oppenheimer

BUIO IN SALA, ARRIVA LA BOMBA – PERCHÉ IL FILM SU OPPENHEIMER CI INTERESSA COSÌ TANTO? LUCA JOSI SUL BIOPIC DEL PADRE DELLA BOMBA ATOMICA FIRMATO DA NOLAN: “GLI OCCIDENTALI PIÙ FRESCHI, CIOÈ GLI AMERICANI, USANO SPESSO IL CINEMA PER PROIETTARE PAURE, FORSE ESORCIZZARLE O PER PREPARARE LA POPOLAZIONE ALL'IMPREVISTO. I FILM RICOSTRUTTIVI DELLE TRAGEDIE AIUTANO L’UOMO A RICORDARE COME SIA RICCA LA SUA PACE” – VIDEO

 

Luca Josi per “Oggi”

 

barbenheimer 3

In questi tempi apocalittici dove anche l'impegno giovanile, come "Ultima Generazione", respira catastrofi almeno un mondo sembra essersi salvato: quello cinematografico. Infatti, nel mese italiano più infelice - per le sale - agosto - due film hanno chiamato migliaia di spettatori.

 

Due storie opposte: la prima, Barbie, col suo pianeta sognante di plastica e gomma, che urta contro la realtà, e l'altra che potremmo definire "La storia che avrebbe potuto mettere fine alla Storia" ovvero Oppenheimer, l’inventore della bomba atomica.

 

oppenheimer nolan

Ma quale sarà la ragione di un così grande successo su un apice drammatico del Novecento? Gli occidentali più freschi, cioè gli americani, usano spesso il cinema per proiettare paure, forse esorcizzarle o magari semplicemente per preparare la popolazione all'imprevisto (Hollywood come esercitazione di protezione civile per la mente).

 

Guardando al futuro, per esempio, il Metaverso, non sarà altro che un evoluto media, non ancora del tutto compreso, dove il pubblico non subirà più un qualcosa passivamente come in uno spettacoil di oggi, ma ci entrerà dentro, interagendoci e diventando parte della scena.

 

barbenheimer 7

Il Metaverso rappresenta l'evoluzione dei simulatori perché abitua il cervello a prendere confidenza con atmosfere che quando dovrà gestire affronterà con meno ansia considerandole già viste (infatti viene utilizzato per scopi militari, medici o per qualunque individuo che debba confrontarsi con situazioni estreme educando così la sua intelligenza a gestire l'imprevisto)

 

Questa, forse, è una delle ragioni per cui film catastrofisti sulla natura, sui disordini sociali o semplicemente ricostruttivi delle tragedie aiutano l’uomo a conquistare familiarità con una possibilità o a meglio ricordare come sia ricca la sua pace; ci insegnavano i fondatori del pensiero occidentale, i Greci, come alcune cose di enorme valore non s'intuiscano se non attraverso il loro contrario, la loro perdita o assenza (e questo vale per l'aria come per la pace).

 

Poi, come in ogni film riuscito, l'inganno è quello di lasciarti il senso di aver capito qualcosa della storia, anzi di esserne il miglior critico e sceneggiatore, così da sentirti pronto a discutere di fotoni, meccanica quantistica, chilotoni, giustezza di una scelta militare, diplomazia.

 

florence pugh cillian murphy oppenheimer

Ovviamente, è tutta un'illusione; l'unica scienza, nell’età contemporanea, su cui è possibile dire la propria o addirittura intraprenderla con totale incompetenza sembra sia rimasta la politica.

 

Oppenheimer è un uomo speciale - come lo siamo tutti nella nostra esistenza, ma lui un po' di più - chiamato a una missione speciale: arrivare per primo all'arma ultima. Non che quelle precedenti fossero state meno violente e atroci. Si tratta sempre di energie, e di forze, il cui indirizzo, la scelta umana, fa la differenza. Col fuoco ci si poteva scaldare o bruciare chi non era d'accordo con te, con il coltello tagliare il burro o le budella, con l'automobile trasportare l’uomo o investirlo. Ma l'arma atomica diventa quella del paradosso: se la uso ti devasto, se la usi anche tu devastiamo la Terra. Quindi non conviene a nessuno usarla.

 

robert oppenheimer progetto manhattan

La deterrenza l'ha spiegata in un altro campo lo psichiatra Vittorino Andreoli quando raccontò come, dopo aver liberato "i suoi matti" da cinghie e camicie di forza, un giorno lo chiamarono urgentemente perché uno dei suoi pazienti, anche del più vigorosi, stava andando in escandescenza distruggendo ogni oggetto della sua stanza. Il professore, nello stupore generale, entrò nella camera, inquadrò gli elementi ancora integri e cominciò a distruggerli con altrettanta violenza.

 

Il matto si calmò, perché capì che l'altro poteva essere più "matto" di lui. Ma, ricordano i protagonisti del film, devi mostrare la tua forza: «Perché non la temeranno finché non la capiranno», Oppenheimer ci arrivò per primo e consentì che il mondo si cristallizzasse nell'equilibrio del terrore.

 

robert oppenheimer albert einstein 2

La bomba - chiamata dagli inventori, per pudore, il

"gadget" - sigillò la carneficina immisurabile della Seconda guerra mondiale. Fu l'esplosione finale, quella che nella trasposizione ludica corrisponde ai tre colpi con cui chi guarda i fuochi d'artificio comprende che l'incendio del cielo sta per concludersi.

 

I "colpi', infernali e devastanti, furono due: Hiroshima e Nagasaki (ma se il Giappone non avesse capitolato probabilmente sarebbe arrivato anche il terzo su Tokyo). Più di 200 mila uomini furono travolti e annichiliti in pochi attimi. Nella ragione americana, quello fu il prezzo necessario per chiudere la tragedia della guerra e risparmiare altre vite. Nella vita di ogni civile che morì, e nell'universo che egli rappresenta, non è certo.

 

Ne derivò un immenso arsenale atomico planetario che a ogni crisi, come quella ucraina, ricorda la sua esistenza. E la possibilità di annientare la nostra.

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