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“PINK PISTOLS” CONTRO I TERRORISTI: IN USA I GAY DIVENTANO PISTOLERI - DOPO LA STRAGE DI ORLANDO LEZIONI DI TIRO GRATIS E BOOM DI ARMI AGLI OMOSESSUALI: “L’AUTODIFESA E’ UN DIRITTO”

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Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”

 

Il fenomeno si ripete abitualmente dopo ogni strage per sparatoria: i rivenditori di pistole e fucili aumentano vertiginosamente gli affari, perché gli amanti delle armi temono che Obama convinca il Congresso ad approvare leggi più restrittive. È l' America che ha il business nel DNA, anche in questo caso in cui, a promuovere il surplus di mercato, è stato il sodalizio oggettivo dell' islamista radicale omofobo e del presidente anti-armi.

 

Stavolta c' è una novità di rilievo: tra gli acquirenti ansiosi ci sono gli omosessuali, che non si sono mai visti prima nelle armerie. O almeno, mai così numerosi da balzare all' occhio.
 

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Mike Smith, un istruttore del poligono di Colorado Spring, ha commentato il fenomeno dal suo privilegiato punto di vista: «Ora, per quello che è successo a Orlando, la gente sta cercando risposte. Basta andare in un negozio di armi dove, francamente, uno si aspetta di trovare tipi come me.

 

Ma è perché ci dimentichiamo che siamo un Paese di gente tutta diversa, non solo di persone che rispondono a determinati cliché». Appiccicare l' etichetta ai gay e alle lesbiche di essere, in quanto socialmente liberal e quindi filo DEM, anche necessariamente contro il possesso delle rivoltelle è uno di questi stereotipi, che la tragedia del night club «Le Pulse» sta smantellando.

 

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Nelle ore successive a Orlando, il balzo delle vendite di pistole è stato simile a quello avvenuto dopo gli eccidi dei bambini della scuola elementare di Sandy Hook, in Connecticut, o degli spettatori nel cinema di Aurora, in Colorado. Secondo George Horne, proprietario dell' emporio The Gun Room di Denver, il più vecchio della regione,

 

«le vendite per questo periodo dell' anno sono state tre o quattro volte tanto quelle che abbiamo normalmente». In parallelo, però, è più che raddoppiato da 1500 a 3500 il numero dei membri della associazione «Pink Pistols», che si distingue dagli altri gruppi «pro Secondo Emendamento» legati alla NRA (la lobby nazionale National Rifle association) per essere il punto di riferimento della comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).

 

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Sui social network, fiorisce intanto il volontariato dei possessori di armi, che offrono consulenza ai gay che vogliono imparare a sparare. Erin Palette, un giornalista transessuale che scrive sulle armi, ha avuto l' idea e l' ha messa su Facebook, allo scopo di far incontrare domanda e offerta: è stato un successone. Questi buoni samaritani insegnano gratis la tecnica a chi è digiuno di armi, li invitano nei poligoni a spese proprie, prestano loro i fucili.
 

Secondo il sito pinkpistols.org ci sono ora 45 sezioni in oltre 30 Stati e ne stanno continuamente nascendo di nuovi. «Siamo dedicati all' uso legale, sicuro e responsabile delle armi da fuoco per l' autodifesa personale della comunità sessuale di minoranza», si legge nell' autopresentazione.

 

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«Respingiamo il diritto di quelli che odiano e hanno paura dei gay, delle lesbiche, dei bisessuali, dei transessuali e delle persone poli-amanti di usarci come bersaglio della loro rabbia. L' autodifesa è un nostro diritto. Diventare membro dei Pink Pistols non costa nulla, non ci sono moduli da compilare. Basta credere nel nostro principio di base: tutti abbiamo diritto di difenderci da chi vuol farci del male, e ognuno ha il diritto individuale di tenere e portare armi che è protetto dal Secondo Emendamento».
 

Con una sceneggiatura più brutale, Trump ha dato lo stesso messaggio quando ha detto, in Texas, «questo figlio di p. vien fuori e comincia a sparare e uno nella sala capita che ha una rivoltella e fa… boom (intanto mima con l' indice e il pollice a pistola il proiettile che buca la sua stessa fronte NDR).
 

Gente, sarebbe stato un gran bel vedere!». Obama e Hillary, invece, insistono nella campagna per introdurre maggiori restrizioni alle armi perché pescare nell' orrore delle sparatorie suona bene per il pubblico liberal. Ma l' America non è (ancora) il laboratorio liberal all' europea sognato da Barack.
 

Per capire il fenomeno della diffusissima passione americana per le armi non ci si deve affidare alla sola lettura politica di sinistra, che identifica il GOP con la NRA e ne fa un' alleanza colpevole di ogni violenza. Storicamente, si deve invece risalire alla cultura del Paese, nato con la frontiera del far west conquistata dai pionieri, a cavallo e con la pistola nella fondina. Togliere il diritto all' autodifesa personale sarebbe come permettere di uccidere i cavalli. E mangiare carne equina negli Usa è impensabile, nessun ristorante la serve.

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