kiev ucraina soldati

“A WASHINGTON SI MORMORA CHE FORSE È L'OCCASIONE GIUSTA PER SPAZZAR VIA PUTIN” - DOMENICO QUIRICO: “MI PARE DI INTRAVEDERE NEI TONI AMERICANI LA TENTAZIONE DI ALIMENTARE UN AFGHANISTAN AL CENTRO D'EUROPA, ALLUNGANDO CON MUNIZIONI E ARMAMENTI LA RESISTENZA UCRAINA COME UN TEMPO, ANNI OTTANTA, FU TENUTA IN PIEDI LA GUERRIGLIA DEI MUJAHEDDIN CONTRO L'ARMATA ROSSA. PERCHÉ IL VENTENNIO PUTINIANO NON DOVREBBE AVVIARSI ALLA FINE NELLE MISCHIE URBANE DI KHARKOV E ODESSA? MA I TEMPI SONO DIVERSI, GLI UCRAINI NON SONO GLI AFGHANI, SI COMBATTE IN EUROPA. SIAMO CERTI CHE SIA UNA BUONA IDEA?”

DOMENICO QUIRICO

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

L'Ucraina è nuda come un calvario. A guardarla, confessiamolo, viene l'illusione che la storia e il destino l'abbiano scelta per chiarire irrevocabilmente che la guerra non è una fatalità, ma semplicemente un delitto. Lo penso ascoltando i racconti che mi fanno gli ucraini che la stanno vivendo. Come tutti coloro che ne hanno fatto la prova, come vittime o testimoni, non possono più limitarsi a pensare in modo generico che la guerra sia un male. Chi l'ha vissuta può giurare che è un crimine, un delitto. Riconosciuta questa realtà pretendere che sia condotta in modo legale è illusione di ingenui.

 

vladimir putin joe biden ginevra

Anche quelle nostre, le guerre dell'Occidente erano semplicemente, banalmente, delitti. Meglio ripeterselo, ad alta voce perché il torbidume, il fluttuare dei discorsi nella terra di nessuno tra il vero e il falso, accompagna quella che ha teatro l'Ucraina come avviene in tutti i delitti. Con il passare dei giorni il progetto occidentale, sacrosanto, di difendere gli ucraini e annullare l'aggressione russa (ormai più una necessità di sopravvivenza propria che un gesto umanitario verso altri) sembra incrostarsi di nuovi scopi, di ambizioni più complesse.

UCRAINA - SOLDATI UCRAINI LANCIANO UN JAVELIN MISSILE DI FABBRICAZIONE AMERICANA

 

Diciamolo: ormai scopertamente, a Washington e nelle capitali dell'Alleanza che è passata dalla irrilevanza degli anni scorsi al pericoloso fascino della causa giusta, si punta più in alto. Gli ucraini a carissimo prezzo resistono, allungano la cronologia dall'assalto finale russo. Basta guardarla questa guerra come si è ramificata in un andamento di epidemia, di alluvione senza logica apparente: fronti impalpabili, assedi, rare città conquistate e a caro prezzo.

 

guerra in ucraina 4

Per questo si comincia a mormorare che forse è l'occasione giusta per spazzar via, dando una mano a quella che sarebbe una clamorosa, irrimediabile sconfitta, lo stesso Putin dalla geografia biografica del ventunesimo secolo con il suo strascico di insolubili antitesi, con i suoi schemi svuotati nel corso della storia, i suoi oligarchi incapaci di rinnovamento, con la sua sete di potenza e di potere , incapace di comprendere una compiuta unità umana. Insomma, un altro spettacolare '89 per far voltare pagina a un Paese dove l'opposizione non è un servizio pubblico ma un delitto.

 

ucraini in fuga

Mi pare di intravedere nei toni americani questa tentazione pericolosissima. Mettere in piedi e alimentare un Afghanistan ma al centro d'Europa dove sfiancare, allungando con l'ossigeno di munizioni e armamenti, la resistenza ucraina come un tempo, anni Ottanta, fu tenuta in piedi la guerriglia dei mujaheddin sulle montagne di Kabul contro l'Armata rossa. Insomma metterne a nudo le magagne, sfinirla anche moralmente con una guerra crudele, via via più penosa, disonorevole con il passare delle settimane e dei mesi perché senza vittoria.

putin biden

 

Feroce per i soldati russi che la combattono quanto per la resistenza, perché costretti a ispessire il massacro via via che districarsene e tornare a casa si rivela sogno irraggiungibile. Il popolo russo, bolscevico o putiniano che sia, non ha spirito combattivo come si pensa, ma soltanto una gran capacità di soffrire dalla quale, in Afghanistan come in Ucraina, dirigenti incapaci non sanno che cavar altro che sconfitte.

UCRAINA - ANZIANA VIENE PORTATA IN SALVO

 

L'agonia finale dell'Unione sovietica, svelata da quella guerra crudele e inconcludente nelle sue miserie quotidiane, nel vecchiume di una propaganda ormai sgonfia, non iniziò proprio a Kabul? Perché il ventennio putiniano dunque non dovrebbe avviarsi alla fine nelle mischie urbane di Kharkov e Odessa, e in queste steppe di una Scizia ultima dove per secoli gli eserciti si sono scontrati, riuniti, sgretolati?

 

UCRAINA - CITTADINI A RIPARO SOTTO UN PONTE A IRPIN

Altra analogia storica con la maledizione geografica e guerriera dell'Afghanistan. Al Pentagono hanno appena finito di fare i conti, a loro volta, con una fuga da Kabul, la ferita brucia ancora. Hanno imparato anche loro cosa vuole dire impaludarsi in una guerra senza capo né coda, dove le super bombe e la guerra hich tech non funzionano bene come nelle esercitazioni e nelle parate. Putin ha commesso l'errore di non vincere in 24 ore, forse non era nemmeno possibile. Bene. Bisogna approfittarne, si pensa, e non concedergli un'altra occasione. Confessiamolo.

 

Chi ha memoria ha sussultato quando nell'elenco degli armamenti «difensivi» forniti agli ucraini ha letto un nome: «stinger», i missili antiaerei portatili. Fu la fornitura risolutiva sulle montagne afghane: i piloti di bombardieri ed elicotteri russi scoprirono che non potevano più fulminare senza rischi gli afghani mettendo nel nulla i focolai di resistenza, le imboscate, le astuzie dei guerriglieri in ciabatte.

 

UCRAINA - CITTADINI IMPARANO A USARE LE ARMI

Con l'aviazione che si fa cauta, anche la superiorità russa in Ucraina subirebbe una vistosa menomazione. Spesso gli Stati maggiori confezionano le cose per i politici in modo da impedire che si impari. Negli anni Ottanta quella del «polacco» Brzezinski, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Carter, aiutare cioè i mujaheddin a indebolire l'Armata rossa, fu giudicata una idea geniale.

UCRAINA - CITTADINI PREPARANO MOLOTOV

 

Tutto dietro le quinte: gli americani ordinavano, fornivano le armi, l'Arabia saudita pagava, il Pakistan faceva da retrovia perfetta e sicura. Gli afghani subivano le vendette della Armata rossa? I mujaheddin erano degli impresentabili jihadisti affiancati dai volontari di brigate islamiste purtroppo in efficace e produttivo addestramento? Poco male. L'Urss fu sconfitta e scoprì, come guardandosi in uno specchio a cui non si poteva mentire con la propaganda degli immancabili destini del socialismo, scoprì il proprio irrimediabile declino. Iniziava la fine della Storia. Perché non riprovare?

 

mappa UCRAINA

Somiglianze: gli ucraini combattono e subiscono le bombe e fuggono nei Paesi vicini, gli americani provvedono agli armamenti (svuotare gli arsenali del vecchiume è sempre una buona operazione, fa spazio a ordigni nuovi, muove patriotticamente l'economia interna), gli europei ridiventati obbedienti per necessità e trinceristi dell'atlantismo pagano, la guerra si diluisce tormentosamente, sanguinosamente nel tempo. Putin di fronte alla glasnot della sconfitta è cancellato. Insomma una vendetta afghana. Ma i tempi sono diversi, gli ucraini non sono gli afghani, si combatte in Europa. Siamo certi che sia una buona idea?

ELICOTTERO RUSSO ABBATTUTO IN UCRAINAUCRAINA - ANZIANA PORTATA VIA IN CARRIOLA

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO