povegliano ronde

UN PAESE DI RONDA. A POVEGLIANO, IN PROVINCIA DI TREVISO, NON C’E’ UN FURTO DA DUE ANNI. IL MERITO DEL “CONTROLLO DEL VICINATO”: TUTTI SI FANNO I CAZZI DI TUTTI ED AVVERTONO LA POLIZIA SE C’E’ QUALCOSA CHE NON TORNA. MA FUNZIONA – GLI AGENTI SONO SEMPLICI CITTADINI ARMATI DI SMARTPHONE

 

Daniela Uva per “il Giornale”

 

POVEGLIANO RONDE CIVILIPOVEGLIANO RONDE CIVILI

Una foto sul cellulare mostra un nomade che si aggira fra le case. Nel giro di pochi minuti scatta l' allarme: il sindaco avvisa i cittadini e dopo poco arriva anche il blitz dei carabinieri. A Povegliano, paese di cinquemila anime nella provincia di Treviso, ormai funziona così da due anni. Da quando il primo cittadino, Rino Manzan, ha introdotto il «controllo del vicinato».

 

Sono state battezzate così le ronde che occupano il dieci per cento della popolazione e che - di fatto - hanno completamente azzerato furti e rapine. Nel piccolo centro abitano poco più di cinquemila persone, oltre 500 volontari ogni giorno vigilano sul territorio armati solo di tablet e smartphone, scambiandosi informazioni attraverso sms e messaggi su WhatsApp. Il punto di riferimento è proprio lui, il sindaco che per primo ha introdotto questo sistema e che oggi vanta un record del quale va molto fiero: Povegliano è l' unico Comune italiano nel quale da circa due anni sono completamente scomparsi i ladri.

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«L' idea è quella di coinvolgere tutta la comunità nella vigilanza di case e strade - racconta -. Il sistema sta funzionando bene, perché garantisce maggiore sicurezza e crea legami molto più stretti». In effetti qui si conoscono davvero tutti. E ognuno contribuisce a far sentire più sicura l' intera città. Grazie a un sistema capillare, con tanto di referente per ogni strada che, di fatto, è il punto di riferimento per chi ci abita. «Siamo partiti in pochi, adesso siamo più di 500 - prosegue Manzan -. Tanti miei concittadini sono venuti a sapere dell' iniziativa e hanno deciso di partecipare».

 

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Qualcuno ha persino messo in soffitta il vecchio telefono cellulare, acquistando uno smartphone di nuova generazione che permette di scattare - e inviare - foto e video. «Era da un po' di tempo che pensavo di inserirmi nel gruppo - racconta un cittadino -, ma non avevo un telefonino adeguato. Così ho deciso di cambiarlo e adesso anche io, se vedo qualcosa che non va, posso fare la mia parte».

 

A smistare tutte le segnalazioni è proprio Manzan, che poi si occupa anche di farle arrivare alle forze dell' ordine. «Ogni giorno ricevo non meno di cento messaggi e foto - va avanti -. I miei concittadini si danno un gran da fare. Vigilano sulla loro strada affacciandosi alla finestra e osservano qualunque movimento o persona sospetta. Quando ricevo una segnalazione partono i controlli che permettono di sventare possibili minacce». Così, mese dopo mese, Povegliano si è trasformata in un' isola felice.

 

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«Ma le cose non sono sempre andate così - ricorda Nadia, una veterana del progetto -. Prima di cominciare il controllo di vicinato avevo subito diversi furti nel mio appartamento. Mi sentivo poco sicura, avevo paura di rimanere da sola in casa. Per questo quando il sindaco mi ha parlato di questa idea non ho avuto dubbi. Se lo Stato latita, come troppo spesso succede nel nostro Paese, l' unica alternativa è organizzarsi in piena autonomia».

 

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Ne è convinta anche Carla, che da qualche mese si è unita al gruppo: «Non siamo estremisti e non siamo violenti - precisa -. Ci limitiamo a tenere gli occhi aperti e a proteggere il territorio. Siamo una comunità unita e solidale, è questa la nostra forza». Ormai se ne sono accorti anche oltre i confini di Povegliano. E così il sindaco Manzan ha deciso di fare scuola, incontrando i suoi colleghi per insegnare loro i segreti del controllo di vicinato. Appena può mette in borsa gli adesivi che ormai sono diventati il simbolo di queste ronde 2.0 e va a fare proselitismo.

 

camalo POVEGLIANOcamalo POVEGLIANO

«I primi tempi ci guardavano con sospetto - dice -. Pensavano che fosse un' idea assurda. Poi, piano piano, si sono ricreduti. E oggi ricevo numerosi inviti per spiegare come funziona e come si può mettere in piedi questo sistema virtuoso». Un sistema che funziona anche grazie al supporto delle forze dell' ordine. «Il segreto sta nella buona volontà dei cittadini - conclude -, ma nessuno vuole sostituirsi a chi per mestiere deve garantire la sicurezza. La collaborazione è stretta, ognuno fa la sua parte». È così, almeno per ora, la paura qui è un lontano ricordo.

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