
"PAPA FRANCESCO È UN FIGLIO DI PUTTANA DI SINISTRA, UN ASINO ED È IL RAPPRESENTANTE DEL MALIGNO SULLA TERRA. È UN IMBECILLE INDEGNO" - È SOLO UNA PARTE DEGLI INSULTI CHE JAVIER MILEI AVEVA RISERVATO NEGLI ANNI A BERGOGLIO - DOPO LA MORTE DEL PONTEFICE, IL "TURBOLIBERISTA" PRESIDENTE ARGENTINO RIDUCE LE SUE INTEMERATE CONTRO IL PAPA A "PICCOLE DIVERGENZE" (DIMENTICANDOSI QUANDO LO DEFINIVA "UN GESUITA CHE HA UN’AFFINITÀ CON COMUNISTI ASSASSINI" E "PROMOTORE DI POLITICHE ECCLESIALI DI MERDA")
MILEI, PROFONDO DOLORE PER LA MORTE DI PAPA FRANCESCO
(ANSA) - BUENOS AIRES, 21 APR - "È con profondo dolore che ho appreso questa triste notizia questa mattina: Papa Francesco, Jorge Bergoglio, è venuto a mancare oggi e riposa in pace. Nonostante le divergenze che oggi appaiono minori, averlo potuto conoscere nella sua bontà e saggezza è stato per me un vero onore".
Lo scrive il capo di Stato argentino, Javier Milei, sul suo profilo X. "Come Presidente, come argentino e, fondamentalmente, come uomo di fede -aggiunge - saluto il Santo Padre e accompagno tutti coloro che oggi si trovano ad affrontare questa triste notizia".
javier milei incontra papa francesco in vaticano 2
"L'Ufficio del Presidente esprime cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, che nel 2013 è diventato il primo argentino a guidare la Chiesa cattolica e a condurla con dedizione e amore dal Vaticano. La Repubblica Argentina, Paese di lunga tradizione cattolica e terra di Papa Francesco, piange profondamente la scomparsa di Sua Santità e porge le sue condoglianze alla famiglia Bergoglio". Si legge in un comunicato ufficiale diffuso dalla Casa Rosada.
"Il Presidente della nazione - prosegue il comunicato - accompagna in questo triste momento tutti coloro che professano la fede cattolica e che hanno trovato nel Sommo Pontefice un leader spirituale.
javier milei contro papa francesco
Il Presidente Javier Milei sottolinea l'instancabile lotta del Papato di Francesco per proteggere la vita fin dal concepimento, promuovere il dialogo interreligioso e avvicinare la vita spirituale e virtuosa ai più giovani. Inoltre, valorizza la sua volontà di portare l'austerità nella Santa Sede con i suoi gesti pastorali".
ARGENTINA, IL NEO PRESIDENTE MILEI ANTICLERICALE E ANTI-BERGOGLIO. GELO NEI RAPPORTI COL VATICANO
Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per www.lastampa.it – 21 novembre 2023
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Punto interrogativo numero uno: e adesso, dopo l’elezione a presidente di Javier Milei, anticlericale e ferocemente anti-Bergoglio, che cosa succederà alle relazioni tra Argentina e Città del Vaticano? O meglio: tra Buenos Aires e Casa Santa Marta, residenza di papa Francesco? Punto interrogativo numero due: si allontana o no il ritorno del Pontefice nella sua terra? A quanto risulta a La Stampa, prima della vittoria di Milei il viaggio di Jorge Mario Bergoglio in Argentina non era deciso. E la scelta del Papa di andare o no a Buenos Aires non dipenderà in alcun modo dalla presidenza Milei.
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Resta valido ciò che il Vescovo di Roma ha confidato un mese fa nell’intervista all’agenzia Telam: «Mi piacerebbe andare in Argentina». Alcune settimane dopo la Conferenza episcopale gli ha inviato una lettera invitandolo ufficialmente: «A tutti noi farebbe molto bene la tua vicinanza e la tua benedizione in questi tempi difficili». Peraltro, occorre anche l’invito formale delle istituzioni del Paese. Dunque, la visita di Francesco nel suo Paese natale resta tuttora un’ipotesi e basta.
Nel frattempo, il trionfo del candidato ultraliberista e antisistema scuote i Sacri Palazzi della Santa Sede, dove non sono passati inosservati gli insulti e gli attacchi di «El Loco» al Vescovo di Roma: «Asino»; «rappresentante del maligno nella casa di Dio e sulla terra»; «imbecille»; «indegno»; «gesuita che ha un’affinità con comunisti assassini»; promotore di «politiche ecclesiali di m…a», e avanti su questa linea, e su questo livello.
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Le offese del nuovo leader del Paese latinoamericano erano state affrontate a viso aperto dai preti delle «villas miserias», le baraccopoli della Capitale che Bergoglio spesso visitava da Arcivescovo: i sacerdoti si sono attivati con dichiarazioni in difesa del Papa e messe celebrate in riparazione al «male» diffuso da Milei. Incoraggiati da alcuni presuli, che hanno condannato le accuse del candidato senza partito, pur restando neutrali nei mesi di campagna elettorale.
La Santa Sede e il Pontefice mai hanno risposto alle ingiurie. Anche se c’è chi ha interpretato, nell’intervista di Francesco, un riferimento, seppure implicito, alla cavalcata di Milei: «Talvolta ci si aggrappa ai miracoli, ai messia, alle cose che si risolvono in modo messianico. Il Messia è solo Colui che ci ha salvato tutti. Gli altri sono tutti pagliacci messianici», aveva affermato il Papa.
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Il rapporto vaticano-argentino si preannuncia dunque complicato. Almeno in questa fase. Considerando anche che dallo staff di Milei era emersa una proposta di «sospensione delle relazioni diplomatiche con il Vaticano fintanto che nella Chiesa primeggi uno spirito totalitario». Replica del cardinale Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Córdoba: «Si può criticare dicendo quello che si pensa e quello che si desidera ma la terminologia usata è innegabilmente emblematica della persona». [...]