pierluigi boschi maria elena boschi banca etruria

AL PROCESSO SU BANCA ETRURIA, IL PM CHIEDE UN ANNO PER IL PAPÀ DELLA BOSCHI - E’ IL FILONE SULLE COSIDDETTE "CONSULENZE D'ORO" NELL'AMBITO DEL PROCESSO SUL CRAC DELL'ISTITUTO ARETINO - L’ACCUSA E’ DI AVER AFFIDATO A SOCIETÀ E PROFESSIONISTI RICCHE E INUTILI CONSULENZE PER VALUTARE L'EVENTUALE FUSIONE DI BANCA ETRURIA CON UN ALTRO ISTITUTO: GLI INCARICHI CONTRIBUIRONO SOLO AD AGGRAVARE IL GIÀ PRECARIO BILANCIO DELLA BANCA…

Da “la Stampa”

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 7

 

Le consulenze affidate a società e professionisti per l'eventuale fusione di Banca Etruria con un istituto di elevato standing furono inutili e ripetitive e contribuirono ad aggravare il già precario bilancio dell'istituto bancario aretino.

 

Con queste motivazioni, al termine della sua requisitoria ieri mattina in tribunale ad Arezzo, il pubblico ministero Angela Masiello ha chiesto una condanna a un anno di reclusione per Pierluigi Boschi, ex vicepresidente di Etruria e padre dell'ex ministra e parlamentare di Italia Viva Elena, per l'ex dirigente Luciano Nataloni e per altri due imputati.

pierluigi boschi

 

Chiesta la condanna anche per le altre dieci persone coinvolte nel processo sul filone delle cosiddette "consulenze d'oro" nell'ambito del procedimento sul crac dell'istituto di credito aretino. Bancarotta colposa l'ipotesi di reato contestata a ex dirigenti e consiglieri del Consiglio di amministrazione che ratificò quegli incarichi, per non aver vigilato, secondo la procura, sulle consulenze affidate all'esterno.

 

LUCIANO NATALONI BANCA ETRURIA

Le consulenze al centro dell'udienza di ieri avrebbero pesato sul già traballante bilancio di Banca Etruria per circa 4,3 milioni di euro, secondo la ricostruzione dell'accusa. Si trattava di incarichi a società specializzate per analizzare la situazione e successivamente avviare il processo di fusione. La sentenza è attesa a fine mese.-

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