NAZIONI DIS-UNITE – QUALCUNO AL PALAZZO DI VETRO DI NEW YORK DOVRÀ RISPONDERE DELLA MORTE DI LUCA ATTANASIO E VITTORIO IACOVACCI, CHE STAVANO VIAGGIANDO SU UN CONVOGLIO DELL’ONU, DIRETTO A UN EVENTO DEL “PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE” - COME MAI LE NAZIONI UNITE NON HANNO FORNITO UN’AUTO BLINDATA, O GARANTITO UNA SCORTA AL DIPLOMATICO ITALIANO? IL WFP DICE CHE LA STRADA ERA STATA PRECEDENTEMENTE CONTROLLATA E DICHIARATA SICURA PER ESSERE PERCORSA. È QUESTO IL MODO DI PROTEGGERE IL PERSONALE DIPLOMATICO IN UNA ZONA CHE DA 15 ANNI È L'EPICENTRO DELL'INSTABILITA' DEL CONGO?
1 – DAGONEWS
Al momento sembra quasi certo che i responsabili materiali della morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci in Congo siano uomini delle “forze democratiche per la liberazione del Ruanda”, il “Fdlr-Foca”. Ma qualcuno dovrà rispondere anche al palazzo di Vetro di New York, dove come minimo ci dovrà essere un’indagine interna per stabilire cosa accaduto. Attanasio stava viaggiando su un convoglio dell’ONU, diretto a un evento del Programma alimentare mondiale (il World Food Programme). Come mai le Nazioni Unite non hanno chiamato un’auto blindata, o garantito una scorta minima al diplomatico italiano?
Mentre i vertici delle istituzioni europee hanno manifestato il loro cordoglio, le Nazioni Unite hanno fatto parlare il vice rappresentante speciale del segretario generale - capo della missione nel paese africano - David McLachlan-Karr. Per ora nessuna dichiarazione da parte del segretario generale Antonio Guterres. Oggi era troppo impegnato a parlare di suprematisti, neonazisti e della repressione in Birmania per fare uno statement sui due italiani morti in Congo.
Se l’Italia farà sentire la propria voce, sarebbe il terzo “contenzioso” con l’ONU in un anno e mezzo.
MUSTAPHA MILAMBO - AUTISTA DI LUCA ATTANASIO
Stiamo ancora aspettando la verità sul collaboratore delle nazioni unite Mario Paciolla, trovato senza vita il 15 luglio 2020 in Colombia. Per quella vicenda sono stati indagati i poliziotti locali che hanno permesso alla Missione di Verifica delle Nazioni unite di raccogliere gli effetti personali del giovane italiano e di ripulire il suo appartamento, cancellando eventuali prove.
Stiamo ancora aspettando la verità sulle pressioni dell’OMS (altra agenzia ONU) al ricercatore Francesco Zambon, uno degli autori del rapporto critico sulla gestione italiana del Coronavirus.
Speriamo di non dover aspettare altri mesi per sapere la verità sul decesso dei due cittadini italiani in Congo, morti mentre dovevano essere tutelati proprio dalle Nazioni Unite.
2 – CONGO: ATTACCO AL CONVOGLIO ONU, COS'È LA MONUSCO
ATTACCO IN CONGO CONTRO AMBASCIATORE ITALIANO LUCA ATTANASIO
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - L'ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese Mustapha Milambo sono stati uccisi mentre viaggiavano a bordo di un convoglio del Pam, il Programma alimentare mondiale dell'Onu, nella Repubblica democratica del Congo.
Nel Paese africano opera dal 1999 anche la Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monusco), la più importante missione di peacekeeping nel mondo, con circa 15mila caschi blu. Il suo mandato è stato rinnovato a dicembre per un altro anno dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Pakistan, India e Bangladesh sono i Paesi che contribuiscono maggiormente al contingente militare.
L'attacco di oggi è avvenuto mentre la delegazione si recava da Goma a Rutshuru per ispezionare un programma del Pam per la distribuzione di cibo nelle scuole. La strada era stata precedentemente controllata e dichiarata sicura per essere percorsa anche "senza scorte di sicurezza", ha fatto sapere il Programma alimentare mondiale in una nota.
3 – CONGO: ONU,'DEVASTATI, PERSEGUIRE I RESPONSABILI'
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - "Sono devastato dalla morte dell'ambasciatore Luca Attanasio". Lo ha detto il vice rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione Onu in Congo (Monusco), David McLachlan-Karr, il quale ha "condannato fermamente" l'attacco al convoglio del Pam. "I responsabili di questo attacco devono essere identificati e perseguiti con la massima determinazione", ha aggiunto.
4 – CONGO: ONU, DUE I VEICOLI ATTACCATI, ENTRAMBI DEL PAM
luca attanasio intervista di zoro 1
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Sono due, entrambi del Programma alimentare mondiale (Pam), i veicoli presi di mira oggi nell'attacco nella Repubblica democratica del Congo in cui sono rimasti uccisi l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e un autista dello stesso Pam. Lo ha detto il rappresentante aggiunto del segretario generale dell'Onu nel Paese, David McLachlan-Karr, che "condanna con la più grande fermezza" l'episodio. L'attacco è avvenuto a nord-est di Goma.
5 – CONGO: CARABINIERE SI DOVEVA SPOSARE IN ESTATE
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Vittorio Iacovacci, morto in un attacco in Congo assieme all'ambasciatore Luca Attanasio e all'autista, era fidanzato e stava programmando le nozze per questa estate. Nella frazione di Sonnino dove abitava tutti lo conoscevano. In molti, tra amici e parenti, si stanno stringendo in queste ore ai genitori, al fratello e alla fidanzata del carabiniere con un via vai silenzioso dalla loro abitazione.
6 – CHI HA UCCISO LUCA ATTANASIO E VITTORIO IACOVACCI? – L’IPOTESI PIÙ ACCREDITATA AL MOMENTO È CHE I RESPONSABILI SIANO UOMINI DELLE FORZE DEMOCRATICHE PER LA LIBERAZIONE DEL RUANDA, IL FDLR-FOCA. SI TRATTA DEL PRINCIPALE GRUPPO RESIDUO DI RIBELLI DI ETNIA HUTU, NOTI PER IL GENOCIDIO IN RUANDA. I DUE ITALIANI SAREBBERO STATI PORTATI NELLA FORESTA E UCCISI – IL CARABINERE STAVA PER FINIRE LA SUA MISSIONE, SAREBBE RIENTRATO IN ITALIA A BREVE...
luca attanasio intervista di zoro
7 – CONGO, PORTATI NELLA FORESTA E UCCISI. MORTI IN UN ATTACCO L'AMBASCIATORE ATTANASIO E UN CARABINIERE
Vincenzo Nigro e Raffaella Scuderi per www.repubblica.it
L'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci, il carabiniere della sua scorta, e Mustapha Milambo, l'autista, sono stati uccisi in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale.
LUCA ATTANASIO CON LE SUORE DELLA SACRA FAMIGLIA DI SPOLETO
L'attacco sembra facesse parte di un tentativo di rapire il personale Onu. L'ambasciatore viaggiava in un convoglio formato da due veicoli del World Food Programme che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue: a bordo c'erano in tutto 7 persone. Sentiti gli spari che annunciavano l'agguato, immediatamente i rangers di Virunga hanno lanciato un'operazione e si sono resi conto che il diplomatico e il militare erano stati rapiti: ma non sono riusciti a salvarli.
La strada su cui è avvenuto l'attacco è stata ritenuta "sicura" e quindi senza necessità di scorta. A questo proposito il Wfp ha detto che "il convoglio era stato autorizzato senza scorta di sicurezza". Tutto è successo intorno alle 10 (le 9 italiane) presso la cittadina di Kanyamahoro. Sono molti i gruppi armati che operano nella zona dei monti Virunga, fra Congo, Ruanda e Uganda, e spesso prendono di mira i ranger del parco, famoso per i gorilla di montagna. Fonti sostengono che la milizia responsabile appartenga ai ribelli ruandesi, che superano il confine per rubare, uccidere e rapire.
Il corpo di Iacovacci è stato l'ultimo a essere evacuato dalla foresta scenario dell'attacco. Durante lo scontro a fuoco con i ranger del Virunga, il nostro ambasciatore è rimasto colpito e i ribelli hanno iniziato a scappare portando con sé Iacovacci. Dopo un chilometro e mezzo circa hanno ucciso il carabiniere lasciando lì il corpo, poi raggiunto da esercito e ranger.
fdlr foca forze democratiche per la liberazione del ruanda 1
Le reazioni
Sgomento e dolore in Italia e in Europa. "Ho accolto con sgomento la notizia del vile attacco che poche ore fa ha colpito un convoglio internazionale nei pressi della città di Goma uccidendo l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista. La Repubblica taliana è in lutto per questi servitori dello Stato che hanno perso la vita nell'adempimento dei loro doveri professionali nella Repubblica Democratica del Congo". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio di cordoglio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
"Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio per la morte di Luca Attanasio e di Vittorio Iacovacci". Così si legge in una nota di palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio e il governo "si stringono ai familiari, ai colleghi della Farnesina e dell'Arma dei Carabinieri. La Presidenza del Consiglio segue con la massima attenzione gli sviluppi in coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri".
"Immenso dolore" è stato espresso dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Unico diplomatico italiano a Kinshasa, l'ambasciatore Attanasio, era nato a Saronno (Varese) nel 1977 e si era laureato alla Bocconi in economia aziendale, entrando in diplomazia nel 2004. Esperienze a Berna, al consolato generale in Casablanca e poi Abuja, in Nigeria, era ambasciatore a Kinshasa dal settembre 2017.
"Con tutti i ministri degli Esteri Ue, abbiamo espresso la nostra vicinanza al ministro Luigi Di Maio e all'Italia, per la morte di tre persone nella Repubblica Democratica del Congo, fra cui l'ambasciatore italiano Luca Attanasio. Restiamo determinati a continuare a combattere contro ogni violenza nella regione", ha detto l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
8 – L'UCCISIONE DELL'AMBASCIATORE LUCA ATTANASIO E IL PANORAMA INSURREZIONALE NEL CONGO ORIENTALE
fdlr foca forze democratiche per la liberazione del ruanda
Marco Di Liddo per "Centro Studi Internazionale"
L’uccisione dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio, avvenuta il 22 febbraio ad alcune decine di chilometri da Goma, capitale del North Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) al confine con il Ruanda, ha improvvisamente riacceso l’attenzione internazionale su uno dei focolai di conflitto piu violenti, complessi e duraturi di tutto il continente africano.
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Da oltre 15 anni, infatti, il North Kivu e uno degli epicentri dell’instabilita nazionale congolese, nonche il luogo dove si e manifestata con maggiore intensita sia la Seconda Guerra del Congo (1998-2003) che i conflitti irrisolti da essa derivata, come la guerra del Kivu (2004 – 2007), l’insurrezione del Movimento 23 Marzo (2012-2013) e dell’Alleanza delle Forze Democratiche (AFD, 2017-2021).
Nonostante l’enorme ricchezza naturale e mineraria, il North Kivu e una delle regioni piu povere, sottosviluppate e fragili del Paese, dove le vulnerabilita sociali rappresentano il principale incentivo alla feroce conflittualita etnico-settaria. Oltre 20 gruppi etnici e relative milizie armate combattono contro le Forze governative, i Caschi Blu della missione ONU MONUSCO (United Nations Organization Stabilization Mission in the Democratic Republic of the Congo) e le une contro le altre per il controllo del territorio e delle sue risorse, in particolare quelle agricole e minerarie. Su tutte, oro, pietre preziose e minerali per l’industria ad alta tecnologia (coltan).
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La dinamica principale degli scontri inter-etnici vede opposti i movimenti armati Tutsi, presumibilmente sostenuti dal vicino governo ruandese, e le bande Hutu, che usufruiscono del sostegno finanziario e logistico del Burundi. In entrambi casi, il coinvolgimento piu o meno diretto dei due Paesi della regione dei Laghi e motivato dalla volonta di destabilizzare la Repubblica Democratica del Congo ed utilizzare le milizie etniche per controllare i traffici illeciti di oro, diamanti e minerali per l’industria ad alta tecnologia.
In questo contesto, negli ultimi 4 anni e cresciuto esponenzialmente il ruolo dell’Alleanza delle Forze Democratiche, una milizia multietnica (con sostanziali quote Konjo e Amba) un tempo supportata dall’Uganda e dal movimento islamico Tablighi Jamaat.
luca attanasio intervistato da zoro
Infatti, a partire dal 2015, l’ADF ha intensificato i proprio contatti con la galassia jihadista internazionale, finche una parte dei suoi combattenti ha deciso di giurare fedelta al Califfo al-Baghadi e fondare cosi una branca locale dello Stato Islamico (Provincia dello Stato Islamico in Africa Centrale, SIAC). Ad oggi, appare quasi impossibile distinguere le due organizzazioni, il cui tratto peculiare e la tendenza alla statualizzazione e ad un controllo del territorio capillare ed efficace, addirittura superiore a quello delle stesse istituzioni statali.
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In un simile contesto, gli attacchi delle milizie etniche contro le Forze Armate congolesi ed il personale sia civile che militare delle Nazioni Unite hanno un significato politico ed economico, teso a ribadire la propria presenza sul territorio allo scopo di proseguire il controllo dei traffici illeciti.
Anche in assenza di un quadro informativo esaustivo, l’attacco contro il convoglio di MONUSCO nel quale e rimasto ucciso l’Ambasciatore Attanasio potrebbe rientrare in questa dinamica ibrida tra insorgenza politica e dissuasione criminale.
Un grosso interrogativo avvolge l’ipotesi circa un presunto tentativo di rapimento ai danni dell’ambasciatore finito in tragedia. Infatti, sebbene in tutta la Repubblica Democratica del Congo simili episodi non siano rari, nessuna milizia si era mai spinta ad attaccare un target di cosi alto valore politico e cosi ben protetto e scortato. Dunque, al momento, le ipotesi piu concrete conducono a valutare la possibilita di un attacco di una
“L’irruzione dello Stato Islamico nel conflitto”
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milizia Tutsi a scopo intimidatorio verso MONUSCO oppure di una azione ostile perpetrata dall’ADF / Stato Islamico in Africa Centrale al fine di proseguire il proprio percorso di crescita e “accredito” internazionale. Infatti, sebbene questa branca del Califfato sia una delle piu attive ed in espansione nel continente (dal Congo fino al Mozambico), ancora le manca un’azione dalla grande eco mediatica e politico-simbolica. In tal senso, l’attacco al convoglio di MONUSCO rientrerebbe perfettamente in tale strategia.