paolo savona beppe grillo

PAOLO SAVONA SI “SALVÒ” GRAZIE ALLA LEGGE ODIATA DA GRILLO - GRAZIE ALLA NORMA CIRIELLI, IL MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI OTTENNE LA PRESCRIZIONE E EVITO’ IL GIUDIZIO PER AGGIOTAGGIO SU IMPREGILO - E PER BEPPEMAO E’ SEMPRE STATA UNA “LEGGE PORCATA” PER “SALVARE I DELINQUENTI”

Giuliano Foschini e Marco Mensurati per “la Repubblica”

 

BEPPE GRILLO SUONA LA CAMPANELLA

Per Beppe Grillo è sempre stata una « legge porcata » , una norma « salva delinquenti » , « scritta e approvata soltanto per B.», giusto per citare alcune definizioni prese dal suo blog. In realtà Grillo si sbagliava.

 

Perché della norma a cui faceva riferimento, la « legge Cirielli » , voluta fortemente dal governo Berlusconi e grazie alla quale tra le altre cose si abbassavano i termini di prescrizione, hanno beneficiato anche altre persone. Tra queste, Paolo Savona, il nuovo ministro degli Affari Ue, l' uomo attorno al quale, si è aperto uno scontro durissimo tra il presidente della Repubblica e il Movimento 5 Stelle.

 

paolo savona lorenzo fontana

È stato proprio grazie alla Cirielli, infatti, che Savona è riuscito a evitare il giudizio per il reato di aggiotaggio per il quale era stato mandato a processo. A ottobre del 2010, il tribunale di Milano dichiarò estinto il reato per prescrizione, intervenuta in anticipo proprio per effetto della " norma salva Previti", questo l' originale soprannome della legge 251 del 2005.

 

Secondo il pm Walter Mapelli, Savona - allora presidente di Impregilo - insieme con l' ad Piergiorgio Romiti, aveva « diffuso notizie false concretamente idonee a provocare una sensibile variazione delle azioni Impregilo». In particolare Savona era accusato di aver fatto una "operazione cosmetica" , in modo da migliorare i conti della società che presiedeva e rassicurare così gli azionisti. Le storie sul tavolo sono diverse.

 

BEPPE GRILLO SCHIACCIATINA COL TONNO

La principale riguarda una società controllata da Impregilo, la Imprepar, finita in liquidazione. Imprepar era però molto esposta con Impregilo. Ma Savona e Romiti avevano comunicato che era in grado di ripagare il debito con la sua controllante. Come accertato dalla Guardia di Finanza, si trattava però di una comunicazione priva di ogni fondamento. « Previsioni a braccio, senza alcun rispetto per le norme del modello organizzativo e con il chiaro intento di fornire al mercato una immagine più favorevole della situazione economica del gruppo » . Il ministro Savona mise per iscritto false dichiarazioni almeno in due occasioni, in documenti ufficiali: il 25 febbraio del 2003 in un comunicato stampa. E il 13 marzo con una comunicazione Consob.

 

paolo savona

In entrambi casi «aveva corretto» i dati del liquidatore sostenendo che la società fosse in pareggio e non in perdita. Per farlo, tra le altre cose, Savona «sopravvalutava i crediti verso lo stato iracheno», con il quale era in ballo un contratto per una serie di opere pubbliche da realizzare, dalla diga di Mosul al porto di Fao, progetto tra l' altro tutt' ora rimasto tale. I crediti che nel 2002 valevano 60 milioni, per colpa dell' embargo, vengono iscritti a bilancio per 120 milioni al 21 dicembre 2003.

 

«Una valutazione - si legge negli atti - che non teneva conto del perdurare stato di guerra in quel paese e risultata, a sua volta, smentita dalle comunicazioni della Sace ( la società assicurativa pubblica, ndr) per la commessa Mosul e da quella dello studio legale Bernasconi circa la possibilità di procedere al sequestro conservativo per le cambiali sottoscritte dall' Iraq come avallante. Secondo la Sace, in particolare, il credito per la commessa doveva considerarsi del tutto svalutato » . Quasi buffa la tesi difensiva di Savona: quei crediti furono rivalutati dai bombardamenti americani, che avrebbero contribuito a sprigionare le potenzialità del paese fino ad allora tenuto in scacco da Saddam Hussein.

 

enzo moavero e paolo savona

Ma di notizie farlocche ai mercati, Savona era uno specialista, secondo la procura. Il 30 dicembre del 2002 avrebbe comunicato la vendita di Fisia Italimpianti a Hiatus, una operazione intragruppo valutata 280 milioni con « una plusvalenza per Impregilo di 266 milioni » . Una plusvalenza inesistente, secondo l' accusa, che ha permesso « di occultare la vera situazione finanziaria della società e così ottenere credito delle banche, dopo che il bilancio al 31 dicembre del 2002 aveva chiuso con un pesante negativo».

 

Dunque per ricapitolare: Paolo Savona era accusato di aver falsificato il bilancio di Impregilo, per avere credito dalle banche, e per rassicurare i mercati, comportamento che i pm avevano inquadrato nell' ipotesi di reato di aggiotaggio.

 

Sempre Savona, prima chiese a un suo sottoposto di «trovare un poco di utile da qualche parte», in modo da abbassare il deficit della società di 0,2 punti percentuali; poi sovrastimò un credito con l' Iraq per opere che ancora oggi, quindici anni dopo, sono in fase progettuale. Infine certificò una plusvalenza inesistente in una vendita interna tra società controllate. Tutte queste accuse vennero però cancellate dalla grande spugna della prescrizione sopraggiunta grazie alla ex Cirielli, che da oggi oltre che " salva delinquenti" potrà essere chiamata sul blog di Grillo anche "salva ministri".

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