PER LA MADUNINA, VIA QUELLA SIGARETTA! - IL PRIMO GENNAIO A MILANO È ENTRATO IN VIGORE IL DIVIETO DI FUMO IN TUTTE LE AREE PUBBLICHE, ANCHE ALL'APERTO - ORA I VIGILI DOVRANNO PERDERE TEMPO A CONTROLLARE CHE I FUMATORI RISPETTINO LA DISTANZA DI DIECI METRI DAI PASSANTI, ALTRIMENTI SCATTA LA MULTA - IL CASO DIVENTA POLITICO, CON SALVINI CHE ATTACCA IL SINDACO SALA: "MI SEMBRA ESAGERATO" - PER LE STRADE DI MILANO SE LA PRENDONO CON IL PRIMO CITTADINO ("COSÌ I FUMATORI VENGONO GHETTIZZATI") - IL BELGIO È IL PRIMO PAESE DELL'UE A VIETARE LE SIGARETTE ELETTRONICHE USA E GETTA...
NO SMOKING ALL’APERTO IL DEBUTTO DI MILANO “MA COSÌ NOI FUMATORI VENIAMO GHETTIZZATI”
Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per "La Repubblica"
La verità è che bisogna impegnarsi per scovarli. Sarà la data, un Capodanno di negozi spesso chiusi e di vie del centro appannaggio dei turisti, sarà che anni di campagne per la salute hanno ridotto drasticamente il numero di irriducibili della sigaretta. Sarà infine che l’annuncio anticipato del divieto cittadino da parte del Comune di Milano — niente fumo nei luoghi pubblici a meno di non trovarsi a dieci metri del prossimo, multa da 40 a 240 euro per i trasgressori — ha consentito ai tabagisti di adottare adeguate contromosse.
Ma nemmeno uno sforzo di fantasia poteva far prevedere di affacciarsi in piazzetta Cuccia, tempio della finanza a cento passi dalla Scala o dalle viuzze di Brera, e trovare la signora Arianna con una Marlboro tra le dita in beato isolamento. «Qui sono in regola — sottolinea dopo la prima boccata — conosco le strade del centro e a quest’ora da qui non passa nessuno. Né vigili, né bimbi o famigliole. Anzi, se permette, non si avvicini troppo, o mi costringe a non rispettare la norma ». Touché.
Costretto ad un adattamento darwiniano per sopravvivere, il fumatore milanese o il viandante suo epigono sa che deve cercare spazi vitali a prova di sanzione, o comunque non dare nell’occhio. Il signor Marco, 54enne artigiano in visita da Pisa, trova riparo tra un’impalcatura e un portico di corso Vittorio Emanuele, certo a meno di dieci metri dal fiume di adoratori delle vetrine, «ma so che devo isolarmi, le sigarette sono una mia scelta consapevole e so che fanno male.
Però, via… Non arrivo alle posizioni di Vittorio Feltri, che dice che se ne frega, ma un po’ di tolleranza non fa male. E comunque, anche il mio medico mi dice che fino a cinque al giorno aiutano a vedere la vita in modo diverso». I lampeggianti in piazza Duomo sono vicini eppure non incutono paura. Il focus di agenti e militari è altro, sono gli echi degli attentati all’estero a spaventare, per il primo dell’anno si può chiudere un occhio. Del resto, era stata la stessa vicesindaca Anna Scavuzzo, in mattinata a premettere: «Questo divieto è una indicazione, i vigili faranno il loro lavoro e valuteranno su quali priorità concentrarsi». Altre, appunto.
Così, pazienza per il signore che agita il suo sigaro davanti all’albero di Natale dello sponsor, al centro della Galleria: bastano trenta sguardi ostili a farlo andare via. Pazienza per l’addetto alla sicurezza che ignora la coda davanti all’igloo a forma di panettone, proprio davanti a Palazzo Marino, tirandone fuori un’altra da pacchetto. E mercé per il tassista Andrea che scende dal suo Sierra 3 accanto alla Stazione Centrale e non resiste al gesto:
«Eppure lo sapevo del divieto — sorride imbarazzato — ma non ricordavo la data, anzi grazie per l’avvertimento. Mi capita di accendermi l’ultima in macchina, quando torno a casa a fine turno e se mi fermano sono doppiamente nei guai. Il divieto? Lo capisco, non è che questo vizio faccia bene». Poco più in là la parigina Safia attende il fidanzato prima del treno del ritorno e aspira una boccata. «Davvero c’è questo divieto — chiede — e solo a Milano?
Non sapevo, e mi sembra troppo. Va bene nei locali al chiuso, è una legge che abbiamo anche in Francia, ma questa è persecuzione». Avvisare i non milanesi è, effettivamente, un’esigenza da affrontare. [...]
Il rischio è che diventi una questione politica, vedi il tweet quotidiano di Matteo Salvini: «Vietare il fumo anche all’aperto per strada, come ha fatto il sindaco Sala, mi sembra esagerato». «Sì, così Sala rischia di rovinare tutto — sentenzia il signor Angelo con lo sguardo rivolto al Castello Sforzesco — e lo dico da non fumatore: sono ormai ghettizzati, non sanno dove andare e qui all’area aperta che male fanno?».
Il riferimento è alla moglie Marisa qui accanto, che ne ha una accesa «proprio prima di entrare in metropolitana. Io, se mi becca un vigile, gliela pago pure la multa. Ma sa quante gliene dico dopo?». [...]
STOP SIGARETTE ELETTRONICHE IL BELGIO PRIMO PAESE UE A VIETARE QUELLE USA E GETTA
Estratto dell'articolo di Maria Novella De Luca per "La Repubblica"
Il Belgio è stato il primo, ma di certo altri paesi seguiranno. Perché quelle dolci e aromatiche “Puff”, da fumare, anzi da “svapare” di nascosto a genitori, prof e adulti giustamente salutisti, sarebbero «il primo passo verso la dipendenza da nicotina e altre sostanze».
Da ieri il ministero della Salute belga ha deciso di vietare in tutto il paese la vendita delle sigarette elettroniche usa e getta, il cui nome inglese è “Puff”. Sono piccole “e-cig” del tutto simili a una pennetta Usb che sprigionano aromi particolari, come il profumo di zucchero filato, di lampone, di Coca Cola o di fragola, con una percentuale di nicotina intorno al 2% e un costo che può variare dagli 8 ai 15 euro a seconda del numero di “tiri”. Una volta fumate si buttano via.
Ma le “puff”, nonostante l’aspetto innocuo e divertente, per questo preferite dai giovanissimi che se le procurano nonostante il divieto di vendita al di sotto dei diciotto anni, sono accusate di essere una porta d’accesso al tabacco tradizionale. [...]
In tutta l’Unione europea è ripartita dopo anni di silenzio una serrata battaglia antifumo, vista la percentuale in crescita di tabagisti sempre più giovani. Nuova campagna per la quale, così ha spiegato il ministro della Salute e degli Affari Sociali Frank Vandenbroucke, il Belgio si propone come apripista affinché altri paesi comunitari vietino il consumo di sigarette usa e getta. «Stiamo chiedendo alla Commissione europea di farsi avanti per aggiornare e modernizzare la legislazione sul tabacco». Già nel giugno scorso 12 Stati membri, tra cui Francia e Germania, avevano chiesto misure più dure sul fumo puntando il dito contro i ritardi accumulati dall’esecutivo di Bruxelles. [...]