RAGAZZE INGLESI SFREGIATE CON L’ACIDO A ZANZIBAR: SECONDO GLI AMICI È PERCHÉ SONO EBREE

Alessandra Baduel per www.repubblica.it

Partite per aiutare i bambini di Zanzibar, tornano a casa ferite e spaventate. Mercoledì sera Katie Gee e Kirstie Trup camminavano in pieno centro a Stone Town, Zanzibar City, dirette verso il posto dove volevano cenare, quando da un motorino in corsa qualcuno ha gettato loro addosso dell'acido. Le due diciottenni londinesi sono state colpite in viso e sul corpo.

Soccorse e subito trasportate all'Aga Khan Hospital di Dar es Salaam sulla terraferma, secondo i sanitari avrebbero avuto la fortuna di essere state colpite con acido diluito e non dovrebbero subire lesioni permanenti, ma è ancora presto per essere sicuri che non restino sfregiate. Oggi rientrano a Londra.

Quel che resta è il grande spavento e la certezza che si tratta del primo attacco del genere contro dei visitatori, nell'isola rinomata per le sue spiagge candide e per l'antico quartiere - sito dell'Unesco di Stone Town dove le ragazze sono state colpite. L'allerta è massimo e la polizia ha scatenato una caccia all'uomo che, promette il vice capo locale Mkadam Khamis, terminerà solo una volta trovati i responsabili, mentre lo stesso presidente della Tanzania Jakaya Kikwete è andato a trovare le giovani volontarie in ospedale. Per un luogo che vive quasi solo di turismo, il precedente è gravissimo.

Ma sono mesi, in realtà, che le tensioni religiose fra musulmani e cristiani crescono, con episodi di violenza sia in Tanzania che a Zanzibar, dove un imam è stato colpito con l'acido in novembre, un prete è stato ferito in dicembre e un altro ucciso in febbraio. E dove opera Uamsho, "Risveglio", gruppo islamico che chiede la separazione dalla terraferma e l'istituzione della legge della sharia.

Quando Katie e Kirstie, arrivate per lavorare all'asilo Santa Monica della Chiesa anglicana un paio di settimane fa, sono state assalite, il sole era tramontato da poco: era finito l'ultimo giorno del Ramadan. E se ora la polizia chiede la collaborazione di tutta la popolazione per individuare gli aggressori, ha anche qualche traccia più specifica da seguire.

Il primo da cercare, spiegano al Telegraph degli ufficiali locali anonimi, è Sheikh Issa Ponda Issa, capo del radicale Consiglio dell'organizzazione islamica con sede a Dar es Salaam e da poco condannato, con sentenza sospesa, per le rivolte scatenatesi lo scorso ottobre dopo un episodio mai provato: chiese saccheggiate e cristiani assaliti perché "girava voce" che un ragazzo cristiano avesse urinato sul Corano del compagno di scuola musulmano.

Sheikh Issa ai primi di agosto era proprio nelle moschee di Zanzibar, a chiedere ai musulmani di protestare come in Egitto, se volevano la liberazione dei 10 attivisti di Uamsho in carcere. Ma c'è anche la testimonianza di un amico delle due inglesi, Oli Cohen, della comunità ebraica di Londra come Katie e Kirstie, al quale nei giorni scorsi loro avevano raccontato di essere state aggredite sempre a Stone Town.

«Cantavano in strada», racconta Oli al Telegraph, «e un'islamica le ha sgridate prendendo a schiaffi Katie. Non so se c'entri, comunque è successo». Bashir Ismail, responsabile dell'ong Art per la quale lavoravano, sottolinea che le due giovani vestivano sempre in modo "appropriato".

Il Foreign Office, da Londra, ricorda che in Tanzania «il crimine violento e a mano armata è in aumento» e aggiunge che a Zanzibar «ci sono stati incidenti a Stone Town e sulle spiagge turistiche». Finora, si era trattato di furti e rapine. Non di attacchi mirati con l'acido.

 

ZANZIBAR LE STRADE DI STONE TOWN DOVE DUE RAGAZZE INGLESI SONO STATE ATTACCATE CON L ACIDO KATIE GEE RAGAZZE INGLESI SFREGIATE CON L ACIDO A ZANZIBAR KATIE GEE RAGAZZE INGLESI SFREGIATE CON L ACIDO A ZANZIBAR KATIE GEE RAGAZZE INGLESI SFREGIATE CON L ACIDO A ZANZIBAR KATIE GEE RAGAZZE INGLESI SFREGIATE CON L ACIDO A ZANZIBAR

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