“RILASSATI, SEI SU UNA SPIAGGIA” - UNA PAZIENTE VIENE PRIMA IPNOTIZZATA E POI OPERATA DI TUMORE SENZA BISOGNO DELL’ANESTESIA

Elena Dusi per "la Repubblica"

«Stai scivolando dentro te stessa. Scendi fino in fondo. Fino alla spiaggia che ti piace tanto. Ora nessuno stimolo potrà più essere percepito. Chiudi ogni comunicazione fra la tua mente e la tua coscia. Come se la tua coscia fosse lontana da te». Indotta l'ipnosi, sulla coscia è partito il lavoro del bisturi: mezz'ora senza contrattempi né una goccia di anestetico.

Antonella, 42 anni, ricorda ogni fase dell'operazione (la rimozione di un neo trasformatosi
in tumore), inclusa la tensione della pelle mentre le applicavano i punti. Ma non ha percepito alcun dolore. La sua pressione sanguigna, mentre i chirurghi dell'università di Padova lavoravano, è scesa a 90 di minima e 100 di massima. Il battito cardiaco ha rallentato da 70 a meno di 50 battiti al minuto. Solo dopo il risveglio la ferita di 6 centimetri per 3, profonda 3 centimetri, ha iniziato a dolere un po', come è normale che sia.

«L'ipnosi è efficace per alcune persone selezionate. Protegge dal dolore come gli anestetici normali. Poi il paziente si alza dal lettino e torna a casa come se nulla fosse, a parte ovviamente la ferita » spiega Enrico Facco, il professore di anestesia e rianimazione dell'università di Padova che ha ipnotizzato Antonella in sala operatoria. La donna soffre di una sindrome poco chiara alla medicina: la sensibilità chimica multipla. Per ottenere una diagnosi era dovuta andare in un centro specializzato di Dallas.

Ogni somministrazione di anestetici avrebbe causato una reazione allergica simile allo shock anafilattico. Da qui - quando il neo di un centimetro si è rivelato un tumore - l'incontro con Facco e la decisione di tentare con l'ipnosi: prima volta in una sala operatoria in Italia. La descrizione e i video dell'intervento sono pubblicati dalla rivista Anaesthesia.

Prima di procedere con il bisturi, la donna si è sottoposta a due sedute di prova. Nella prima è stata misurata la sua suscettibilità all'ipnosi. Non tutti infatti cadono nello stato di trance con la stessa semplicità. «Il 10-15% delle persone può essere ipnotizzato facilmente. Altrettanti sono invece molto resistenti. Gli altri ricadono in una condizione intermedia » spiega Facco.

Antonella, dopo la prima seduta, era stata classificata come "moderatamente ipnotizzabile", con un punteggio di 8 su una scala che arriva a 12. Durante il secondo incontro con il medico le sono stati sommini-strati stimoli dolorosi alle gengive (l'ipnosi è usata a volte negli studi dentistici, perfino con i bambini, per tranquillizzare i pazienti). La mancanza completa di sensibilità ha convinto i medici che si poteva procedere con l'intervento chirurgico alla coscia.

L'ipnosi - tecnica nata nel 18esimo secolo con Franz Anton Mesmer - è stata usata in chirurgia nella prima metà dell'800, soprattutto in India. Poi la scoperta dei farmaci anestetici l'ha fatta quasi scomparire. Dal secondo dopoguerra sono stati condotti alcuni interventi in associazione con l'anestesia. «E solo pochissimi tentativi senza l'ausilio dei farmaci. Si trattava di interventi ambulatoriali, di piccola chirurgia, o anche di parto» spiega Facco. «In alcuni casi perfino l'agopuntura si è rivelata efficace per evitare l'uso di farmaci».

 

 

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