lago maggiore gabanelli pesca

AL LAGO MAGGIORE SIAMO RIMASTI ALLE GABELLE MEDIEVALI – PER PESCARE È OBBLIGATORIO PAGARE ALLA FAMIGLIA BORROMEO UNA TASSA ANNUA (CHE RISALE  ADDIRITTURA AL 1400): 50 EURO PER I DILETTANTI, 3.500 PER I PROFESSIONISTA – IN CAMBIO LA CASATA NOBILIARE DOVREBBE GARANTIRE IL POPOLAMENTO ITTICO, MAIN REALTÀ NESSUNO CONTROLLA – MIJENA GABANELLI: “PERÒ SE LE ACQUE SONO PUBBLICHE, I PESCI DI NESSUNO E HO UNA REGOLARE LICENZA DI PESCA, PERCHÉ DEVO DARE I MIEI SOLDI AL SIGNOR VITALIANO BORROMEO?”

Milena Gabanelli e Mario Gerevini per il “Corriere della Sera – Dataroom”

 

pesca lago maggiore dataroom

Vuoi pescare sul Lago Maggiore? Devi pagare una tassa annua alla famiglia Borromeo: 50 euro se sei un dilettante, 3.500 se sei un professionista. Non è un antico editto del 1300, succede nel 2022 nel secondo più importante lago italiano. Però se le acque sono pubbliche (demaniali), i pesci di nessuno e ho una regolare licenza di pesca, perché devo dare i miei soldi al signor Vitaliano Borromeo? «Da bambini - ricorda un pescatore - la chiamavamo "la borromea", era di 15mila lire».

 

Per capire, andiamo sul Lago Maggiore, e indietro nel tempo. La famiglia nobile fa pagare i «diritti esclusivi di pesca», di cui gode da secoli, su più del 50% del lago, parte svizzera esclusa. Ben oltre le Isole Borromee, proprietà gestite dalla società Sag del principe Vitaliano XI, 62 anni, sette cardinali tra gli antenati, residente a Milano nel Palazzo Borromeo in Piazza Borromeo, cugino di Lavinia, moglie di John Elkann, e di Beatrice, moglie di Pierre Casiraghi, terzogenito di Carolina di Monaco e Stefano Casiraghi.

 

gabanelli pesca lago maggiore

La «tassa Borromea» (chiamiamola Tabor) viene pagata dai dilettanti attraverso la licenza che costa 80 euro invece dei soliti 30 e dai professionisti tramite la loro cooperativa (3.500 euro in media a testa per una porzione ben definita dell'area Borromeo). Viene in mente il film di Benigni e Troisi: «Ehi! Chi siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!».

 

L'origine dei diritti

Questi diritti hanno origine nell'Alto Medioevo. Nelle acque interne di laghi e fiumi il regime è rimasto immutato per secoli ma i vincoli sono stati spesso frazionati tra i notabili o donati alla Chiesa e da questa alle comunità. Esistono ovunque piccole «riserve» o usi civici (diritti d'uso a favore di comunità), per lo più in capo a enti locali o istituzionali. Il caso del Lago Maggiore, però, è unico e patologico per estensione e durata dei privilegi in mano a un solo soggetto privato.

 

pesca lago maggiore dataroom 1

Ovviamente la Tabor fa girare i mulinelli ai pescatori: una decina i professionisti e 600-700 licenze dilettanti emesse ogni anno. Ma il fastidio per il «dazio nobiliare» sta montando anche contro gli «esattori» della Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee).

 

La Federazione, tramite una sezione locale, prende in affitto i diritti con contratti triennali e fa pagare ai pescatori che escono in barca, anche quelli della domenica, 50 euro extra con un apposito bollettino postale intestato alla Fipsas di Villadossola (Verbania). È la controparte di Borromeo nella scrittura privata.

 

Parola ai pescatori

pesca lago maggiore dataroom 2

La firma sull'accordo è di Gian Mauro Bertoia, presidente provinciale dei pescatori di Verbania, secondo il quale il diritto Borromeo è «un'anomalia». Del resto «lui non ha mai voluto occuparsi di pesca, vigilanza, ripopolamenti, tutela delle acque e quindi dà la gestione a noi». Se ne occupa la Fipsas.

 

Un capolavoro contrattuale per il principe: incassa soldi ed evita la seccatura di dover mantenere una struttura stabile di uomini e mezzi sui circa 90 km quadrati di competenza. Tanto più che la legge è chiara: l'esercizio dei diritti non può essere «contrario a esigenze di interesse generale», pena «l'espropriazione per causa di pubblica utilità».

 

pesca lago maggiore dataroom 3

Rolando Saccucci, presidente dei pescatori dilettanti dell'Alto Verbano tuona contro «una tassa fuori tempo» e «se è vero che i Borromeo devono fare ripopolamento ittico e manutenzione delle rive, ecco a noi questo proprio non risulta. In tutto il lago hanno una sola guardia ittica pagata da loro». Matteo Felici, naturalista dell'associazione La Pinta che opera per la salvaguardia del lago: «Borromeo con i soldi dei diritti potrebbe aiutare le associazioni che già sopperiscono alla scarsità di interventi e controlli».

 

La crisi del lavarello

gabanelli pesca lago maggiore 2

Lo specchio d'acqua è diviso tra due Stati (Italia e Svizzera), due Regioni (Lombardia e Piemonte) e tre Province (Verbania, Novara e Varese). Gli incerti confini acquatici non aiutano il pescatore in barca (e le guardie) a capire sotto quale campanile e quali regole si trova. Figurarsi il povero lavarello che magari è protetto nella parte varesina ma non in quella novarese.

 

Roberto Forni coordina le tre Fipsas lacustri e sintetizza: «Il principe in sostanza dice: voglio i miei soldi. La Fipsas locale a sua volta dice ai pescatori: guardate che il Borromeo vuole i soldi sennò non ci fa pescare. E così la Federazione prende in affitto il diritto e lo gira ai pescatori facendoli pagare. È chiaro che i pescatori si chiedono come mai lo Stato non sia in grado di gestire le sue acque, ma il Borromeo rispetta le regole». La Cooperativa professionisti ha stipulato un accordo da 30mila euro e subaffitta ad altri pescatori. Stefano Ruffoni è un pescatore-ristoratore: «É una tassa che sa di feudale ma è legale».

 

Le isole e il bond dell'Inter

VITALIANO BORROMEO

In totale tra dilettanti (46mila euro) e professionisti (30mila) il principe incassa la modesta cifra di 76mila euro che perpetua un diritto acquisito 600 anni fa. Non è economico il nocciolo della questione, piuttosto l'origine e il senso di un tributo concentrato nelle mani di un privato che al Verbano ha dato ma ha anche ricevuto.

 

La Sag (100% Vitaliano Borromeo) gestisce le attività commerciali intorno alle isole e in altre località vicine, poi «impianti da sci, noleggio bici», il Parco Avventura, bar e ristoranti per un fatturato totale intorno ai 10 milioni (ma con bilanci in perdita negli ultimi due anni causa Covid).

 

pesca lago maggiore dataroom 4

L'uomo d'affari, poi, oltre alle notevoli proprietà immobiliari, ha una holding personale con partecipazioni per circa 10 milioni, tra cui un bond da un milione, rimborsato l'anno scorso, di Lionrock Zuqiu la società di private equity socia al 31% dell'Inter.

 

Le ragioni del principe

I diritti appartengono al casato «dalla metà del 1400 - ci scrive il principe-manager - quando Filippo Maria Visconti concesse a Vitaliano I Borromeo la proprietà di Arona, Cannobio, Lesa del Vergante con tacita annessione dei diritti sulle acque e quindi sul lago». Tacita annessione. Diritti «ribaditi da un decreto del ministro per l'Agricoltura del 1931». In cambio di cosa? «Come Famiglia Borromeo provvediamo alla sua protezione, in primis alla tutela della fauna ittica».

 

Quindi un diritto accompagnato da un dovere. Lo dice una sentenza della Corte Costituzionale del 1973: «L'amministrazione pubblica ha facoltà di controllare l'effettivo esercizio dei diritti di pesca, imponendo obblighi di conservazione e miglioramento della fauna ittica, sotto sanzione di decadenza».

 

La scrittura privata

VITALIANO BORROMEO

Nella pratica come si assolvono gli obblighi/doveri a fronte dell'esercizio dei diritti? Risposta di Vitaliano: «1) programmi annuali di seminagioni e immissioni di avannotti, (...) e ogni altro eventuale obbligo ittiogenico (definito nell'accordo con Fipsas); 2) servizio di guardapesca aggiuntivo (53.965,61 euro dal 2017 al 2022); 3) la partecipazione al progetto di ricerca e ripopolamento» tra vari enti del lago «per un valore di 10.000 euro annui per 5 anni».

 

In effetti nella scrittura privata Borromeo-Fipsas Villadossola c'è scritto che Fipsas «dovrà provvedere ogni anno a proprie cure e spese a semine e opere ittiologiche» e «ogni altro eventuale obbligo imposto per la conservazione dei Diritti di Pesca».

 

Alla fine chi verifica che siano rispettate le norme ittiche in quella grande fetta di lago? I guardapesca che per lo più sono volontari Fipsas. Dovrebbero autodenunciarsi se scoprissero irregolarità nella gestione dei diritti Borromeo. Chiamiamo la presidenza della Fipsas a Roma: un portavoce ci fa sapere che il presidente nazionale non sa nulla e che le sezioni hanno completa autonomia.

 

VITALIANO BORROMEO

john elkann e lavinia borromeo a venezia 3john elkann e lavinia borromeo a venezia

 Sulla vigilanza ha un ruolo anche la Regione, che delega le Province, ma a domanda segue risposta: «Ci stiamo attrezzando». Se fosse un laghetto qualsiasi non sarebbe un gran problema. Ma si tratta del Lago Maggiore, un ecosistema delicato e complesso sul quale tutti delegano, pochi (e confusi) governano e qualcuno fa business. Fin dal 1400. 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...