stefano puzzer porto portuali trieste

PORTO DELLE NEBBIE - LA PARABOLA DI STEFANO PUZZER, DA CAPOPOPOLO ACCLAMATO ALLE DIMISSIONI SU FACEBOOK - IN DUE GIORNI LA PROTESTA AL PORTO DI TRIESTE SI È SGONFIATA COME UN SOUFFLE E AI PORTUALI SI SONO AGGIUNTI CENTRI SOCIALI E IRRIDUCIBILI NO-VAX - LA POLIZIA STA SGOMBERANDO IL SIT-IN E AVANZA LENTAMENTE CON GLI IDRANTI… - VIDEO

 

1 - GREEN PASS: SGOMBERO A TRIESTE, PORTUALI SI TENGONO PER MANO

STEFANO PUZZER

(ANSA) - Nello spiazzo antistante ci sono alcune centinaia di persone che stazionano. La polizia invece in prossimità del Varco ha costituito una sorta di barriera tra uomini e mezzi e conta di avanzare lentamente spingendo lavoratori e No Green pass lontano dal Varco stesso.

 

I manifestanti - tra portuali con le tute gialle e No Green pass - si sono alzati in piedi gridando 'libertà' e chiedendo alle forze dell'ordine di arretrare. E ancora: 'abbiamo tutti famiglia', 'vogliamo il diritto a lavorare'.

sgombero manifestazione porto trieste 8

 

Tra i portuali c'è anche Stefano Puzzer, leader della protesta. Uno dei lavoratori ha accusato un leggero malore durante le prime fasi concitate dello sgombero ed è stato allontanato dalla folla dai colleghi. Un'ambulanza è giunta poco dopo per soccorrerlo I manifestanti quando gli idranti sono stati chiusi, si sono seduti nuovamente tenendosi per mano o abbracciandosi, mentre i mezzi della polizia hanno avanzato lentamente per poi fermarsi.

 

2 - GREEN PASS: SGOMBERO A TRIESTE, POLIZIA AVANZA LENTAMENTE

(ANSA) - La polizia ha nuovamente azionato gli idranti nel tentativo di scoraggiare i manifestanti dal resistere e opporre resistenza. Gli agenti e i mezzi avanzano lentamente e guadagnano metro su metro.

sgombero manifestazione porto trieste 3

 

Poco prima di lanciare nuovamente acqua, i poliziotti hanno tentato vanamente di alzare da terra i portuali che si tenevano per mano. Un secondo lavoratore ha accusato un lieve malore, la barriera di agenti allora si è aperta per farlo passare ed entrare nel porto per essere soccorso. Intanto, sono giunte altre persone nel piazzale - soprattutto a sostegno dei manifestanti - dove ora si trova un migliaio di persone.

 

3 - TRIESTE, LA CADUTA DEL LEADER NO PASS ORA LA PIAZZA NON È PIÙ DEI PORTUALI

Alberto Abburrà per "la Stampa"

 

sgombero manifestazione porto trieste 2

Da capo del popolo a grande accusato. Dalle arringhe di piazza alle dimissioni su Facebook. Sono passate da poco le 16.30 di ieri quando Stefano Puzzer prende la parola davanti ai manifestanti radunati all'ingresso principale del porto di Trieste.

 

«Siamo qui perché il Green Pass deve essere tolto e non molliamo, c'è chi dice che non siamo compatti ma non è così, questa manifestazione pacifica va avanti». Parla con voce commossa, predica unità, ma in 48 ore è successo di tutto e ormai le crepe aperte nel fronte anti-certificato sono così profonde che non si possono ignorare.

sgombero manifestazione porto trieste 1

 

Gli scricchiolii iniziano sabato sera quando il coordinamento dei lavoratori portuali diffonde un comunicato per annunciare un incontro in Parlamento il 30 ottobre e di conseguenza l'interruzione del presidio iniziato venerdì mattina all'alba. Un'uscita che non piace ai manifestanti arrivati in questi giorni da tutte le parti del Friuli Venezia Giulia, dal Veneto e non solo.

 

Una piazza difficile da etichettare che mette insieme visioni, motivazioni, toni e colori politici anche molto distanti. Una piazza che con il passare del tempo vede crescere le divergenze e il nervosismo. Una piazza dove ormai i portuali sono una netta minoranza.

 

stefano puzzer

Sta di fatto che quel comunicato sabato sera innesca un processo di piazza con al centro, unico imputato, proprio Puzzer che si trova costretto (anche attraverso qualche minaccia) a riformulare il testo annunciando una retromarcia: la protesta non si ferma ma «prosegue fino al 20 ottobre».

 

Un pasticcio, definito «un errore» dallo stesso Puzzer, che non può restare senza conseguenze. E infatti ieri mattina arrivano le dimissioni via social network: «È giusto che io mi assuma la responsabilità».

 

la protesta no green pass al porto di trieste 8

Puzzer, detto Ciccio, 45 anni, sposato e soprattutto vaccinato, una moglie e un figlio, lavora nel porto dal 1994 e ha alle spalle una lunga carriera sindacale che lo ha visto transitare attraverso Uil, Cisl e Usb con alterne fortune fino al 2015, anni in cui con altri colleghi fonda il coordinamento lavoratori portuali di Trieste (Clpt), l'organizzazione che ha trainato la protesta di questi giorni.

 

Promessa del calcio, un passato nelle giovanili della Triestina, è sempre apparso lucido e pacato, non si è fatto travolgere dal protagonismo, ha sempre parlato «a nome di tutti i lavoratori» ammettendo candidamente di trovarsi nel ruolo di leader solo perché «meno timido e più portato a parlare in pubblico».

 

stefano puzzer protesta portuali trieste 1

Ma la sua epopea si è definitivamente chiusa ieri. Adesso resta da capire come la piazza, animata dal coordinamento No Green Pass Trieste, da soggetti vicini ai centri sociali, dal movimento 3V del candidato sindaco Ugo Rossi (4,5% al primo turno) e da un gran numero di sostenitori senza appartenenze né bandiere, vorrà gestire questa seconda fase post-portuale. Il rischio è che la polizia possa procedere allo sgombero. Sempre che la folla che per tre giorni ha cantato «la gente come noi non molla mai» non ci ripensi e decida di alzare bandiera bianca.

sgombero manifestazione porto trieste 5sgombero manifestazione porto trieste 7la protesta no green pass al porto di trieste 13protesta portuali trieste. sgombero del sit in dei portuali di trieste 4sgombero del sit in dei portuali di trieste 3sgombero del sit in dei portuali di trieste 7sgombero manifestazione porto trieste 10sgombero del sit in dei portuali di trieste 2sgombero del sit in dei portuali di trieste 1sgombero manifestazione porto trieste 6sgombero manifestazione porto trieste 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...