magistrati toghe carcere galera

SBATTI LA TOGA IN GATTABUIA (A FIN DI BENE) – L’ASSOCIAZIONE “AMICI DI LEONARDO SCIASCIA” CHIEDE DI INTRODURRE L'OBBLIGO PER I NEOMAGISTRATI DI PASSARE 15 GIORNI IN CARCERE, DORMENDO CON I DETENUTI – UN’IDEA LANCIATA DA SCIASCIA NEL 1983, DOPO L'ARRESTO DI ENZO TORTORA: “SUSCITEREBBE ACUTA RIFLESSIONE OGNI VOLTA CHE SI STA PER FIRMARE UN MANDATO DI CATTURA O PER STILARE UNA SENTENZA” – LA PROPOSTA NON PIACE ALLE TOGHE: “È FIGLIA DI QUESTI TEMPI BUI, NUTRITI DI SFIDUCIA ISTITUZIONALE”

1 - GIUSTIZIA, ARRIVA PROPOSTA DI LEGGE CON OBBLIGO PER I FUTURI MAGISTRATI DI PASSARE 15 GIORNI IN CARCERE FRA I DETENUTI

Estratto dell’articolo di www.ilsole24ore.com

 

MAGISTRATI

Dopo aver vinto il concorso, obbligo formativo per i futuri magistrati di passare 15 giorni fra i comuni detenuti. È parte integrante di una proposta ideata dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, presieduta dall’avvocata Simona Viola, da presentare in Parlamento. L’iniziativa è copromossa dalla Fondazione Enzo Tortora, dalla Società della Ragione e dall’associazione Italiastatodidiritto, presieduta dall’avv. Guido Camera, che ha redatto il testo con un gruppo di lavoro composto da avvocati e docenti universitari.

 

LEONARDO SCIASCIA ENZO TORTORA

Un’idea in realtà già di Leonardo Sciascia che sul «Corriere della Sera», del 7 agosto 1983, lanciò la proposta che i magistrati, trascorressero almeno tre giorni con i detenuti. Nemmeno due mesi prima era stato arrestato Enzo Tortora, inizio di un doloroso percorso fino alla piena assoluzione del 15 settembre 1986 in Corte d’Appello, poi confermata nel 1987 in Cassazione.

 

Il senso della proposta risiede nella necessità di arricchire il quadro della formazione della magistratura, con esperienze culturali e umane che aiutino i futuri magistrati nello svolgimento della delicatissima funzione che si accingono ad esercitare.

POLIZIA PENITENZIARIA

 

La proposta di legge per ora ha l’adesione di +Europa, ma si apre al consenso della maggioranza delle forze politiche. E viene posta all’attenzione del ministro Nordio, impegnato nella riforma della giustizia. La proposta fu del resto enunciata dallo stesso Ministro della giustizia in carica, il 18 novembre 2011 a Palermo, durante il secondo Leonardo Sciascia Colloquium organizzato dall’Associazione degli Amici di Sciascia quale prima proposta che avrebbe indirizzato al Parlamento se mai fosse divenuto Ministro della Giustizia. […]

 

2 - LE TOGHE BOCCIANO IL TIROCINIO IN CARCERE: «SEGNO DI SFIDUCIA»

Estratto dell’articolo di Valentina Stella per www.ildubbio.news

 

PROPOSTA DI LEGGE +EUROPA PER FORMAZIONE DEI MAGISTRATI IN CARCERE

La proposta di legge Sciascia-Tortora, presentata alla Camera da +Europa e promossa dalle associazioni Amici Sciascia e ItaliaStatodiDiritto, non piace molto ai magistrati. Pomo della discordia la previsione che i tirocinanti effettuino una esperienza formativa obbligatoria in carcere non inferiore a 15 giorni, comprensiva soprattutto del pernottamento nelle case circondariali e di reclusione.

 

Da quanto appreso, al momento la Scuola superiore della magistratura organizza delle visite di un giorno, ma solo nelle case circondariali. Le future toghe incontrano il direttore dell’istituto, gli agenti e visitano i padiglioni. E va bene che la situazione resti così.

 

Stefano Musolino

A sottoscrivere la pdl solo Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze: «L’ho firmata perché ritengo indispensabile che la formazione dei giovani magistrati si arricchisca, anche dall’interno, della conoscenza del diritto penitenziario, calandosi ad esempio nella dura realtà del carcere, avendo ben presente, soprattutto nel momento dell’apprendistato, che la funzione afflittiva della pena ha una sua legittimità solamente in una cornice di legalità, umanità e ragionevolezza. Già lo fanno i francesi e non dimentichiamo che anche la Corte costituzionale, i massimi Giudici dello Stato, hanno fatto il loro viaggio nelle carceri alcuni anni fa, come è noto [...]».

 

MAGISTRATI

Semi-favorevole il pm Rocco Maruotti (rappresentante di Area nel Comitato direttivo centrale dell’Anm): «Al netto della previsione bizzarra e offensiva del pernotto in cella, rispetto alla quale non si può che essere contrari, in quanto, oltre a muovere da un intento chiaramente denigratorio, realizzerebbe un mostro giuridico, poiché integrerebbe una sorta di misura cautelare disposta in assenza dei presupposti previsti dal c.p.p., per il resto non si tratta di un’idea originale [...]»

 

Contrario, senza se e senza ma, Stefano Musolino, segretario di Md: «È una proposta figlia di questi tempi bui, nutriti di sfiducia istituzionale. La convinzione che solo la sperimentazione viva delle difficoltà insite nella detenzione possa rendere il magistrato più sensibile al tema e consapevole del suo ruolo trascura l’esistenza degli attuali percorsi formativi che già prevedono efficaci modalità di conoscenza dei sistemi penitenziari.

 

Alessandra Maddalena - Unicost

Peraltro, sono numerosissime le iniziative associative che ruotano intorno alle visite ai detenuti ed alla raccolta di contributi per consentire loro lo svolgimento di attività interne che si traducano nella creazione di prodotti da vendere all’esterno, in una logica di rottura della marginalità detentiva. Insomma, tra i molti problemi che attanagliano le nostre carceri e le vite dei reclusi, mi pare poco saggio concentrarsi su proposte eccentriche che spostano altrove l’attenzione, lasciando intendere una insensibilità della magistratura smentita dai fatti».

 

MAGISTRATI

Contraria anche la vice presidente dell’Anm, Alessandra Maddalena (Unicost): «L’attuale situazione carceraria è drammatica e insostenibile e va affrontata seriamente e con urgenza dalla politica. Quello che non viene detto, e che tanti non sanno, è che la formazione accompagna i magistrati durante tutta la loro carriera e si unisce all’esperienza quotidiana nelle aule. La complessità della realtà penitenziaria non si comprende fingendosi carcerati per 15 giorni. L’approccio deve essere di tipo culturale, non esperienziale: non tutti i fenomeni complessi devono essere vissuti per essere compresi». [...]

leonardo sciascia

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