DOPO LA STORIA DELLA RICERCATRICE A CUI È STATA NEGATA L’ABILITAZIONE ALL’UNIVERSITÀ PERCHÉ DI DESTRA, IL GRANDE PAOLO ISOTTA METTE IL CARICO A BASTONI: “ANCHE IO, UN NON ALLINEATO, FUI BOCCIATO DAI PROF COMUNISTI”

1 - «IO, MUSICOLOGO NON ALLINEATO, BOCCIATO DAI PROF COMUNISTI»
Lettera di Paolo Isotta* a "Libero quotidiano"
*Giornalista e critico musicale

Caro Direttore, carissimo Maurizio, ho letto su Libero la nefanda storia dell'abilitazione a insegnare all'Università negata a Simonetta Bartolini (che non offenderò chiamandola professore) perché occupatasi nella sua attività di scrittrice di Soffici, Bartolini, Guareschi, Comisso: siccome la cara Simonetta sta evidentemente dalla parte dei vinti, davanti a Dio è una vincitrice.

Spero mi sia consentito di raccontare i miei (non) rapporti con l'Università: e riprendo ciò che più ampiamente dico nel mio libro "I Mammasantissima", che uscirà a settembre per la Marsilio dopo esser stato respinto dai sei principali editori italiani. A sedici anni San Gennaro mi illuminò facendomi capire che non avevo le qualità per diventare direttore d'orchestra, come sognavo: e mi consigliò di ripiegare sulla Storia della musica e sulla critica musicale.

Allora la musicologia non si sapeva nemmeno che cosa fosse: onde, tramite persone amiche, venni indirizzato verso un musicologo che s'incaricasse della mia educazione scientifica. Venni inviato a Parma da un musicologo padovano che apparteneva ai musicologi ufficiali del Pci. Ero un ragazzo carino ed ero già uomo fatto: il militante voleva possedermi carnalmente e al mio schifato rifiuto disse: «Guarda che ti taglierò le gambe!». E così fu.

Infatti partecipai tre volte al concorso per docente universitario, e la prima volta perché non avevo arte né parte e l'insegnamento universitario mi pareva la scappatoia, essendoci stata la campagna politica che mi escluse, appena assunto da Franco Di Bella, dal Corriere della Sera, per la ragione che rispetto Mussolini e il Fascismo e non facevo parte nemmeno allora dei servi di Nono, Abbado e Pollini. Venni tre volte bocciato.

La prima volta tra i giudici non sedeva il nobile padovano ma la commissione era pur sempre costituita da intellettuali organici (venni tradito dal mio mentore di allora, Fedele D'Amico, commissario); le altre due volte il padovano era addirittura commissario, e gli altri erano sempre "pcini". La motivazione fu sempre i miei libri non possedere scientificità. Questa mancata docenza divenne poi la mia fortuna, giacché San Gennaro dal male mi ha sempre fatto venire il bene. Ma la racconterò un'altra volta.
Un abbraccio.

2 - "QUELL'INSEGNANTE È DI DESTRA" E LE NEGANO L'ABILITAZIONE
Renato Besana per "Libero quotidiano"

L'università italiana non le ha concesso l'abilitazione a professore associato perché è dichiaratamente di destra e - quale orrore - si permette di svolgere attività giornalistica, anche in tivù e persino su fogli impresentabili quali Libero: con queste motivazioni, benché espresse nella prosa elusiva del burocratese, Simonetta Bartolini si è vista bocciare al concorso nazionale per titoli cui ha partecipato.

Ai candidati, il ministero dell'istruzione chiedeva di compilare un formulario in cui elencare le attività svolte, allegando, in formato elettronico, dodici pubblicazioni fra quelle degli ultimi dieci anni. Simonetta Bartolini si è attenuta alle indicazioni, senza sospettare che stava fornendo ai suoi giudici il pretesto per escluderla. Da una decina d'anni è ricercatrice all'Unint, Università internazionale di Roma, dove insegna Letteratura italiana contemporanea e Letterature comparate.

Segretaria di redazione alla «Rassegna della letteratura italiana» dal '95 al '98, ha ricoperto incarichi in numerose istituzioni culturali, dirige la rivista on line «Totalità» e si è a lungo dedicata alla critica sulla carta stampata e dagli schermi tivù. Un ottimo curriculum, cui si aggiungono libri e articoli su riviste importanti, per esempio «Nuova storia contemporanea» di Francesco Perfetti. Titoli inutili, se non dannosi, per chi è stato chiamato a vagliarli.

Uno dei commissari, Mario Sechi - omonimo del più noto giornalista - non ha remore nel metterlo nero su bianco: «Come studiosa», scrive nel testo rintracciabile sul sito del Muir, «la candidata presenta un profilo marcatamente militante, orientato sulle tesi del revisionismo storiografico (sul fascismo e sulla Resistenza come guerra civile, e sulla stessa esperienza della Rsi), e impegnato in un tentativo di rivalutazione di autori rivendicati dalla destra politica come fondativi di una tradizione alternativa a quella "vincente" ed egemonicamente canonizzata: da Soffici a Barna Occhini, di cui ha pubblicato il carteggio, a Papini e Guareschi (che viene messo a confronto con primo Levi in un saggio del 2008), a Comisso nella sua formazione dannunziana, a un Pasolini proiettato sin dai suoi esordi in una prospettiva ultra-mistica e ultra-tradizionalista».

Gli autori esclusi dal Pantheon della sinistra - quali Papini, Soffici, Comisso - non hanno dunque diritto di cittadinanza: dedicare loro analisi critiche è superfluo. Sul fascismo siamo tornati a un'era antecedente a De Felice; rileggere Pasolini in chiave eterodossa è blasfemo; parole come mistica e tradizione costituiscono, di per sé, un marchio d'infamia. Alla Bartolini si rimprovera il «profilo militante», perché rivolto a destra; se la militanza si fosse orientata nella direzione opposta, avrebbe rappresentato un titolo di merito.

Non è finita: la monografia su Papini, di cui la Bartolini è autrice, l'unica mai pubblicata, che conta 400 pagine fitte, è stata ritenuta «modesta». Beata ingenuità: nel testo, per ottenere plauso, sarebbe bastato aggiungere che il corrosivo scrittore presentava aspetti d'antifascismo inconsapevole, un po' come fece Bruno Zevi che, per salvare Giuseppe Terragni dalla damnatio memoriae, asserì che la sua opera era «oggettivamente» antifascista.

Tra i demeriti ascritti dalla commissione ministeriale all'imprudente studiosa, anche il fatto d'aver dedicato saggi e scritti al padre, il grande pittore e incisore Sigfrido Bartolini: pubblicazioni, si legge nello sprezzante giudizio, "che nascono dal contesto familiare", e dunque per questo irrilevanti. Da non credere, soprattutto in un'università, com'è la nostra, soggetta al più bieco familismo.

Ancor peggio l'attività giornalistica, di per sé spregevole, anche perché svolta fuori dalle testate gradite all'apparato cultural-mondano. Se gli articoli della Bartolini fossero apparsi su Repubblica, di sicuro nessuno avrebbe avuto da ridire.

Da notare che l'abilitazione a professore associato non garantisce alcun posto: chi l'ottiene, può soltanto sperare nella chiamata d'un ateneo. È tuttavia agghiacciante costatare come nel 2014 il pregiudizio ideologico ancora determini le sorti del nostro sistema educativo. Il criterio, da quarant'anni a questa parte, resta il medesimo: fuori i fascisti dall'università, come continuano a gridare i bravi ragazzi dei collettivi (e fascista, beninteso, è chiunque non s'inchina al politicamente corretto).

 

paolo isottaCLAUDIO ABBADO PODIO mag01 m g maglie marcelllo veneziani simonetta bartoliniSIMONETTA BARTOLINI E NIPOTE cen19 simonetta bartoliniantlls11 simonetta bartolini ciccio bongara

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...