paolo storari piercamillo davigo

PERCHÉ DAVIGO NON È INDAGATO? – QUALCOSA NON TORNA NELL’INTERROGATORIO DI PAOLO STORARI A BRESCIA: QUAL È STATO IL RUOLO DI “PIERCAVILLO”? AVREBBE INDOTTO STORARI A CONSEGNARGLI I VERBALI DI AMARA, PARLANDONE A DESTRA E A MANCA E RIVELANDO IL CONTENUTO AL SENATORE NICOLA MORRA. LA SUA SEGRETARIA È INDAGATA PER L’INVIO DEI VERBALI AI GIORNALI. PER MOLTO MENO I MAGISTRATI LUCA PALAMARA E RICCARDO FUZIO SONO IMPUTATI PER UN PRESUNTO “DOSSIERAGGIO” AI DANNI DI PIGNATONE...

Luciano Capone per “il Foglio”

 

PAOLO STORARI

L’interrogatorio a Brescia di Paolo Storari chiarisce alcuni elementi della posizione del pm milanese ma lascia aperti altri interrogativi. La tesi di Storari è che le dichiarazioni di Amara sull’esistenza della presunta “loggia Ungheria” in cui sarebbero coinvolti importanti magistrati andavano accertate attraverso un’indagine, sia che fossero vere sia che fossero calunniose.

 

PIERCAMILLO DAVIGO E SEBASTIANO ARDITA

Ma l’inerzia del procuratore Francesco Greco lo ha spinto a chiedere consiglio a un membro del Csm come Piercamillo Davigo che gli “ha detto che si sarebbe assunto la responsabilità di questo fatto”, dice il suo avvocato.

 

Ci sarebbe, in sostanza, la buona fede di Storari nella consegna di atti coperti da segreto a una persona, come Davigo, che si riteneva autorizzata a riceverli. In realtà non è chiaro se Davigo fosse davvero titolato e se quindi questa ricostruzione scagioni Storari (questo lo appureranno i magistrati di Brescia), ma il pm milanese fa capire che lui non c’entra nulla con la successiva diffusione dei verbali urbi et orbi.

piercamillo davigo al tg2 2

 

Ciò che non torna è un riferimento, fatto sia da Storari sia da Davigo, agli atti definiti non come verbali bensì come “atti di supporto alla memoria”. Non essendo verbali ufficiali, con timbro e firma, non ci sarebbe rivelazione del segreto.

 

nino di matteo a piazzapulita attacca davigo

Se questo fosse il ragionamento sarebbe tanto cavilloso quanto ridicolo. In primo luogo perché lo stesso Davigo ha dichiarato di aver ricevuto tali atti in quanto “non si può opporre il segreto al Csm” e di averli trattati informalmente proprio per tutelarne la segretezza. In secondo luogo perché se passasse questo concetto non esisterebbe più il segreto d’ufficio: chiunque potrebbe copiare il contenuto di un atto secretato su un foglio word e divulgarlo o mandarlo ai giornali.

 

PAOLO STORARI CON IL SUO AVVOCATO

L’altro elemento che non torna è il ruolo di Davigo. Ha indotto Storari, indagato per rivelazione di segreto, a consegnarli proprio quegli atti. Ha parlato del contenuto di quei verbali a destra e a manca, in danno del consigliere del Csm Sebastiano Ardita. Ha rivelato il contenuto dei verbali, in particolare ciò che riguarda Ardita, al senatore Nicola Morra.

 

Infine, la sua segretaria è indagata per l’invio dei verbali ai giornali. Per molto meno i magistrati Luca Palamara e Riccardo Fuzio sono imputati per un presunto “dossieraggio” ai danni di Pignatone.

luca palamara al csm

 

Com’è possibile che Davigo non sia indagato? Un’ipotesi è che i colleghi lo stiano trattando con i guanti bianchi, senza spiegarsi quale ruolo attribuirgli in questa vicenda. L’altra è che stiano cercando di fregarlo, perché quando Davigo viene ascoltato in qualità di testimone non può essere reticente né mentire. In ogni caso, viste le personalità coinvolte, sarà difficile insabbiare o non andare a fondo di questa vicenda e pertanto l’iscrizione di Davigo nel registro degli indagati sarebbe un atto a garanzia del suo diritto alla difesa.

nino di matteo a piazzapulita SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEOsebastiano ardita nino di matteopaolo storari

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…