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PER I LED ZEPPELIN LE DONNE ERANO PRONTE A UCCIDERE: ALCUNE ARRIVAVANO PERSINO A INFILARE LE LAMETTE NEI SANDWICH PER ELIMINARE LE RIVALI - BARBARA COSTA: “ROBERT PLANT, IL CANTANTE DEGLI ZEP, PER ANNI, HA FREQUENTATO LA MOGLIE MAUREEN E LA SORELLA DI LEI SHIRLEY. LA PASSIONE DI JIMMY PAGE PER CORDE E FRUSTE, STIPATE NELLE VALIGIE, TOUR DOPO TOUR…” - IL LIBRO DI PAOLO GIOVANAZZI, "LED ZEPPELIN. PHYSICAL GRAFFITI. LE STORIE DIETRO LE CANZONI"
Barbara Costa per Dagospia
led zeppelin physical graffiti cover
Ci sono donne che per loro erano pronte a uccidere. Se per folle gelosia arrivi “a infilare lamette nel sandwich” di chi rivale ha adocchiato colui che non è il tuo uomo, ma il tuo amante di una sera, in tournée nella tua città… dov’altro puoi arrivare!? Tenete chiuse la gambe voi che di questi bruti barbari non volete sapere. Tienitela stretta, s-e-r-r-a-t-a, pure tu che a quel sound che si fa tensione e forma, di sesso, animalesco, fisico, senza sentimento, ti bagni e ti goccioli negli slip.
Scavalla le gambe, sospira, tu che non ne puoi fare a meno, non ci riesci, a nasconderlo, che ci sono uomini che ti piacciono perché ti inquietano. Ti giurano tutto il loro amore. All of My Love. Whole Lotta Love. Ma stai attenta. Vedi di capire bene. “Ogni centimetro del mio amore” cantano di “mettertelo dentro”, e “giù, in fondo”. Senza tregua. Lo vuoi? Sì, eh? Puoi averlo solo se ti inginocchi e “shake for me, girl”. Lemon song. Mamma non ti ha insegnato a far la brava, e a ingoiare?
Chissà quante tra le madri delle odierne femministe a modino e correttine e leziosine che mi stanno sulle p*lle, erano innamorate dei Led Zeppelin, maschi nati per salire su un palco, spaccarti i timpani, sconvolgere la musica rock svettandoci per un decennio marchiandola in eterno, e a te, donna, farti perdere il senno. È andata così, va così, e non c’è lezioncina politicamente corretta di rettitudine comportamentale, o valoriale, che non si frantumi di fronte alla potenza del suono del sesso e al pulsare di vita dei Led Zeppelin che batte indomito, e c’è.
C’è, perché degli Zep mai si è smesso di parlare e men che mai in rete, né di campionarli, o di scriverne e questionarci e di nuovo scriverne libri come questo ultimo di Paolo Giovanazzi, "Led Zeppelin. Physical Graffiti. Le Storie Dietro Le Canzoni" (Giunti ed.), che appunto prende una per una le canzoni dei Led Zeppelin e le squarcia e le sbrindella e meticoloso le rimette intere perché ce la deve trovare e la trova, la gemma, il lato segreto, il mistero non carpito, ignorato, o mal capito e fuorviato e ingigantito.
I Led Zeppelin non si scollano d’un centimetro della loro fama di band feroce, maleducata, degenerata. Giovanazzi nulla copre né acquieta. Neppure il famigerato episodio dello squalo di Seattle. Finalmente lo dice, che non era uno squalo ma “un dentice rosso o un generico pesce”, che i Led Zeppelin hanno scelto a compagno di sesso “di una groupie consensualissima”.
E finalmente lo dice, che gli Zep forse non erano lì, avrebbero voluto assistere, sì, a tal coito ittico, ma l’autore della pesciata è stato Richard Cole, il loro road manager, e stop. E Giovanazzi finalmente lo dice che Robert Plant, il cantante degli Zep, per anni, seppur non consecutivi, ha frequentato la moglie Maureen e la sorella di lei Shirley, vale a dire sua cognata e frequentate a letto, e dove altro sennò. E che poi lascia Maureen e si mette con Shirley.
E però non è vero, che John Paul Jones, bassista degli Zep, una volta si è portato a letto una trans non avendo capito che era una trans e che, al dunque, resosi conto della presenza di un altro pene, l’abbia cacciata via e nel trambusto dato fuoco al letto. Non c’è mai stata alcuna trans, ma l’incendio sì, “mi sono addormentato con un joint acceso”.
Ed è vero che lui, Jimmy Page, padre-padrone dei Led Zeppelin, lui che ve lo giuro, su quello che volete, ci sono chitarristi e famosi e virtuosi che è da una vita che stanno lì, a scervellarsi a capire Page che forza i limiti, come faccia, le metta le dita veloci, e come gli scivolino regalmente… dicevo che lui, Jimmy Page, non ce lo svelerà mai, non ce la attesterà mai, la sua devozione, e vizio, e ossessione per il fruscio di corde, lacci, velluto, fruste, celate e stipate nelle valigie, tour dopo tour.
Perché per Page il sesso o è (era?) in tal modo sadomaso orgasmo segnante carne… o non è. Jimmy Page satanista? I suoi Led Zeppelin demoniaci? Mica lo sapevo, e Giovanazzi me ne informa e nei dettagli, che Page è stato costretto a smentite pubbliche, in conferenze stampa atte a smontare allusioni ferenti i brani Zep, attribuendogli un potere malefico inesistente. A meno che non si voglia stringere al sesso una valenza mefistofelica in sé…
Che poi Jimmy Page in privato studi e sul serio pratichi saperi pagani, profani, empi, è tutto un altro discorso. Personalmente c’è da stravedere per un uomo – Page – che coi milioni guadagnati si compra dimore infestate, corrotte, luciferine, e ben di più per un uomo – Page – che spende milioni per aprire e rifornire una demoniaca libreria antiquaria. Fa’ ciò che vuoi. Ci sono saperi che non sono per tutti e che non tutti sono pronti a comprendere. Ma c’è una musica che ti entra in vena. Botta adrenalinica. A combustione spontanea. Killer. È tutta nervi. E energia. È il martello degli dei.
Ti lascia sfinita e soddisfatta come dopo una sc*pata ben fatta. I Led Zeppelin – e Jimmy Page – hanno riformulato il ne(g)ro linguaggio del blues ricomponendolo in chiave hard per l’era del rock. Schiacciasassi. Sigaretta alle erbe e Jack Daniel’s. E per ogni incaponito astioso detrattore dei Led Zeppelin, scatarrante ad accusarli di plagio, rimando alle pagine di Giovanazzi. Io non ho la sua sapienza e la sua pazienza a spiegarvi verso per verso e nota per nota dove è vero e dove no che gli Zep hanno preso a prestito e dove è vero e dove no che nel blues si copia e cosa sì e cosa no e se pratica abituale.
Io ancora devo conoscerlo un critico intelligentone ma coi c*glioni di dirlo e in faccia, a Jimmy Page, che è ladro. Gli Zep sì, e gli Stones no? E se gli Zep si sono masturbati col blues, gli Stones quanto? Dazed and Confused. Page rules. No quarter. Lui non fa prigionieri. “È un riff di Page: ci sono poche note”.
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