apple tim cook joe biden iphone

AHI-TECH! – PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE BIDEN SI SVEGLIA SOLO ORA SUL “MONOPOLIO” CREATO DA APPLE INTORNO ALL’IPHONE? - LA CAUSA INTENTATA DAL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA AMERICANO E 16 PROCURATORI GENERALI STATALI CONTRO CUPERTINO ARRIVA DOPO QUELLE CONTRO GOOGLE, AMAZON E FACEBOOK E GIUSTO IN TEMPO PER LE ELEZIONI PRESIDENZIALI – L’AZIENDA FONDATA DA STEVE JOBS NON SI ARRENDERA’ FACILMENTE ED E’ PRONTA A UNA BATTAGLIA IN TRIBUNALE CHE POTREBBE DURARE ANNI…

1. COSÌ L’AMERICA FA CAUSA ALLA APPLE «L’IMPERO IPHONE È UN MONOPOLIO»

Estratto dell’articolo di Michela Rovelli per il “Corriere della Sera”

 

iphone 15 1

Apple è di nuovo sotto attacco […] Il dipartimento di Giustizia americano, assieme a 16 procuratori generali statali, ha depositato ieri una causa nel tribunale distrettuale del New Jersey in cui si accusa la società di violare le norme antitrust statunitensi. Ci si concentra sull’iPhone […]

 

L’ecosistema che Apple ha creato attorno al dispositivo è un monopolio, secondo la causa, perché favorisce i servizi creati dalla società stessa, danneggiando i rivali, gli sviluppatori e gli stessi consumatori, impedendo una equa concorrenza. Cupertino è «una delle società che vale di più al mondo in gran parte grazie all’iPhone — ha detto il ministro della Giustizia Merrik Garland commentando l’ultimo graffio dell’amministrazione Biden al potere delle big tech — e non perché ha prodotto una tecnologia superiore, ma perché ha utilizzato tattiche di esclusione» contro la concorrenza.

iphone 141

 

Si fa riferimento ad alcune funzioni, come la tecnologia Nfc per i pagamenti digitali, il cui uso non è concesso a sviluppatori terzi. La causa parla poi della limitazione dell’Apple Watch, che non funziona con Android, del blocco delle cosiddette «super app» (piattaforme che offrono diversi servizi in un unico luogo) e delle app per giocare in streaming. Si contesta anche la mancata compatibilità di «Messaggi» con altre app di messaggistica che girano su Android: «Ogni passo della condotta di Apple ha costruito e rafforzato il fossato attorno al suo monopolio».

iphone 2

 

Apple risponde, rigettando le accuse. […] In generale difende il suo ecosistema che — sostiene — viene favorito non perché sfrutta una posizione monopolistica ma perché offre qualcosa in più. E non danneggia aziende e sviluppatori, anzi ha creato un nuovo mercato, prima inesistente, grazie al suo App Store.

 

Attraverso una nota ufficiale, Apple definisce «sbagliata» l’azione legale, che «mette in pericolo la nostra capacità di creare la tecnologia che la gente si attende da Apple». […]

 

2. ATTACCO AL CUORE DI CUPERTINO (CON MOLTI ANNI DI RITARDO): RISVEGLIO POPULISTA DI BIDEN?

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

iphone 12

Ci sono molti elementi diversi — risveglio dell’antitrust dopo un’eclissi di decenni, maturazione di un sentimento antimonopolista e anti big tech nei cittadini, un po’ di populismo del governo Biden e carenze di un sistema giudiziario dai tempi di reazione incredibilmente lunghi — nella causa intentata ieri dal ministro della Giustizia e da 15 Stati dell’Unione contro Apple.

 

[…] La divisione antitrust del ministero sostiene che Apple ha violato le leggi antimonopolio a cinque livelli: rendendo problematico lo scambio di messaggi con piattaforme diverse da quella Apple e degradandone la qualità, ponendo limiti ai servizi di cloud streaming su dispositivi mobili, bloccando l’uso di molte applicazioni estranee al sistema Apple, degradando, limitando o escludendo l’uso di wallet e smart watch da polso estranei al suo sistema.

 

iphone

Il ministro, l’attorney general Merrick Garland, ha aggiunto a questo elenco di imputazioni una requisitoria durissima: un ventennio di successi dei prodotti Apple viene attribuito non alla loro qualità superiore ma alla capacità dell’azienda di violare le leggi sulla concorrenza. Di più: la Apple ha sempre vantato una superiorità sui rivali non solo per la qualità dei suoi prodotti, ma anche per la migliore protezione della privacy degli utenti e per i più elevati standard di sicurezza nella difesa da attacchi informatici. Garland cerca di smontare anche questo primato sostenendo che, con le sue manovre per penalizzare i concorrenti, l’azienda oggi guidata da Tim Cook ha messo in pericolo anche sicurezza e privacy.

apple iphone

 

Comprensibilmente furibonda la reazione di Apple, pronta alla battaglia in tribunale (durerà anni con le corti federali Usa, spesso guidate da magistrati repubblicani, che sulle questioni antitrust tendono a dare ragione più alle imprese che ai governi). […]

 

Starà ai tribunali giudicare, ma due cose sono chiare fin d’ora. In primo luogo l’enorme ritardo col quale si è mossa la macchina giudiziaria. Anche i bambini con in mano un iPhone hanno sempre saputo che Apple limita le interconnessioni con gli altri sistemi e sulla strategia del «giardino chiuso» del gruppo di Cupertino sono stati versati per anni fiumi d’inchiostro sulla stampa, nei libri, nei paper accademici. […]

 

iphone 1

La seconda considerazione riguarda il risveglio sul fronte antitrust: sicuramente dovuto e atteso da anni. Ma la causa contro Apple segue quelle contro Google, Amazon e Facebook: Biden si presenta agli americani nella stagione elettorale avendo accusato i quattro maggiori gruppi tecnologici americani di comportamenti monopolistici. Che stia ricorrendo anche lui a un po’ di populismo?

Articoli correlati

MELA SBUCCIATA! - IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA AMERICANO E 16 PROCURATORI GENERALI STATALI FANNO...

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATI CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…