makka sulaev

“NON AVEVO ALTRA SCELTA. SE NON AVESSI UCCISO MIO PADRE AVREBBERO SCRITTO DELL’ENNESIMO FEMMINICIDIO” – PARLA MAKKA SULAEV, LA 19ENNE DI ORIGINI CECENE A PROCESSO PER L’OMICIDIO DEL PADRE, COMMESSO A NIZZA MONFERRATO LO SCORSO MARZO: “MI SENTO IN COLPA MALGRADO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO DOVUTO VIVERE IN QUELLA CASA. A VOLTE PRENDEVA MIA MADRE E LA TRASCINAVA DAVANTI AI MIEI FRATELLI PER MOSTRARGLI COME SI TRATTA UNA DONNA” 

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per www.corriere.it

 

makka sulaev

«Ho provato una sensazione di paura. Mi sono chiesta: e se i giudici e la gente non capissero quello che davvero è successo?».

 

Se non capissero cosa?

«Che io quel giorno ho ucciso mio padre perché non avevo scelta e da allora non è per niente facile andare avanti. Svegliarsi e guardarsi allo specchio è diventato pesante, perché non puoi fare a meno di pensare: ma davvero ho fatto questa cosa? Non puoi più essere felice perché ti senti in colpa ogni secondo... Mi sento in colpa malgrado tutto quello che abbiamo dovuto vivere in quella casa...».

 

[…] Makka Sulaev, 19 anni, […] parla di un uomo che era espressione in purezza, diciamo così, del padre-padrone violento. Uno che «a volte prendeva mia madre e la trascinava davanti ai miei fratelli maschi per mostrargli come si tratta una donna». Lei capiva al volo se tirava una brutta aria appena lui metteva piede in casa, a Nizza Monferrato dove la famiglia, di origini cecene, si era trasferita da anni. […] «Quando picchiava usava la tecnica del pugno forte sulla bocca dello stomaco, che impediva di respirare», ha spiegato Makka agli inquirenti e al suo avvocato, Massimiliano Sfolcini.

 

omicidio nizza monferrato 5

Così fino al 1° marzo 2024, il giorno in cui la ragazza lo uccise a coltellate durante l’ennesima lite fra lui e la madre, e dopo che lui aveva giurato alla moglie via Whatsapp: «Appena arrivi a casa ti stacco la testa». Era arrabbiato perché lei aveva osato rimproverarlo per essersi licenziato e le mandò una raffica di messaggi minatori che lei girò uno dopo l’altro a sua figlia. Makka era terrorizzata e, convinta che lui avrebbe ucciso la madre, uscì di casa a comprare un coltello e lo nascose in camera sua (da qui la premeditazione). Quando la donna tornò a casa lui l’aggredì con tutta la furia che poteva.

 

[…] Due giorni fa l’inizio del processo per omicidio volontario aggravato davanti alla Corte d’Assise di Alessandria...

«Ho guardato i giudici negli occhi, mi ispirano fiducia anche se ci sono rimasta un po’ male perché hanno detto no alla richiesta di scuola in presenza e per la motivazione che hanno dato».

 

makka sulaev

Cioè, quale?

«Dicono che in situazioni di stress potrei essere di nuovo aggressiva. Li capisco, però. Ancora non mi conoscono, hanno davanti un’imputata per omicidio...».

 

[…] Lei è agli arresti domiciliari, giusto?

«Sì, ai domiciliari con braccialetto elettronico a casa di un’amica di mia madre. Posso vedere soltanto lei, i miei fratelli e una professoressa».

 

Se partiamo dal reato commesso va detto che la giustizia finora è stata clemente. Non era scontato.

«Sì, lo so. E sono grata a tutti per questo. Dimostrerò che meritavo la loro fiducia».

 

Lei porta il velo per scelta o è un’imposizione di suo padre da cui non si è ancora liberata?

«È una mia libera scelta, sono musulmana credente e ci tengo molto. Mi sento più bella, con il velo».

omicidio nizza monferrato 4

 

[…] Quindi la risposta è sì, è pentita.

«Lo sono, profondamente. E vorrei poter tornare indietro. So che il mio pentimento non potrà cambiare le cose né liberarmi dal peso che ho dentro e dal rimorso che provo. Credo che se non fosse andata così il giorno dopo i giornali avrebbero scritto dell’ennesimo femminicidio o magari di un duplice o triplice omicidio, e la nostra famiglia sarebbe comunque rimasta macchiata di sangue. Al posto mio oggi al processo ci sarebbe mio padre...». […]

 

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