PUTINATE SENZA FRONTIERE – IN UN POLIGONO ALLE PORTE DI MOSCA SONO IN CORSO LE “OLIMPIADI” DEI CARRI ARMATI! I TANK GAREGGIANO FACENDO FUOCO CONTRO BERSAGLI, CORRENDO IN SLALOM E ATTRAVERSANDO LAGHI, DAVANTI A UN PUBBLICO URLANTE CHE INNEGGIA AL PROPRIO REPARTO – QUEST’ANNO, NONOSTANTE LA GUERRA IN UCRAINA, IL NUMERO DEI PARTECIPANTI È DA RECORD: PER LA PRIMA VOLTA C’È LA CINA E ALTRI STATI CANAGLIA...
Gianluca Di Feo per www.repubblica.it
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In Ucraina i carri armati russi sparano e uccidono. Ma nelle stesse ore in un poligono alle porte di Mosca tank di venti nazioni si sfidano nelle surreali olimpiadi dei mezzi corazzati. Per due settimane, i colossi d'acciaio gareggiano facendo fuoco contro bersagli con cannoni e mitragliatrici, correndo in percorsi di slalom, superando ostacoli e attraversando laghi. Tutto alla presenza di un pubblico pagante di tifosi, che inneggiano alle azioni dei loro reparti e sventolano bandiere.
In diretta su Youtube
C'è persino la diretta televisiva trasmessa su Youtube in inglese, con un commentatore professionale che sottolinea con replay ed elaborazioni grafiche le migliori azioni belliche: "Attenzione, si è inceppato il cannone e adesso dovranno affrontare diverse penalità".
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Le immagini ricordano a tratti "Giochi senza frontiere", la popolare trasmissione televisiva presentata da Ettore Andenna andata in onda fino agli anni Ottanta che ha fatto conoscere l'Europa: solo che qui ci si sfida con strumenti di morte, simulando il prossimo conflitto o quello in corso nel Donbass. Il fil rouge è lo stesso che rade al suolo le città lungo il Dniper.
Questa incredibile competizione si svolge da dieci anni. Ma è la prima volta che viene disputata durante una vera guerra, nella capitale del Paese che ha invaso l'Ucraina provocando migliaia e migliaia di vittime. Nonostante questo, il numero di partecipanti è senza precedenti e mostra quanto siano forti i legami militari internazionali del Cremlino.
La rete di Mosca
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Anzitutto per la prima volta scende in campo la Cina, che ha schierato un potente tank Type 96 e potrebbe insidiare il primato dei padroni di casa. Ci sono poi bielorussi, iraniani, siriani e venezuelani, accomunati dall'essere considerati "Stati canaglia". Ma l'elenco è lungo e contiene nazioni sorprendenti: come il Mali e il Sudan, governati da giunte golpiste e appena tornati nella sfera di influenza russa grazie all'opera dei mercenari della Wagner.
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O il Vietnam, che contro i cinesi ha combattuto una vera guerra, la Mongolia, il Myanmar e il Laos. Dall'Africa arriva pure una squadra dello Zimbabwe. Scontata la presenza di ex repubbliche sovietiche come Armenia, Uzbekistan, Kyrgyzstan e di entità fedeli a Mosca come Ossezia del Sud e Abkhazia. Tranne cinesi e bielorussi, che si sono portati i loro mezzi, agli altri sono stati forniti carri T72 russi e d'altronde non risulta che eserciti come quello del Mali o dello Zimbabwe dispongano di forze corazzate.
Come funzionano le "olimpiadi" dei tank
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I partecipanti sono stati divisi in due categorie, sulla base dei risultati conquistati lo scorso anno: in pratica la serie A e la serie B dei guerrieri cingolati, in modo da rendere simile il livello di preparazione. Queste gare chiamate "Tank Biathlon" sono solo parte di una complessa serie di "giochi militari", svolti in contemporanea in dodici paesi con rappresentanze di 34 eserciti: una delle sfide avviene in Venezuela, una in Iran e una in Venezuela.
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Ci sono prove per ogni specialità guerriera: calcolo balistico per artiglieri, fuoco contraereo, sminamento, bonifica da attacchi chimici, raid di incursori, missioni elicotteristiche, ricognizioni sul terreno e, gran finale, la sfida spionistica tra team di intelligence. Finora il medagliere ha sempre visto trionfare i russi, ma con l'esordio dei cinesi le cose potrebbero cambiare.
E' solo un gioco? In realtà, Vladimir Putin ha già vinto. Perché la presenza di così tanti eserciti testimonia come l'isolamento del Cremlino interessi solo alle democrazie occidentali. Ed esistono tanti governi, dalla Bolivia alla Serbia, che ancora considerano Mosca un punto di riferimento.