“IL REGISTA DICEVA A MIA MADRE CHE IL GIALLO DELLA ORLANDI ERA UN INTRIGO INTERNAZIONALE” - PARLA L’ATTRICE CHE NEL 1983 INTERPRETÒ EMANUELA ORLANDI NEL FILM PRODOTTO IN TURCHIA E POI SPARITO: “ALLA PRIMA MOLTO AFFOLLATA GIANNI CREA SI LAMENTÒ PERCHÉ IL FILM ERA BELLO, MA TEMEVA CHE…”
Anticipazione da “Oggi”
Il settimanale OGGI, in edicola da domani, ha ritracciato l’attrice, allora 14enne, che nel 1983 recitò nei panni di Emanuela Orlandi in un film diretto da Gianni Crea, prodotto da due faccendieri turchi, Ugur Terzioglu e Vedat Sakir, a loro volta in stretto contatto con Bekir Celenk, indagato in Italia per traffico di droga e armi, imputato chiave nel processo per l’attentato a Papa Wojtyla. Un film all’epoca sequestrato e ora scomparso.
«Io ero una ragazzina, con me Crea era gentilissimo, ma non mi considerava un interlocutore. Parlava però con mia mamma, che mi accompagnava sul set.
Le diceva che il giallo della Orlandi era un intrigo internazionale, mafioso e politico, e che lui girava quel film affinché se ne parlasse», racconta Ombretta Piccioli, che poi fu attrice di fotoromanzi e oggi gestisce un bar a Figline Valdarno.
emanuela orlandi mirella gregori
«Alla prima molto affollata il regista si lamentò con mia madre perché il film era bello, ma temeva che lo sequestrassero».
Il film infatti venne fatto sparire. «Se ricordo bene aveva un finale aperto, ma lasciava intendere che Emanuela, dopo tanta paura, veniva finalmente liberata», racconta la Piccioli che all’epoca, per mesi, fu controllata a vista dai genitori: temeva che rapissero anche lei come Emanuela Orlandi.
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