vladimir putin guerra esercito bombe droni militari

PUTIN GIOCA CON IL FUOCO LUNGO LE FRONTIERE DELLA NATO – PER EVITARE LA CONTRAEREA UCRAINA, SEMPRE PIÙ SPESSO I RUSSI FANNO VOLARE ONDATE DI DRONI NELLO SPAZIO AEREO DEI PAESI CONFINANTI, CHE APPARTENGONO ALL'ALLEANZA ATLANTICA. AUMENTA COSI’ IL RISCHIO DI INCIDENTI, COME QUELLI ACCADUTI IN ROMANIA E LETTONIA, CHE POSSONO INNESCARE UN’ESCALATION – AL MINISTRO DEGLI ESTERI POLACCO PRUDONO LE MANI: “ABBIAMO IL DIRITTO DI ABBATTERLI”

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per www.repubblica.it

 

VLADIMIR PUTIN - DRONI MILITARI

Nel giro di poche ore due droni russi hanno superato le frontiere dell’Ucraina e sono precipitati all’interno dei Paesi della Nato. Sono caduti uno in Romania e uno in Lettonia, senza – a quanto risulta finora – provocare danni. Le autorità di Bucarest e di Riga hanno condannato gli episodi, cercando però di non inasprire i toni e sottolineando come lo sconfinamento non è stato “un atto deliberato” di Mosca. Ma – come ha dichiarato Mircea Geoana, vicesegretario generale dell’Alleanza ed ex ministro degli Esteri romeno – “si tratta comunque di azioni irresponsabili e potenzialmente pericolose”.

 

[…]

 

DRONI MILITARI RUSSI

Non ci sono conferme ufficiali, ma i velivoli senza pilota protagonisti degli incidenti dovrebbero essere due Geran, la versione migliorata degli Shahed iraniani prodotta massicciamente delle fabbriche russe: ognuno trasporta circa cinquanta chili di esplosivo.

 

In Lettonia l’ordigno si è schiantato non lontano da Rezekne, che ha 25 mila abitanti, e si trova a cinquanta chilometri dalla Russia e a settanta dalla Bielorussia. Allarmi e segnalazioni di ordigni teleguidati in volo verso Polonia, Romania e Paesi Baltici sono notevolmente aumentati negli ultimi mesi facendo crescere il timore che un drone killer finito nel territorio dell’Alleanza possa innescare una reazione a catena tale da causare un’escalation.

 

Si tratta di una provocazione del Cremlino? I pochi elementi disponibili fanno ritenere che la situazione sia frutto di diversi fattori, tutti però potenzialmente pericolosi.

 

Rotte spregiudicate

attacco con i droni a kiev

Anzitutto, le traiettorie dei droni e dei missili cruise vengono programmate dai tecnici di Mosca per cercare di ingannare la contraerea e nascondere l’obiettivo finale dell’attacco. Volano verso la Bielorussia o entrano nello spazio aereo polacco, poi cambiano all’improvviso rotta e puntano sull’obiettivo.

 

Le batterie difensive ucraine in genere tengono i radar spenti per occultare la loro posizione e li attivano solo quando c’è una minaccia imminente: l’incertezza sulla direzione del raid può far scattare l’allerta all’ultimo minuto e ridurre quindi il tempo disponibile per reagire. Più è veloce l’ordigno russo, meno possibilità ci sono di intercettarlo […]

 

I Geran-Shahed invece non superano i duecento chilometri orari e la loro lentezza li rende facile preda di mitragliere e cannoncini: intorno alle città, alle infrastrutture e alle zone industriali, gli ucraini hanno allestito una ampia rete di postazioni fisse e di squadre mobili a bordo di pickup che danno la caccia agli incursori alati. I russi conoscono le aeree dove questi sbarramenti contraerei sono più intensi e cercano di aggirarli facendo uscire i droni dai confini. […]

 

Armi fuori controllo

VLADIMIR PUTIN - DRONI - IRAN RUSSIA

Nella notte tra sabato e domenica otto droni russi sono penetrati nello spazio aereo di Minsk: sette erano “killer” Geran-Shahed e un ricognitore Supercam. L’ordigno russo precipitato in Lettonia molto probabilmente è lo stesso che è entrato in Bielorussia dalla zona ucraina di Chernhiv e ha attraversato gran parte del territorio di Minsk.

 

C’è il sospetto che il sistema di guida si sia guastato e l’aereo senza equipaggio abbia continuato il suo viaggio fino all’esaurimento del carburante: ha un’autonomia stimata in oltre duemila chilometri. Ma non si può escludere che il pilotaggio remoto del drone sia stato messo fuori uso dalle contromisure elettroniche, le strumentazioni per disturbare le frequenze che permettono di controllare i droni sono sempre più potenti e sofisticate.

 

 

DRONI MILITARI RUSSI

Queste “battaglie elettromagnetiche” aumentano esponenzialmente il rischio di riempire i cieli ucraini di missili cruise e droni erranti, deliberatamente scagliati a ridosso dei confini Nato o all’interno degli spazi aerei polacchi e romeni, che possono piovere a caso sui Paesi confinanti.

 

I caccia di Varsavia e Bucarest devono decollare sempre più spesso per intervenire sugli sconfinamenti di droni e missili. Sabato notte due coppie di F16 romene sono partite per sorvegliare la pattuglia di Shahed arrivati dal Mar Nero, che poi si sono gettati contro i porti ucraini sul Danubio. I polacchi sono sempre più preoccupati e hanno ipotizzato di abbattere missili e droni russi diretti verso il loro spazio aereo mentre sono ancora sul territorio ucraino.

Radoslaw Sikorski

 

Una “difesa preventiva” che non è stata appoggiata dagli altri Alleati, ma venerdì il ministro il ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, ha ribadito “a titolo personale” questa linea: “La Russia non può più imporci come dobbiamo difendere il nostro Paese. Abbiamo il diritto, riconosciuto dalla costituzione e dalle leggi internazionali, di proteggere il nostro spazio aereo”. […]

putin droni

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…