moccia carcere

PROSSIMA FERMATA, IL CARCERE - TORNA DIETRO LE SBARRE IL "PAPA" DEL CLAN MOCCIA, CHE FACEVA AFFARI CON L'ALTA VELOCITÀ: DECISIVO UN MAXI BLITZ COORDINATO DA PROCURA DI NAPOLI - LUIGI MOCCIA È CONSIDERATO LA “MENTE FINISSIMA” DI UNO DEI CLAN PIÙ POTENTI DELLA CAMORRA: FINO ALL’ESTATE SCORSA ERA SOTTOPOSTO AL 41 BIS - IL SETTORE PIÙ REDDITIZIO PER IL CLAN È SEMPRE STATO QUELLO DEGLI APPALTI PUBBLICI CHE DA ANNI CONDIZIONANO A LIVELLO NAZIONALE E SEMPRE PIÙ QUALIFICATO, FINO A METTERE LE MANI SUI TRENI, SULL’ALTA VELOCITÀ, ATTRAVERSO UNA SERIE DI IMPRENDITORI...

Francesca Fagnani per www.espresso.repubblica.it

 

LUIGI MOCCIA

Luigi Moccia, “o colletto bianco”, il “papa”, la “mente finissima” di uno dei clan più potenti della camorra torna in carcere. All’alba i Carabinieri del Ros di Napoli, coordinati dalla Procura guidata da Giovanni Melillo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per 57 indagati, 36 dei quali in carcere, indiziati a vario titolo di una serie di reati gravissimi: dall’associazione mafiosa, alla detenzione illegale di armi da fuoco, dall’estorsione all’intestazione fittizia di beni di provenienza illecita.

 

Il Gico della Guardia di finanza, contestualmente, ha notificato altri due divieti temporanei di esercitare attività d'impresa e sequestrato d'urgenza beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a 150 milioni di euro.

 

Luigi Moccia, esponente di vertice del clan fino all’estate scorsa era sottoposto al 41 bis, il cosiddetto carcere duro previsto per i reati di mafia, poi era uscito per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il capo, il “papa” era a piede libero.

 

la nuova stazione di afragola 9

In un’inchiesta - pubblicata lo scorso dicembre da L'Espresso - avevamo descritto i molteplici affari di quello che non è solo un clan, dal passato feroce, ma una confederazione camorristica di vastissime dimensioni, per numero di affiliati ed estensione del territorio controllato: Afragola, Casoria, Arzano, Caivano, Cardito, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore e tutti i comuni della cinta nord di Napoli. E poi Roma.

 

Non c’è ambito dell’economia dove i Moccia non si siano infiltrati, inquinando il mercato, azzerando la concorrenza, riciclando: dalla distribuzione alimentare ai carburanti, dall’edilizia al mercato immobiliare.

 

la nuova stazione di afragola

Ma il settore più redditizio per il clan è sempre stato quello degli appalti pubblici che da anni condizionano a livello nazionale e sempre più qualificato, fino a mettere le mani sui treni, sull’Alta Velocità, attraverso una serie di imprenditori dell’area nord-est di Napoli al servizio della famiglia, affidatari di ingenti appalti ad esempio da Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), alcuni dei quali addirittura invitati a Roma allo sfarzoso matrimonio della figlia di Angelo Moccia, fratello di Luigi e figura apicale del clan.

 

la nuova stazione di afragola 2

A quell’articolo dell’Espresso replicò direttamente Luigi Moccia, con una lunga lettera che iniziava così: «Mi chiamo Luigi Moccia, fratello di Angelo ed Antonio, ed intendo prospettare la mia verità, per la parte stragrande del tutto alternativa ed anzi di autentica smentita di quanto riferito su di me, sui miei fratelli e sull'intero mio nucleo famigliare nell’articolo a firma Francesca Fagnani».

 

Della replica di Luigi Moccia vale la pena riportare alcuni passaggi: «È invece una panzana che i miei fratelli ed io si abbia a che fare con quegli appalti che tuttavia - secondo la giornalista - egualmente condizioneremmo da anni a livello nazionale e sempre più in alto (…) Non meno eloquente la circostanza che nessun addebito di appalti truccati od altre irregolarità similari ci è mai stato rivolto neppure in astratta ipotesi di accusa. -

 

la nuova stazione di afragola

Né tocca a me difendere l'onorabilità personale e professionale dei molti imprenditori di livello citati subito poi dalla giornalista quali asseriti rappresentanti di ditte vicine ai Moccia: si tratta effettivamente di familiari e comunque di imprenditori di prim'ordine che - al netto della colpa di non aver anch’essi rinnegato gli annosi rapporti di parentela ed affetto con la mia famiglia - hanno già ampiamente dimostrato in tutte le competenti sedi la pulizia, solidità e serietà delle proprie aziende, peraltro - al di la delle chiacchiere - presenti sul mercato da decenni e con un avviamento ed una storia imprenditoriale invidiabile».

 

arresto

Circostanza a dir poco singolare quella di chi, sottoposto ad un processo per camorra, senta l’esigenza di difendere, al posto loro, «l’onorabilità personale e professionale degli imprenditori considerati vicini alla famiglia Moccia».

 

Quello inferto adesso dalla Procura di Napoli al clan Moccia è un colpo durissimo, in attesa ovviamente di vederne gli sviluppi giudiziari e processuali. Viene arrestato il capo, Luigi, viene smantellata una rete di 57 persone, accusate di essere affiliati e favoreggiatori.

 

Il clan a base familiare è diretto dal nucleo ristretto dei fratelli Angelo, Luigi, Antonio, Teresa e suo marito Filippo Iazzetta, che si alternano alla guida ogni qualvolta uno di loro sia impedito a farlo, perché latitante o in carcere. In questo momento solo Teresa, assolta, è libera.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...