classe 1971. Di certo il più anomalo fra i capi della famiglia Gambino, fratello di un investigatore privato, la cui moglie è figlia di un imprenditore di molte relazioni a New York.

 

new york 10

Dieci anni fa, quando non era ancora il "capitano" venne indagato con il cognato di Frank Calì, Pietro Inzerillo, "tall Pete" come lo chiamano, "Pietro il lungo": avevano messo in piedi un moderno sito di scommesse online, il processo andò molto lentamente e qualcuno sulla stampa avanzò il sospetto che l' intraprendente e riservato Joseph Lanni avesse messo in campo le sue amicizie.

 

arresto di thomas gambino

Di sicuro, un giorno di carcere non l' ha fatto. E dopo la morte di Frank Calì, ucciso un anno fa da un giovane per un banale lite, il captain incontrastato sembra essere proprio lui. In realtà, sembra che l' investitura formale l' avesse ricevuta già nel 2018, ma la voce di Frank Calì continuava a contare. Adesso, Joseph Lanni gestisce a modo suo.

 

E c' è un gran fermento fra New York e la Sicilia. Come se ci fosse un' unica grande famiglia: i "perdenti" degli anni Ottanta, gli esiliati negli States da Totò Riina dopo la guerra di mafia, vogliono riprendersi Palermo. Con investimenti ancora non del tutto ben chiari.

 

FRANK CALI

Nel luglio scorso, la squadra mobile di Palermo ha fatto scattare un blitz, 19 esponenti delle vecchie famiglie sono stati arrestati: in manette è finito anche uno de rampolli più fidati di Lanni, Thomas Gambino. Ma neanche un mese dopo è stato scarcerato dal tribunale del Riesame, perché le prove non sono state ritenute sufficienti.

 

new york 1

Fra le carte dell' accusa, c' era anche un rapporto dell' Fbi che raccontava del particolare attivismo del 48enne rampollo di Staten Island: «Il figlio di Joseph Gambino - scrivevano gli investigatori americani - è indicato come principale collettore dei proventi illeciti generati dalle gaming machines illegali installate presso vari bar e social club a Brooklyn, dalle quale trae gran parte del suo reddito». Ma non è bastato. Ed è suonata come una beffa la scarcerazione di uno degli uomini più fidati del capitano, che intanto ha ripreso un aereo per gli Stati Uniti.

 

FRANK CALI

Con tanto di festa di ben tornato. Chissà con quale messaggio era arrivato a Palermo: i poliziotti l' avevano fotografato mentre faceva una gita in gommone, al largo di Mondello, con altri esponenti del clan Inzerillo. Per gli investigatori della polizia, un summit in piena regola, lontano da sguardi indiscreti e miscrospie. Per gli avvocati di Thomas Gambino, solo una gita al mare con vecchi amici e parenti. In tribunale, hanno anche portato le foto di quella giornata, fra tuffi e nuotate, panini e birra.

new york 2

 

Ma l' indagine fra Palermo e New York continua. A gennaio, anche la commissione parlamentare antimafia è stata in trasferta negli Stati Uniti. E al termine delle audizioni con magistrati e investigatori, il presidente Nicola Morra ha dichiarato a proposito dei rapporti fra Palermo e New York: «Le indagini evidenziano la volontà di ricostituire quei legami che negli anni '50, '60 e '70 sono stati stabili e forti». Ma oggi il percorso sembra diverso.

nicola morra

 

«Ci sono da capire - ha spiegato ancora il presidente Morra - i livelli di interazione e integrazione fra la Cosa nostra che un tempo dettava legge nello scenario americano, la 'ndrangheta che arriva dal Canada e altre mafie straniere». Eccola, la mission dell' ultimo capo della famiglia Gambino.

Una nuova rete di alleanze, in nome degli affari.

nicola morra nicola morranicola morra (2)nicola morra (3)FRANK CALI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…